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Perché Merkel fa la bacchettona sulla privacy

La Germania non ci sta. La violazione della privacy da parte della Nsa americana sembra aver infastidito i cittadini tedeschi. Un’occasione ghiotta per il leader dell’Spd Peer Steinbrück, che può quindi cavalcare l’onda anti Angela Merkel nel dibattito politico pre-voto. Delle polemiche che non sembrano tuttavia intaccare l’immagine della cancelliera, che rispedisce al mittente le accuse di non aver tutelato il Paese puntando il dito contro gli altri Paesi europei meno bacchettoni e sugli Usa poco affidabili.

Come risolvere il problema? La cancelliera tedesca, spiega il Financial Times, ha chiesto un accordo europeo molto rigido sulla protezione dei dati, esigendo che tutti i server rivelino quali informazioni personali sono state archiviate e a chi sono state rese disponibili.

Le tensioni in Germania

La legge fondamentale in fase di studio dovrebbe assicurare che società come Facebook e Google siano soggette alle stesse regole sulla privacy in ogni Stato europeo, e non solo alla legislazione nazionale del Paese in cui sono registrate, ha proseguito Merkel, contro cui stanno montando forti critiche in Germania per non aver preso azioni decisive sul tema della sorveglianza sul traffico internet, della cui violazione sono state accusati i servizi segreti statunitensi e britannici.

Le mancanze degli Stati europei

E il tema è diventato centrale anche nella campagna elettorale federale. La cancelliera è stata accusata dal suo oppositore, il socialdemocratico Peer Steinbrück, di non aver tutelato i cittadini tedeschi, venendo meno al suo dovere. E la cancelliera, nel gioco dello scaricabarile, ha spostato il tema sul piano europeo, impegnandosi a porre la tutela della privacy al centro dell’agenda di Bruxelles de esortando gli altri membri meno rigorosi sul tema, come Gran Bretagna e Irlanda, ad adottare una regolamentazione più seria.

“La Germania ha una legislazione molto rigida sul tema – ha specificato Merkel -, ma una società come Facebook, registrata in Irlanda, è soggetta solo alle norme di Dublino”. Andatevela a prendere con gli irlandesi, è stata in sostanza la risposta diplomatica della cancelliera.

Le colpe degli Usa

Ma non sono mancate stoccate neanche agli americani. “Dal governo statunitense mi aspetto una promessa chiara: in futuro dovranno osservare la legge tedesca sul nostro territorio. Siamo buoni partner, alleati in un sistema di difesa e dobbiamo essere in grado di fidarci gli uni degli altri”, ha osservato, aggiungendo che, comunque, nessun gruppo industriale tedesco è finito nel mirino della Nsa americana.

I sondaggi

La cancelliera non ha intenzione di lasciare temi delicati scoperti in vista del voto di settembre. Secondo gli ultimi sondaggi, prosegue il Financial Times, a 70 giorni dalle elezioni che si terranno il 22 settembre, la Cdu di Merkel è in calo di uno o due punti, ma può contare ancora di un sostegno del 41%, ben lontana dall’Spd di Steinbrück al 26%. Non a caso Allenback, uno dei più importanti sondaggisti, vede oggi buone chances di ritorno al potere per la coalizione Cdu-Free Democrat (Fdp). La Fdp sarebbe al 6,5%, garantendo alla coalizione di centro destra un 46,5% dei voti. Solo il 38% sarebbe invece il consenso su cui possono contare l’Spd e i Verdi suoi alleati. Una falla a cui porre rimedio, quindi, quella della privacy, ma non così grave da affondare la nave di Frau Merkel, che corre verso il voto con il vento in poppa.

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