Gilberto Pichetto Fratin, Riccardo Zacconi, Thalita Malagò, Luisa Bixio, Matteo Marzorati. Chi c’era e cosa si è detto al webinar “Che gioco gioca l’Italia (sul gaming)?”, organizzato da Formiche in partnership con IIDEA, l’Associazione italiana del settore video ludico
“L’industria del video ludico oggi è ancora piccola, ma esprime un grande valore aggiunto e tante potenzialità di sviluppo soprattutto in uno scenario competitivo internazionale cui dobbiamo puntare”. Con le parole del direttore generale di IIDEA, Thalita Malagò, si è aperto l’evento digitale tenutosi mercoledì 19 aprile, sullo stato dell’arte del comparto video ludico, organizzato da Formiche in partnership con IIDEA.
Quest’anno il settore ha registrato un successo economico inaspettato, con una crescita di mercato del 10% circa rispetto al 2019. Questi e altri importanti dati sono stati commentati dagli esperti chiamati alla discussione: il Viceministro dello Sviluppo economico Gilberto Pichetto Fratin dal lato istituzionale, dal lato industria invece abbiamo assistito al contributo dirompente di Riccardo Zacconi, già fondatore della società di giochi di successo King (Candy Crush) e supporter della scuola di Coding 42RomaLuiss.it., Luisa Bixio, Ad di Milestone e il creatore e co-fondatore di Cordens Interactive Matteo Marzorati.
L’ITALIA È FANALINO DI COSA PER LE POSSIBILITÀ FORNITE
Quanto è importante creare un ambiente più favorevole per lo sviluppo delle aziende del comparto tecnologico? A questa domanda ha risposto Riccardo Zacconi, imprenditore di successo e creatore del famoso “gioco delle caramelle”: “L’Italia è fanalino di coda rispetto agli altri Stati dell’Unione europea, sulle reali possibilità fornite alle imprese del settore, soprattutto con riguardo al numero di società che hanno raggiunto buoni livelli in termini di valore, le cosiddette società unicorno, ovvero quelle start up che nel giro di poco tempo sono riuscite a superare un valore di 1 miliardo di dollari”.
La tesi dell’imprenditore è che l’Italia avrebbe bisogno di più società “unicorno” anche di successo internazionale, “perché creano nel tempo positivi spin off che, fungono da volano per il comparto”.
La chiave, ad avviso di Zacconi, potrebbe risiedere nell’opportunità dell’Italia di “attrarre le piattaforme internazionali, come Google e Apple che, basandosi su territorio nazionale trasferiscono anche importanti capacità produttive e di sviluppo.” Per questo però “sono necessari importanti incentivi fiscali, serve un supporto reale per creare un ambiente profittevole per le piattaforme”.
Un punto fondamentale resterebbe la formazione ed in questa direzione andrebbe la scelta dell’imprenditore di supportare al massimo la creazione della scuola di coding 42RomaLuiss “si tratta di una scuola pratica che segue un modello nuovo che tenta di creare i professionisti che scriveranno il futuro digitale del Paese”.
IL CENSIMENTO SUI GAME DEVELOPER ITALIANI DI IIDEA
La discussione è poi proseguita con l’analisi di Thalita Malagò, direttore generale di IIDEA, che ha puntualmente commentato i dati del censimento dell’Associazione sui game developer italiani. “I nostri dati mostrano che l’industria del Paese a livello internazionale è ancora piccola, ma c’è crescita. Dal lato delle imprese esistono Pmi con più di dieci dipendenti e di venti dipendenti, cui si aggiungono le esperienze di successo di aziende come Milestone, che ne contano più di duecento”.
Dal lato dell’occupazione il 2020 si è concluso con buone novità “Si misura una crescita, anche se con livelli contenuti”. Ha poi sottolineato che si tratta di un’industria che, con basi in Italia ha come destinazione il mercato internazionale: “Il 94% del fatturato degli sviluppatori viene dall’estero”.
Il dato che la Malagò ha voluto sottolineare è che “l’industria rimane ancora auto finanziata, il ricorso al capitale proprio per gli sviluppatori italiani è la fonte principale di finanziamento. Il censimento di IIDEA ci lascia l’immagine di un’industria piccola, ma con un grande valore aggiunto e grandi potenzialità di sviluppo sopratutto in uno scenario competitivo internazionale, che è quello cui dobbiamo guardare.”
Ad avviso del direttore generale di IIDEA, sarebbero necessarie azioni più concrete per creare un ambiente di crescita per le imprese del settore “Il Fondo per lo sviluppo digitale è per il comparto una misura fondamentale, anche se non è ancora operativa e anzi ci aspettiamo che venga rifinanziata nel lungo periodo anche in maniera più importante”, “Serve rendere il video ludico all’avanguardia per aspirare quantomeno alla competizione europea”.
MILESTONE: DAI NOVANTA AI DUEMILA, UN ENORME SUCCESSO
Luisa Bixio, Ad di Milestone ha raccontato invece la sua esperienza eccezionale con l’azienda Milestone, acquisita nel 2019 da una holding internazionale. “Milestone nasce negli anni 90, sviluppando prodotti su committenza da parte di sviluppatori internazionali. Nel 2019 l’azienda ha raggiunto i 40 milioni di fatturato, raggiungendo più di 200 dipendenti. Ha poi voluto raccontare l’acquisizione dell’azienda da parte di una multinazionale del gaming: “Con Embracer ci siamo trovati allineati e così continuamo a crescere esponenzialmente”.
L’Ad di Milestone ha sottolineato quanto sia importante che le istituzioni dell’Italia facciano il più possibile per supportare le aziende di produzione di videogiochi: “Serve un supporto reale da parte delle istituzioni. È importante che l’Italia venga posizionata sullo stesso livello delle competitor europee. È grazie agli editori internazionali che i nostri studi sono potuti partire, ma serve sostegno da parte del governo”.
CORDENS INTERACTIVE: COSA SERVE ALLE START UP
All’esperienza di Milestone è stata affiancata quella di Cordens interactive, la start up nata da un progetto universitario. Matteo Marzorati, co-fondatore e direttore creativo dell’azienda ha raccontato la sua esperienza, difficile ma di successo. “All’estero i videogiochi funzionano ed hanno successo. Io e il mio socio abbiamo tentato in tutti modi di rimanere in Italia e di crescere nel nostro Paese. Il successo di Cordens interactive è dovuto in larga parte al venture capital, è stato molto complicato per noi ottenere dei finanziamenti”. Ha concluso poi, “È importante perciò il supporto istituzionale e l’internazionalizzaione per permettere alle realtà giovani di entrare in connessione col mercato globale”.
COME RISPONDONO LE ISTITUZIONI?
Le conclusioni sono state affidate al Viceministro Pichetto Fratin che ha voluto contribuire al confronto, partendo da una considerazione di fatto “con riguardo ai dati economici, un auomento della produzione in questo Paese si è realizzata, +21% rispetto al 2019, un dato robusto, anche per il ruolo sociale del videogame.” Con riguardo agli effetti sociali dello sviluppo esponenziale del settore, il Viceministro ha evidenziato l’importanza del comparto videoludico anche “come utile medium per imparare qualcosa di nuovo, il salto tecnologico” – agognato e necessario – “che si è verificato con il lockdown è stato grande, l’emergenza è stata una vera e propria formazione sul campo per tanti”.
Dal lato della produzione e della produttività è stato anche sottolineato che “economicamente l’Italia non è una grande produttrice ed è fondamentale agganciarsi alla produzione e alle novità del cambiamento nelle nuove produzioni. È importante un allineamento con nuovi percorsi, rendere più competitivo il settore. Con o senza intervento dello Stato.” In effetti il finanziamento statale in favore del comparto è stato modesto: “Il dato è che nel nostro Paese manca la capacità di dare fiducia. 120 imprese e 4 anni per fare un decreto attuativo: è un’assurdità”.
Il Viceministro ha poi concluso sostenendo che sono le idee alla base della creazione di nuove opportunità e possibilità per il comparto: “Dal nostro lato, dovremo utilizzare propriamente i fondi del Recovery fund che vale tre volte il piano Marshall e ha importanti stanziamenti sull’innovazione tecnologica”.