Dopo la sentenza del Tribunale di New York che ha condannato Apple per “pratiche anticoncorrenziali” per alzare i prezzi degli ebook, il colosso di Cupertino annuncia il ricorso: “Non abbiamo complottato”, fanno sapere. E rigettano l’accusa di pratiche antitrust. Al di là della cronaca, comunque, resta la grande partita sul tema dei libri digitali tra i big dell’informatica, il pubblico e gli editori, sempre più attenti all’evoluzione tecnologica della lettura, come dimostrano le parole di Matteo Ulrico Hoepli, general manager del sito Web della casa editrice e libreria milanese.
“Un bel libro si apre e sono subito a pagina 123, non devo sapere, non devo leggere le istruzioni, il software è già all’interno della nostra testa. Qui devo imparare un po’ come si usa, ma una volta che lo si impara si ha praticamente tutta una libreria Hoepli con sé. Che non è malissimo”, ha spiegato l’editore.
Apprezzamento per gli strumenti hitech anche dagli editori internazionali, come Caroline Vogel, esperta delle nuove tecnologie per la Frankfurt Book Fair, che però sottolinea il ruolo imprescindibile dei contenuti. “Uno strumento o una tecnologia – ha detto – senza contenuti non rappresentano molto. Come editori vogliamo offrire contenuti, insieme alle imprese tecnologiche. E così immettiamo nel mercato dei prodotti di valore”.
Su questo valore, e sulla relazione tra Apple e alcuni editori i giudici americani hanno espresso le loro pesanti perplessità. In attesa del nuovo grado di giudizio quello che è certo è che l’ebook è sempre più presente nella vita dei lettori. E non è un cambiamento da poco.