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Kolesnikova non suona più. Così Lukashenko ammanetta l’oppositrice

Musicista trentenne, dovrà scontare 11 anni per minaccia alla sicurezza nazionale della Bielorussia. È stata arrestata a settembre del 2020, dopo avere strappato il suo passaporto per evitare di essere deportata dal Kgb

Maria Kolesnikova, una delle leader delle proteste contro il regime di Alexander Lukashenko in Bielorussia nel 2020, è stata condannata a 11 anni di carcere. La decisione del tribunale è stata diffusa dall’agenzia di stampa statale Belta e da membri dell’opposizione bielorussa.

Insieme a Kolesnikova, premio Sakarov alla libertà di coscienza, è stato condannato anche l’avvocato oppositore Maxim Znak, accusato di avere creato un’organizzazione estremista. Dovrà scontare 10 anni di carcere.

L’emittente russa Sputnik Belarus ha mostrato i due condannati in una gabbia di vetro prima del verdetto. Kolesnikova ha alzato le mani ammanettate per fare il segno del cuore e ha sorriso alle telecamere.

L’organizzazione per i diritti umani Vesna sostiene che i due membri del Consiglio Coordinatore dell’opposizione sono stati condannati dal regime bielorusso “per minacciare la sicurezza nazionale, creare e guidare un’organizzazione estremista”. Il processo è iniziato lo scorso 4 agosto a porte chiuse.

Nata a Minsk nel 1982, Kolesnikova è musicista. Insieme a Svetlana Tsikhanouskaya e Veronika Tsepkalo si è schierata contro il regime di Lukashenko e i risultati delle elezioni irregolari dell’anno scorso. Lei però è l’unica ad essere rimasta in Bielorussia.

È stata arrestata nel settembre del 2020, dopo aver strappato il suo passaporto per evitare di essere deportata dal Kgb quando si trovata alla frontiera con l’Ucraina. Secondo un comunicato della Procura generale bielorussa, Kolesnikova sconterà la pena in un centro di reclusione generale, mentre Znak sarà portato in uno rafforzato.

“Maria e Maksim sono gli eroi per i bielorussi – si legge in un tweet della Tsikhanouskaya, figura dell’opposizione in esilio. Il regime vuole che li vediamo schiacciati ed esausti. Ma guarda, stanno sorridendo e ballando. Sanno che li rilasceremo molto prima di questi 11 anni. Le loro condizioni non dovrebbero spaventarci – Maksim e Maria non lo vorrebbero”.



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