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Cosmetica per la ripartenza. Sfide e numeri del settore

I numeri diffusi in occasione dell’Assemblea Pubblica di Cosmetica Italia tracciano il perimetro di un comparto che nonostante le conseguenze della pandemia ha saputo dimostrare resilienza. La ministra Gelmini: “Questa fiera è il simbolo della ripartenza. Il governo lavora incessantemente affinché non ci siano ulteriori chiusure e vorrei cogliere anche questa occasione per ribadire l’importanza delle vaccinazioni”

Oltre dieci miliardi di fatturato di settore, che salgono a 33,2 se si considera l’intera filiera. 36mila addetti diretti, che arrivano a 400mila con l’indotto. Oltre 4,1 miliardi di export e una bilancia commerciale del valore di 2,3 miliardi. Un mercato interno prossimo ai 9,8 miliardi. Sono i numeri diffusi in occasione dell’Assemblea Pubblica di Cosmetica Italia, che tracciano il perimetro di un comparto, quello cosmetico nazionale, che nonostante le inevitabili conseguenze della pandemia, ha saputo dimostrare resilienza. Complici l’indispensabilità dei prodotti per l’igiene per il contrasto dell’epidemia e la propensione ad accogliere nuove abitudini e forme di consumo.

L’Assemblea moderata dal giornalista del Tg1 Mario De Pizzo si è svolta nella giornata inaugurale della manifestazione che riporta fisicamente in fiera la cosmesi, dopo oltre un anno di kermesse digitali: OnBeauty by Cosmoprof Worldwide Bologna. Il talk show organizzato dall’Associazione si è tenuto  la mattina del 9 settembre, alle 11.15, presso l’Open Theatre al Centro Servizi del Quartiere Fieristico di Bologna. Il titolo scelto, Fiera e industria per la ripartenza: i driver del settore cosmetico tra sfide future e new normal, anticipa temi e contributi a programma.

CHI C’ERA

Dopo i saluti introduttivi di Renato Ancorotti, presidente di Cosmetica Italia e l’illustrazione dei dati del settore da parte di Gian Andrea Positano, responsabile Centro Studi Cosmetica Italia, a portare i saluti istituzionali è stato Vincenzo Colla, assessore allo sviluppo economico, green economy, lavoro e formazione Emilia Romagna.

A seguire la tavola rotonda che ha visto la presenza di Gianpiero Calzolari, presidente Bologna fiere, Debora Paglieri, presidente e ad Paglieri, Fulvia Aurino, direttore generale Puig italia, Carlo Maria Ferro, presidente Ice, Giuseppe Nardiello, presidente Fondazione Its Nuove tecnologie per la vita.

Intervenuto in video Gilberto Pichetto Fratin, viceministro allo Sviluppo Economico, mentre a conclusione dell’evento è giunta la lettera della ministra per gli Affari Regionali e le Autonomie Mariastella Gelmini. “Questa fiera è il simbolo della ripartenza – ha detto Gelmini – . Il settore dei cosmetici continua ad essere un modello per l’Italia in materia di investimenti e occupazione femminile. Il governo lavora incessantemente affinché non ci siano ulteriori chiusure e vorrei cogliere anche questa occasione per ribadire l’importanza delle vaccinazioni. Il meccanismo del Green pass ha consentito di agganciare la ripresa e il governo se necessario adotterà misure aggiuntive in materia vaccinale per garantire che queste aperture rimangano permanenti”.

Tra i padiglioni del quartiere fieristico bolognese, numerose altre iniziative organizzate dall’Associazione, anche nell’ambito di Cosmofarma Exhibition e SANA. Nell’ambito dell’evento è stato consegnato l’Attestato eccellenza Cosmast Master in Scienza e Tecnologia Cosmetiche dell’Università degli Studi di Ferrara a Giovanni Sgariboldi – Presidente Euroitalia.

LE PAROLE DI ANCOROTTI

“Dai microfoni del nostro palco – fa sapere Renato Ancorotti, presidente di Cosmetica Italia –, come ogni anno, usciranno interventi, analisi, racconti, case history e proposte per offrire una traccia del percorso fatto finora e individuare la direzione da seguire per un prossimo futuro all’insegna della ripresa. Un futuro fatto di sinergie, tra fiera e industria in primis, di sfide, senza dubbio, e di una nuova normalità, come sentiamo spesso dire adesso. Superata l’idea di un ritorno al “prima”, così come quella di un passaggio netto a un “dopo”, si affronta il cambiamento, giorno per giorno, un tassello alla volta. Accanto ai colleghi imprenditori e manager, alla stampa, alle associazioni e realtà a noi vicine, anche per quest’edizione estenderemo l’invito a intervenire ad alcuni esponenti del mondo politico e delle istituzioni, il cui supporto è ora più che mai fondamentale. Con coloro che sceglieranno di prendere posto insieme a noi, al podio, in una tavola rotonda, o tra le sedie della platea, potremo discutere e rappresentare le istanze di quello che, con la giusta spinta, sappiamo poter essere un comparto chiave per la ripartenza del sistema Paese. Porteremo l’attenzione sulle leve strategiche e le caratteristiche peculiari, che fanno della cosmesi – non ci stanchiamo di dirlo – un’industria che fa bene al Paese”.

NUMERI E PREVISIONI

In Europa il nostro Paese è il quarto sistema economico della cosmetica dopo Germania, Francia e Regno Unito. Le donne impiegate nel settore rappresentano il 54% degli addetti ai lavori (circa 19mila), quasi il doppio della media dell’industria manifatturiera, ferma al 28%. I laureati totali sono pari all’11% degli occupati, contro una media nazionale del 6% e le donne laureate sono circa il 45% dei laureati nel settore. Oltre agli specializzati in chimica farmaceutica e cosmetologia, sono numerosi gli addetti formati in economia e marketing di canale. In Italia le imprese della cosmesi investono circa il 6% del fatturato per l’innovazione e la tecnologia, la ricerca e lo sviluppo, contro una media nazionale stimata attorno al 3%. Il comparto cosmetico italiano vanta, inoltre, un importante primato nella produzione di makeup: il 55% dei prodotti da trucco consumati nel mondo è fabbricato in Italia, cifra che sale al 67% a livello europeo. Infine, lo sviluppo dell’impresa cosmetica è sempre più orientato alla sostenibilità, coniugando i risultati economici delle attività produttive con l’attenzione agli aspetti ambientali e sociali a queste connessi. In questo percorso è coinvolta l’intera filiera: la sfida è valorizzare e comunicare nel cosmetico finito tutti gli sforzi, l’innovazione e le azioni che ciascun anello, a monte e a valle del processo produttivo, mette in atto per contribuire a uno sviluppo sostenibile del settore.

“Il settore cosmetico, da sempre, si distingue per la sua aciclicità – commenta Gian Andrea Positano, responsabile Centro Studi Cosmetica Italia – e, anche in questo scenario macroeconomico particolarmente incerto, ha avuto una tenuta migliore rispetto a gran parte dei comparti del manifatturiero, dimostrando una forte capacità di reazione e dando luce alla positiva risposta delle imprese alle mutate modalità di acquisto e di consumo. Certamente gli effetti della crisi si sono fatti sentire e le difficoltà non sono mancate: nel 2020 il fatturato ha subito un calo di 12 punti percentuali rispetto all’anno precedente, e le esportazioni hanno registrato una contrazione ancora superiore, del 16,7%. Non fa eccezione il mercato interno, sceso del 9,6%. Le previsioni per il prossimo futuro, però, danno importanti segnali di ripresa e già nel 2022 si potrà tornare ai valori pre-Covid”.

COME CAMBIANO LE ABITUDINI

L’andamento dei singoli prodotti riflette in modo evidente le nuove abitudini dei consumatori, fortemente condizionate dall’emergenza sanitaria e dalle misure di contenimento dei contagi. Se, infatti, la riduzione delle occasioni di socialità ha provocato importanti cali su alcune categorie merceologiche, come il trucco viso (-28,9%) o la profumeria alcolica (-21,5%), la maggiore e attenzione per l’igiene personale ha portato alla crescita dell’insieme dei prodotti legati a questa funzione (+6%). In particolare, i saponi liquidi hanno registrato un picco: +35%. Un dato strettamente connesso con le indicazioni delle autorità sanitarie, a partire dall’OMS, per il contrasto della pandemia, che hanno indicato come primo comportamento indispensabile da adottare il lavaggio frequente delle mani.

Anche le dinamiche legate ai diversi canali di distribuzione rispecchiano i cambiamenti imposti dallo stato di emergenza, che ha avuto un forte impatto sulla frequentazione dei punti vendita fisici, portando i cittadini a scelte obbligate sulla base di aperture e chiusure. I cali più consistenti nei consumi cosmetici si rilevano nei centri estetici (-29%), in profumeria (-26,1%), in erboristeria (-26%) e nei saloni di acconciatura (-22,5%). Buona, invece, la tenuta della grande distribuzione e della farmacia, esercizi che non hanno particolarmente risentito di chiusure imposte, con contrazioni rispettivamente del 3,8 e del 3,5%. Si distingue il segno più registrato dall’e-commerce, in crescita di 42 punti percentuali: una performance in parte condizionata dalle limitazioni alla mobilità, ma anche il segnale dell’affermazione di nuove scelte d’acquisto destinate a rimanere irreversibili.

GUARDA IL VIDEO DELL’ASSEMBLEA



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