È nato il “Parlamentino” del Patrimonio italiano. Il primo organo di confronto e di coordinamento sul patrimonio architettonico, artistico, storico e culturale dal 1946. Tutti i dettagli della consulta che si avvale della segreteria tecnica di Assopatrimonio e il patrocinio del Cnel
Creare occupazione e sviluppo in un settore strategico per l’Italia. Questa la finalità degli Stati Generali del patrimonio italiano che sono stati presentati il 20 maggio scorso durante una prima seduta che ha delineato i lavori che si svolgeranno da qui a dodici mesi. Si tratta del primo organo di confronto e di coordinamento sul patrimonio architettonico, artistico, storico e culturale, che insieme formano un punto di forza dell’economia del Paese.
LA COMPOSIZIONE E LE PRIME ATTIVITÀ
Con la segreteria tecnica di Assopatrimonio e il patrocinio del Cnel, l’assemblea permanente e plenaria è composta da 150 seggi delle più importanti organizzazioni private e pubbliche del settore.
Il primo step prevede la redazione di un Piano Strategico del Patrimonio Italiano, l’aggiornamento dell’indagine conoscitiva e la mappatura delle organizzazioni che operano nel settore, i lavori delle commissioni specifiche e la pianificazione delle relazioni con le principali istituzioni internazionali e nazionali.
Alle commissioni saranno affidati i lavori e si divideranno in “Accademie, scuole e università”, “Cinema”, “Economia, Finanza e Investimenti”, “Europa”, “Digitalizzazione e Innovazione Tecnologica”, “Lavoro e Occupazione”, “Paesaggio e Territorio”, “Patrimonio immobiliare” “Professioni”, “Restauro” e “Turismo”.
La giunta di presidenza è composta da Enzo Bianco, presidente dell’Anci, Alberto Bonisoli, presidente del Formez Pa, Massimo Bray, direttore generale dell’istituto dell’Enciclopedia Italiana, Alfonso Pecoraro Scanio, presidente Fondazione Univerde, Valdo Spini, presidente di Aici, Tiziano Treu, presidente del Cnel e Ivan Drogo Inglese, presidente di Assocastelli e Assopatrimonio nonché presidente degli Stati Generali del Patrimonio Italiano.
MAPPATURA E DIGITALIZZAZIONE DEL PATRIMONIO
È stato il presidente del Cnel ad aprire i lavori in diretta sul canale YouTube del Consiglio. Durante il suo intervento inaugurale, Treu ha richiamato all’attenzione alcuni punti essenziali del patrimonio artistico e culturale italiano. Dal punto di vista del lavoro e della ripresa dalla crisi. Ha sottolineato come nel Next generation Eu venga messo l’accento sulla trasformazione di alcuni fondamentali della vita delle persone. Non solo, cambiano anche le imprese, e si sente la necessità di ripensare gli spazi di vita delle persone per renderli più coerenti con le novità di sviluppo. È per questo che la necessità di un censimento su piattaforma digitale di tutto il patrimonio, che ad ora non c’è, è quantomai urgente. Anche per verificare quali sono le caratteristiche di questo nostro patrimonio, ampio, variegato e artistico. Dando delle priorità, con il fine “di difenderlo, non solo dal degrado e dalle varie incurie e dall’ambiente, ma anche di adattarlo e soprattutto valorizzarlo, rendendolo più fruibile”. Considerando anche la localizzazione che dal post-pandemia ha reso tanti luoghi sempre più “misti fra lavoro e vita”.
Anche il ministro Massimo Garavaglia è intervenuto dando voce a uno degli asset primari degli Stati Generali, ovvero il turismo. L’esponente del governo ha infatti ribadito come una mappatura di tutto il patrimonio immobiliare del Paese sia senz’altro una iniziativa lodevole, soprattutto perché siamo di fronte a volte a uno Stato proprietario “distratto” su questi temi. L’Italia ha il più importante patrimonio architettonico, artistico e culturale del mondo ma oggi “è fondamentale avere una fotografia del patrimonio per valorizzarlo al meglio. Un obiettivo importante e comunque positivo”, un’ottima iniziativa per l’economia e la sostenibilità del patrimonio stesso.
PATRIMONIO ITALIANO COME SISTEMA-PAESE
Il viceministro allo Sviluppo Economico Gilberto Pichetto Fratin ha focalizzato il tema della valorizzazione del nostro patrimonio visto anche come sistema-Paese. Un insieme di settori che definisce il made in Italy. “Nuove opportunità di impresa proprio partendo dalle condizioni in cui siamo”, ovvero un Paese che ha molto sia sul piano materiale sia sul piano culturale.
Perché “il patrimonio culturale è e dovrà essere sempre di più uno dei motori dello sviluppo economico del nostro Paese”, ha ricordato Ivan Drogo Inglese nell’introdurre il viceministro. E sulle opportunità di lavoro soprattutto per le future e giovani generazioni, si è soffermato l’intervento di Rossella Accoto, sottosegretaria al ministero del Lavoro.
“I settori del turismo e della cultura trainano altri come i trasporti, la filiera enogastronomica, l’intrattenimento, generando un valore economico di oltre 230 miliardi di euro, pari al 13,2% del Pil nazionale. Tutto questo non può essere scisso dal patrimonio umano e lavorativo e la domanda che dobbiamo porci in un periodo di grande transizione nazionale, europeo e globale è: come facciamo a proteggerlo e a proiettarlo negli anni a venire?”, ha affermato Accoto.
Sono tutti settori che la pandemia ha messo a dura prova ma ora è necessario promuovere un turismo sostenibile in tutte le aree del Paese. I progetti del Pnrr sulla cultura potranno aiutare ad avere un ritorno economico “soprattutto in termini di occupazione. In questo contesto gli Stati generali sono appuntamento prezioso e anche luogo per trovare la spinta ideale per compiere quel salto di qualità necessario per aumentare la nostra competitività nell’offerta turistica e culturale”, ha concluso la sottosegretaria.
Anche il capogruppo di FdI in commissione Cultura e responsabile Cultura del partito Federico Mollicone è intervenuto ai lavori mettendo l’accento sulla pandemia e la trasformazione della modalità di fruizione della cultura. Il deputato ha proposto un Fondo, “Museo Italia”, “su convenzione tra ministero della Cultura e Cassa Depositi e Prestiti, il primo proprietario dei beni e la seconda strumento di gestione operativa del Fondo, con l’obiettivo di valorizzare il patrimonio archeologico e artistico italiano non oggetto di fruizione pubblica e attualmente in giacenza nei depositi museali. Un tema, quello della gestione dei beni, che – ha continuato Mollicone – abbiamo posto anche nel processo di riforma del perimetro dei poteri di Roma Capitale, dove chiediamo la gestione in capo a Roma Capitale dei beni statali. Abbiamo, inoltre, proposto l’estensione orizzontale dell’art bonus, su cui abbiamo sempre presentato emendamenti. Così come cardine della nostra azione è stata la valorizzazione del patrimonio privato, come le dimore storiche. La cultura è un tema di valorizzazione economica e di rilancio nazionale: tutelando il patrimonio siamo ‘italiani due volte’, prima per nascita e poi per cura”, ha concluso il capogruppo.