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Chi (non) c’è al tavolo dei negoziati tra Maduro e l’opposizione in Messico

Proseguono i negoziati tra i rappresentanti del governo di Nicolás Maduro e quelli dell’opposizione che si tengono in Messico. Versioni contrastanti sui risultati raggiunti e diversi cambi tra i rappresentanti delle due parti

È terminata ieri senza particolari novità la seconda giornata di negoziazioni tra il regime di Nicolás Maduro e l’opposizione del Venezuela. Questa nuova fase del processo di dialogo si chiuderà oggi a Città del Messico, con la mediazione di Norvegia, Olanda e Russia.

Nonostante l’ermetismo che ha caratterizzato queste nuove negoziazioni, sabato scorso il governo venezuelano ha dichiarato che sono stati raggiunti “accordi parziali” per quanto riguarda la fine delle sanzioni economiche internazionali e la realizzazione di elezioni con garanzie; due dei punti più importanti sui quali si scontrano le parti in conflitto.

Jorge Rodríguez, rappresentante del governo e presidente dell’Assemblea Nazionale di Maduro, ha detto che il governo sarà “molto attento” alle garanzie economiche che sono state “rubate e sottratte al popolo del Venezuela in riferimento alle misure del governo degli Stati Uniti. Una fonte vicina all’opposizione, invece, ha detto che fino ad ora non è stato raggiunto alcun accordo.

Maduro ha assicurato in diretta tv sull’emittente statale che i negoziati non lasceranno spazio all’impunità, e gli oppositori accusati di tradimento saranno puniti: “Né in Messico, né su Marte, qui non ci sarà impunità, qui bisogna fare giustizia, giustizia vera”.

Guaidó ha risposto alla minaccia sui social network, dicendo: “Sei tu ad essere segnalato alla Corte Penale Internazionale e ha una taglia per 15 milioni di dollari”.

Attorno al tavolo dei negoziati erano previsti 18 rappresentanti politici, 9 del governo di Nicolás Maduro (ora sono 11) e 9 della Piattaforma Unitaria, il raggruppamento dell’opposizione venezuelana. Come si legge sul quotidiano El País, l’opposizione aveva presentato i suoi delegati lo scorso 13 agosto, con una foto di gruppo, ma ci sono stati cambiamenti.

Dalla parte di Maduro uno dei nomi più forti è Jorge Rodríguez, da 20 anni vicino al chavismo. Di formazione psichiatra, è stato presidente del Consiglio Elettorale, vicepresidente, ministro delle Comunicazioni e anche del Turismo, nonché sindaco della città di Caracas. La sorella, Delcy Rodríguez, è una delle donne con più potere nel governo venezuelano.

Poi c’è anche Nicolás Maduro Guerra, figlio del presidente Maduro. Chiamato “Nicolasito”, ha guadagnato molto spazio nell’ambito diplomatico. Ha 31 anni, è economista ed è nella lista dei sanzionati degli Usa per corruzione dal 2019.  Altri nomi nella lista del chavismo sono Francisco Torrealba, Larry Davoe, William Castillo, Diva Guzmán e Gabriela Jiménez.

La delegazione dell’opposizione è composta da membri dei quattro partiti più importante del Venezuela. A guidare la delegazione è Gerardo Blyde, avvocato costituzionalista, da tempo membro del Partito Giustizia.

Freddy Guevara, invece, ha sostituito all’ultimo minuto Carlos Vecchio, rappresentante di Juan Guaidó negli Stati Uniti. Guevara è stato arrestato ad agosto dal regime di Maduro (qui l’articolo di Formiche.net). Ha 35 anni, è stato deputato ed è fondatore del partito Voluntad Popular con Leopoldo López, anche lui prigioniero politico di Maduro per molti anni.

Altri nomi: Mariela Magallanes, deputata in esilio in Italia, Claudia Nikken, Tomás Guanipa, Stalin González, Luis Emilio Rondón e Luis Aquiles Moreno.



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