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Cosa ci lascia Franco Battiato

Di Giuseppe Marchetti Tricamo

Franco Battiato è stato un italiano che si è impegnato a tirarci fuori dall’omologazione del “basso profilo” e a svolgere, con le sue canzoni, un ruolo di “coscienza critica”. Il ricordo di Giuseppe Marchetti Tricamo, saggista, già direttore di Rai Eri

La scomparsa di Franco Battiato ci fa riflettere. Con la morte non finisce tutto, dicono e noi ci crediamo. Ci sono persone, come Battiato, che si sono allontanate da questo mondo lasciandoci un patrimonio immenso, ricchezze intellettuali e morali enormi. Non ci sono più, sono appena andate via e già capiamo che resteranno sempre con noi.

Hanno cercato di aprirci gli occhi. Noi italiani abbiamo un’alta considerazione di noi stessi e pensiamo di essere soprattutto “brava gente”. Ma questo è un luogo comune! Forse “brava gente” non lo siamo stati neanche in passato. E nella repubblica dei “tengo famiglia” e delle raccomandazioni, l’idea liberale della neutralità delle istituzioni è sempre apparsa una bizzarria.

Franco Battiato è stato un italiano che si è impegnato a tirarci fuori dall’omologazione del “basso profilo” e a svolgere, con le sue canzoni, un ruolo di “coscienza critica”: “Povera Patria schiacciata dagli abusi del potere/di gente infame che non sa cos’è il pudore/si credono potenti e gli va bene/quello che fanno e tutto gli appartiene”. Ė stato un italiano che ha amato il proprio Paese e questo amore lo ha spinto a non avere peli sulla lingua e a denunciare – con la potenza artistica della sua musica antica e moderna – fatti e misfatti.

Insomma tutto quello che a lui appariva storto: “Quante squallide figure che attraversano il Paese/Com’è misera la vita negli abusi di potere”.

Ha mantenuto sempre un rapporto stretto con la sua terra, la sua Sicilia, che ha impresso leggende, valori, suoni, ritmo, energia e atmosfera alle sue canzoni. E lui, il maestro Battiato, ha ricambiato facendo viaggiare i suoi indimenticabili versi eclettici oltre le pendici dell’Etna, oltre lo Stretto, oltre l’orizzonte. Oggi, nel cielo d’Italia volano le sue canzoni. Ma non soltanto oggi, lo faranno ancora per molto perché la sua musica è senza tempo.

Intanto, lui canta e noi non ci stancheremo di ascoltarlo, “ritornare a sud/per seguire il mio destino/la prossima tappa/del mio cammino in me/per trovare la mia stella/e i cieli e i mari/prima dov’ero”.

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