Skip to main content

Dl Fare, fuori il costo del lavoro dagli appalti ‘a prezzo più basso’

Il costo del lavoro, della formazione e della sicurezza verrà escluso dal calcolo del prezzo più basso degli appalti, così da ridurre il fenomeno del massimo ribasso. Lo stabilisce un emendamento al dl Fare (il 32.114) a prima firma Cesare Damiano (Pd), presentato dalla commissione Lavoro della Camera e approvato oggi dalle commissioni Bilancio e Affari costituzionali.

L’emendamento modifica il ‘Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture’ stabilendo che, negli appalti, “il prezzo più basso è determinato al netto delle spese relative al costo del personale, valutato sulla base dei minimi salariali definiti dalla contrattazione collettiva nazionale di settore tra le organizzazioni sindacali dei lavoratori e le organizzazioni dei datori di lavoro comparativamente più rappresentative sul piano nazionale, e delle misure di adempimento alle disposizioni in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro”.

“Quando si stabilisce il massimo ribasso in un appalto si scende anche del 50% del prezzo di partenza – commenta Damiano con Public Policy – Noi non abbiamo niente da dire sul fatto che si riduca all’osso il costo, basta che questo non significhi ridurre il lavoro al nero” e non si risparmi quindi “sul costo della manodopera e della sicurezza”.

“Per questo – aggiunge Damiano – abbiamo chiesto lo scorporo del costo standard della manodopera e della sicurezza” da quello del prezzo più basso dell’appalto. Damiano fa un esempio: “Se prendiamo come minimo salariale di un operaio 800 euro al mese, si moltiplica per 10 e fanno 8mila euro: si stabilisce che sotto questo prezzo non si può andare. Inoltre secondo il nostro emendamento nel calcolo del prezzo più basso si dovranno computare solo altre voci” diverse da quelle delle spese per personale e sicurezza. “La nostra – conclude Damiano – è una modifica per la concorrenza leale”. VIC


×

Iscriviti alla newsletter