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Occupy Cuba. Nell’isola gli oppositori invadono le Chiese

Tredici oppositori cubani sono chiusi da questo mercoledì in una Chiesa nel centro de La Habana, in maniera pacifica per chiedere al Papa Benedetto XVI che si riunisca con loro e ascolti i dissidenti del regime dei Castro durante la sua visita del 26, 27 e 28 marzo. In una lettera aperta, gli oppositori chiedono al Santo Padre che intervenga con le autorità per combattere la repressione e si stimoli l’apertura politica nel paese centroamericano.
 
Uno degli oppositori, Julio Beltrán Iglesias, spiega in un’intervista al quotidiano spagnolo ABC che l’azione pacifica non è soltanto a La Habana ma anche nelle province di Santiago de Cuba, Holguín (San Isidoro), Las Tunas (San Jerónimo) e Pinar del Río.
 
La chiesa La Caridad nel centro de La Habana è circondata da membri della Sicurezza dello Stato e della Polizia Nazionale Rivoluzionaria. I telefoni mobili dei manifestanti sono stati intercettati e oscurati. Il monsignore Ramón Suárez Polcari, Arzobispado de La Habana, si è presentato nel luogo per intercedere con gli oppositori e fermare la protesta. La blogger Yoani Sánchez ha condannato quella che considera “un’invasione irrispettosa” al tempio di Dio, perché crede che per fare arrivare la richiesta al Papa non c’era bisogno di rimanere in Chiesa ma bastava farlo attraverso l’Arzobispado, l´arcivescovato. Ma l’occupazione simbolica non è soltanto per incontrare Benedetto XVI ma per fare sapere al mondo che a Cuba esiste un’opposizione sempre più repressa.


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