Grazie all’autorizzazione dell’editore e dell’autore, pubblichiamo il commento di Riccardo Ruggeri, saggista ed editore, apparso sul quotidiano Italia Oggi diretto da Pierluigi Magnaschi.
Angelo Ogbonna, difensore centrale del Toro, è passato alla Juve, i tifosi granata non hanno reagito. É una notizia. Non ci sono state le solite violenze, le volgarità verso di lui, verso Cairo, verso la Juve. Bene. Gran parte del merito va ascritto a Ogbonna. L’ho apprezzato moltissimo come uomo quando, nella comparsata del «Sanremo politicizzato» di Fabio Fazio, alla domanda «para-razzista» sullo jus soli, Ogbonna rispose: «La cittadinanza italiana automatica per gli stranieri che nascono qui? Non saprei, credo che ognuno debba poter scegliere». Con questa risposta esemplare, Ogbonna è stato eliminato da ogni futura comparsata televisiva «anti razzista». Lo stesso è successo con la carta stampata, quando Repubblica ha attaccato con «Parliamo di razzismo?» Tranquillo Ogbonna ha risposto: «Parliamone pure, ma vi dico che io mai sono stato vittima di un episodio razzista. Se notate una diversità in me è un problema vostro, non mio». Anche con la «carta stampata» Ogbonna ha chiuso, dopo aver pronunciato parole sacrosante. Siamo in presenza di un ragazzo di vent’anni dalla pelle nerissima, con un cervello e un’educazione di prim’ordine, che pochissimi «pseudo» bianchi hanno, fra cui quelli che fanno domande simili attendendosi risposte utili ai loro loschi fini.
Il problema è nostro, anzi è loro. Sto con Ogbonna, contro tutti i razzismi. Contro il razzismo «animale» di Calderoli verso Kyenge, il razzismo «fisico» del Nobel Fo verso il «nanismo» di Brunetta, il razzismo «antropologico» di Grillo verso lo «psico-nano» Berlusconi. Individui orrendi in modi diversi.
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