Skip to main content

Che fine fanno gli sportivi che vogliono scappare dalla Bielorussia

L’atleta Krystsina Tsimanouskaya, in esilio in Polonia, ha denunciato il divieto imposto dal governo della Bielorussia di fare viaggi all’estero “sia per competere, allenarsi o anche andare in vacanza”

L’atleta bielorussa Krystsina Tsimanousskaya, protagonista della repressione bielorussa nei Giochi Olimpici Tokyo 2020, ha confermato di avere chiesto la cittadinanza sportiva in Polonia. In un’intervista all’emittente russa Rbk ha spiegato: “Proveremo a cambiare la mia cittadinanza sportiva. Ho deciso di restare in Polonia”.

Dopo che ha pubblicamente criticato lo staff tecnico e i suoi allenatori, tra cui il figlio di Alexander Lukashenko, alla guida del Comitato Olimpico bielorusso, l’atleta è stata costretta a lasciare il villaggio olimpico e portata all’aeroporto per rientrare in Bielorussia (qui l’articolo di Formiche.net).

La società petrolifera polacca Pkn Orlen ha offerto un posto nella sua squadra sportiva all’atleta. “Ieri abbiamo fatto un’offerta. Saremmo onorati se accettasse di unirsi al team Orlen”, ha scritto l’azienda su Twitter.

Tsimanouskaya ha denunciato che il regime bielorusso ha vietato agli sportivi di lasciare il Paese. Nell’intervista a Rbk ha sostenuto che “proprio ora si è saputo che il ministro dello Sport ha vietato a tutti gli atleti di abbandonare la Bielorussia, sia per competere, allenarsi o anche le vacanze”.

L’atleta ha detto di avere ricevuto messaggi di altri colleghi che hanno speso fino a 1500 euro per biglietti aerei, e non gli è stato permesso di lasciare il Paese: “La gente sta perdendo denaro e nessuno si prende la responsabilità. Nessuno li indennizzerà”. Ha anche spiegato che, come in altre circostanze, l’ordine è solamente verbale e non c’è nessuna comunicazione scritta.

Questa informazione è stata confermata da Andrei Kravchenko, un altro atleta in esilio in Germania. Kravchenko ha anche aggiunto che chi non obbedisce all’ordine sarà espulso dalla federazione sportiva, come è accaduto con chi ha partecipato alle proteste contro Lukashenko.

La scorsa settimana, la giustizia bielorussa ha condannato a 2 anni e mezzo di carcere il campione  di kickboxing, Alexei Kudin per avere aggredito un poliziotto in una manifestazione dell’opposizione.



×

Iscriviti alla newsletter