Skip to main content

500 agenti per arrestare 5 giornalisti. Al macero la libertà di stampa di Hong Kong

Sono stati arrestati durante una perquisizione diversi giornalisti della testata Apple Daily, di proprietà dell’imprenditore pro-democrazia Jimmy Lai. L’accusa: hanno pubblicato articoli che minacciano la sicurezza nazionale

Non si ferma la censura cinese contro chi non è allineato. La polizia di Hong Kong ha detenuto cinque dirigenti del quotidiano Apple Daily, di proprietà dell’imprenditore pro-democrazia Jimmy Lai (anche lui in carcere). La motivazione formale sarebbe una serie di articoli che violano la legge sulla sicurezza nazionale.

Circa 30 articoli, pubblicati in lingua inglese e in cinese, in formato cartaceo e online, sono sotto accusa. Alcuni di questi sono datati del 2019, prima dell’entrata in vigore della legge sulla sicurezza nazionale.

Tra gli arrestati c’è anche il direttore della pubblicazione, Ryan Law, accusato di agire in accordo con forze straniere ed elementi esterni contro la sicurezza nazionale.

Per la perquisizione degli uffici del gruppo Next Digital, di cui fa parte Apple Daily, sono stati mobilitati 500 agenti.  Sono stati sequestrati file e computer e disposto il congelamento di asset per 2,3 milioni di dollari delle società Apple Daily Limited, Apple Daily Printing Limited e AD Internet Limiting.

Qui il video:

Per il segretario alla Sicurezza di Hong Kong, John Lee, Apple Daily usa le notizie come uno strumento per danneggiare la sicurezza nazionale: “I sospettati sono stati arrestati su forti prove di avere complottato per mettere a repentaglio la sicurezza nazionale”.

Il gruppo Next Digital era già stato vittima di persecuzione ad agosto del 2020. Jimmy Lai è in carcere per diversi reati: partecipazione ad assemblee non autorizzate e violazione della legge sulla sicurezza nazionale a Hong Kong. I suoi beni, per un valore di circa 500 milioni di dollari locali, sono stati congelati.

Apple Daily ha denunciato che “la libertà di stampa di Hong Kong è appesa a un filo”. Il suo caporedattore esecutivo, Lam Man-chung, ha assicurato che faranno del loro meglio per pubblicare regolarmente le testate.

Next Media Union ha condannato “palese violazione della libertà di stampa” e il fatto che le autorità possano trattare i giornalisti come criminali:  “Per quanto difficili possano essere le circostanze attuali, continueremo con il nostro lavoro con l’obiettivo di pubblicare come di consueto”.

La situazione a Hong Kong ha anche riacceso il dibattito sulla democrazia cinese in Italia. Mentre il senatore del Movimento 5 Stelle, Vito Rosario Petrocelli, difende la forma di governo cinese sulle pagine di Repubblica, la senatrice di Italia Viva, Laura Garavini, twitta:



×

Iscriviti alla newsletter