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Non votare non è un’opzione. La riunione del Forum libico continua

Di Massimiliano Boccolini e Emanuele Rossi

Le Nazioni Unite continuano a pressare sul voto. I lavori del Forum di dialogo politico di Ginevra saranno allungati di un giorno, a causa di divisioni interne che stanno complicando le consultazioni sulla base costituzionale delle elezioni di dicembre

La riunione del Forum di dialogo politico per la Libia sarà rinviata di un giorno a causa delle divisioni interne ai 75 rappresentanti libici presenti a Ginevra. L’assemblea onusiana ha avuto il compito di creare i presupposti per la costruzione del Governo di unità nazionale (GNU) con cui Abdelhamid Dabaiba sta guidando il paese – sotto egida delle Nazioni Unite – verso le elezioni fissate già fissate per il 24 dicembre.

L’elemento di divisione sono proprio le elezioni. Dopo le decisioni di febbraio sulla formazione del GNU, il Forum si è riunito tre giorni fa con l’obiettivo di trovare una soluzione – o quanto meno una via da percorrere in forma unitaria – per il voto. Mancano ancora la legge elettorale e il quadro costituzionale in cui si dovranno svolgere le votazioni parlamentari e presidenziali, e la Comunità internazionale ha alzato il pressing perché tutto preceda correttamente.

Durante la giornata di mercoledì 30 giugno invece, il fratello del premier, Ali Dabaiba, ha sollevato dubbi sulla possibilità di procedere al voto, suggerendo un rinvio a causa della mancanza delle condizioni di condizioni di sicurezza, dell’approvazione del Bilancio statale da parte del parlamento, in generale dell’assenza di un quadro chiaro. I dubbi e la proposta sono stati appoggiati da altri venti membri del Forum, mandando momentaneamente in tilt i lavori.

Secondo quanto spiegato a Formiche.net da alcune fonti interne all’assise, si tratta di una posizione presa da membri del Parlamento HoR e del Consiglio di Stato che così facendo manterrebbero il loro seggio per un altro po’ di tempo. Dinamiche politiche abbastanza classiche, ma inserite in un contesto particolarmente sensibile.

La reazione dell’Onu è stata dura: i delegati della missione UNSMIL hanno impedito ai ventuno libici di lasciare la riunione. Le nuove consultazioni, che avrebbero dovuto iniziare questa mattina alle 11 sono stati rinviate alle 14, e successivamente l’Onu ha deciso di prolungare di un altro giorno la conclusione dei lavori – che dunque si protrarranno fino a domani, venerdì 2 luglio. È stato il capo della Missione di sostegno delle Nazioni Unite in Libia, Jan Kubiš, ad annunciare l’estensione di un giorno degli incontri.

Sempre il diplomatico slovacco aveva nei giorni scorsi firmato un documento con cui si faceva pressione riguardo alla necessità di procedere al voto nei tempi stabiliti. Uscire da Ginevra senza una base costituzionale per la Libia consensuale “non è un’opzione”, ha detto Kubiš: “Stiamo aspettando la formazione di una commissione che rappresenti i membri del Forum di dialogo per studiare le proposte e i punti in sospeso”.

Il punto è che non votare viene considerata come una potenziale distruzione degli equilibri in atto con potenziale ulteriore destabilizzazione di un paese che giù attualmente soffre carenze molto gravi. A Tripoli in alcuni giorni si arriva a 20 ore di assenza di corrente elettrica, una condizione che rende la capitale quasi invivibile; il tasso di cambio è cresciuto pesantemente aggravando le problematiche economico-finanziarie libiche.



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