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Tra prezzi e produzione, ipotesi e scenari sul petrolio

Lo scontro all’interno dell’Opec tra Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita, ha fatto salire il prezzo del greggio, al livello più alto dal 2018. Tutti gli scenari possibili

Sebbene questa mattina il prezzo del petrolio abbia registrato fin dalle prime ore una piccola marcia indietro, la tendenza di questi giorni è di un aumento rilevante. La performance è spinta dal mancato accordo sulla produzione da parte dei membri dell’Organizzazione di Paesi esportatori di petrolio (Opec) e dalle notizie (poco confortanti) sulla variante Delta del Covid-19. Martedì, la quotazione del greggio ha superato i 77 dollari a barile, il valore più alto da ottobre del 2018. La situazione, inevitabilmente, ha provocato un aumento del prezzo della benzina.

Principalmente, lo scontro all’interno dell’Opec è tra Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita. Lo stallo nel trovare un’intesa preoccupa gli investitori, che ripensano a quanto accaduto a marzo 2020 quando il contesto della pandemia, più la guerra dei prezzi tra Russia e Arabia Saudita, ha avuto un impatto negativo sul prezzo. In quell’occasione è stata raggiunta la cifra storica di 37 dollari.

Gli Emirati Arabi Uniti avevano già minacciato l’anno scorso di lasciare il gruppo dei produttori in caso di divieto di aumento della produzione. Per evitare ulteriori fratture, i rappresentanti diplomatici sono impegnati nel ricomporre la frattura tra sauditi ed emiratini. Questa volta persino la Russia è coinvolta nella mediazione per raggiungere un accordo.

L’Opec aveva in programma una riunione giovedì scorso per discutere la strategia di tagli e l’aumento progressivo della produzione. Tuttavia, non si è raggiunto l’accordo, e lunedì è stata cancellata la data per il nuovo incontro. Certo è che l’organizzazione non approverà l’aumento di produzione previsto per agosto (400 mila barili al giorno), come è stato fatto a gennaio.

Tra gli scenari possibili dopo l’interruzione delle negoziazioni, Eurasia Group prevede un “compromesso entro le prossime settimane e quindi un aumento della produzione, forse di un po’ più dei 400 mila barili pianificati precedentemente tra agosto e dicembre, per dare agli Emirati Arabi Uniti più spazio per una produzione di base più elevata”.

Un’altra ipotesi, meno probabile, è riportare “rapidamente sul mercato milioni di barili al giorno di greggio, il che sarebbe interessante da osservare in termini di impatto sui prezzi dato che nonostante tutti gli aumenti della domanda di recente, il consumo complessivo rimane al di sotto dei livelli pre-pandemia”, si legge nel report.

Infine, l’Opec potrebbe semplicemente non fare nulla, “cioè non aumentare affatto l’offerta, fino a quando non ci sarà un altro incontro formale. Dato che la domanda è in aumento, questo potrebbe spingere i prezzi del petrolio sopra i 90 dollari al barile e forse anche verso i 100… Anche se questo sembra improbabile”.



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