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Buone pratiche per un futuro senza fumo

Di Alberto Baldazzi

Il Codice volontario di autoregolamentazione per la filiera della distribuzione e della produzione dei prodotti senza combustione, sigarette elettroniche e prodotti del tabacco riscaldato sviluppato dall’Eurispes con il contributo di Philip Morris Italia, esprime il tentativo di trovare un punto di equilibrio tra il diritto all’informazione del fumatore e la tutela della cittadinanza da modalità di comunicazione potenzialmente inappropriate

Nell’ultimo anno, con il contributo e la collaborazione di forti competenze – scelte fra appartenenti alla comunità medico-scientifica, professionisti della comunicazione, rappresentanti delle associazioni dei consumatori e delle associazioni di distribuzione e vendita – si è lavorato all’obiettivo di sviluppare un Codice volontario di autoregolamentazione per la filiera della distribuzione e della produzione dei prodotti senza combustione, sigarette elettroniche e prodotti del tabacco riscaldato.

L’iniziativa, sviluppata dall’Eurispes con il contributo di Philip Morris Italia, ha il fine di trovare un punto di equilibrio tra il diritto all’informazione del fumatore e la tutela della cittadinanza, nello specifico dei minorenni e dei non fumatori, da modalità di comunicazione potenzialmente inappropriate. È opportuno infatti ribadire le ragioni che da diversi anni hanno orientato l’attività dell’Eurispes e che puntano ad una maggiore consapevolezza e una corretta valorizzazione della riduzione del rischio dei nuovi prodotti alternativi alle sigarette nelle politiche della sanità pubblica.

Nell’ambito della lotta alle malattie tabacco-correlate, è necessario trovare un equilibrio più avanzato tra il doveroso principio di precauzione da applicare all’analisi dell’impatto dei nuovi strumenti – che non sono esenti da rischi – e quello della riduzione del rischio che emerge con chiarezza da un grande numero di studi scientifici sulle sigarette elettroniche e sul tabacco riscaldato.

Tuttavia, i diversi approcci di chiusura e apertura che si manifestano tra i maggiori sistemi sanitari a livello internazionale, generano una mappa a macchia di leopardo nella quale il caso italiano si caratterizza per la massima chiusura delle autorità sanitarie, che rifiutano di prendere in considerazione i nuovi strumenti nella lotta al tabagismo che – va ricordato – si stima produca ogni anno decine di migliaia di vittime. La cessazione viene proposta come unica politica, anche se gli italiani che continuano a fumare non diminuiscono (11,3 milioni, cifra stabile nell’ultimo decennio) e l’offerta sociosanitaria dei centri antifumo si dimostra limitata e inefficiente.

Guardando invece all’estero, oltre al sistema sanitario britannico, anche la Francia si sta aprendo alla valorizzazione del ruolo dei nuovi strumenti nella riduzione del danno e, in certa misura, nella cessazione, mentre altri Paesi di cultura anglosassone come la Nuova Zelanda procedono spediti in questa direzione.

Rispetto all’unica ricetta avanzata – l’invito alla cessazione – dalle indagini svolte annualmente dall’Eurispes risulta evidente che la grande maggioranza dei circa 11,5 milioni di fumatori non è in grado o non vuole neanche provare a “smettere”. Più di un fumatore su cinque (21,9%) non ha alcuna intenzione di smettere (“assolutamente no” è l’esplicita risposta). Quasi un terzo del campione (30,5%) afferma che dovrebbe, ma non vuole farlo, e il 26,3% “dovrebbe, ma non crede di riuscirci”, mentre il 12,3% degli intervistati vorrebbe smettere, ma non in tempi brevi. Solo il 9% si prefigge di farlo entro sei mesi.

In questa cornice, si inserisce il lavoro ad oggi svolto con il gruppo di esperti interdisciplinari per avanzare verso un Codice di autoregolamentazione che promuova un’informazione chiara e corretta per il consumatore dei nuovi strumenti senza combustione che, nel rispetto delle normative vigenti, assicuri da parte degli aderenti la massima correttezza nelle pratiche di vendita e comunicazione, sia negli esercizi fisici che sul web. Al diritto-dovere di informare correttamente va affiancato, infatti il diritto di essere informati, tanto più in un’area così rilevante per la salute del cittadino.

Il progetto, ancora in fase di definizione e aperto a ulteriori contributi da parte di esperti e delle realtà della filiera di produzione e distribuzione dei nuovi prodotti, verrà presentato dopo l’estate. Si auspica un’ampia convergenza e adesione da parte degli operatori del settore, su un terreno comune come quello di una comunicazione responsabile di prodotti che, per quanto radicalmente diversi dalle sigarette, non sono privi di rischi.

L’Eurispes ritiene che informare correttamente i fumatori e gli utilizzatori adulti di prodotti con nicotina, evitando che tali contenuti siano in modo specifico attrattivi per i minorenni, i non fumatori o coloro che non hanno mai fatto uso o hanno abbandonato del tutto l’uso del tabacco o di prodotti con nicotina, sia un obiettivo alto e ampiamente condivisibile per accompagnare il cambiamento radicale di questo settore del fumo in modo responsabile

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