Tra i protagonisti del Mediterranean aerospace matching (Mam) di Grottaglie, Marco Minniti e Michele Emiliano hanno dato spazio a un dialogo sulla “grande opportunità” per l’Italia nella scena internazionale. Tra Aukus, ritiro dall’Afghanistan e tre sfide che premono sull’Europa da sud, il Mediterraneo torna centrale. E la Puglia…
Un dialogo inaspettato sulla centralità del Mediterraneo e sulle opportunità per l’Italia nei grandi cambiamenti internazionali è andato in scena oggi a Grottaglie. Protagonisti Marco Minniti, presidente della Fondazione Med-Or, e Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia. Contesto di riferimento: l’avvio del Mediterranean aerospace matching (Mam), la tre-giorni organizzata sullo scalo tarantino dal Distretto tecnologico aerospaziale pugliese (Dta) e da Aeroporti di Puglia per indagare il futuro dell’aerospazio.
Complici gli interventi a braccio e un ritardo nella scaletta, il keynote speech di Minniti e l’intervento introduttivo di Emiliano si sono trasformati in un dialogo incentrato sulle possibilità italiane per acquisire protagonismo in Europa e oltre.
Sono tre le sfide che hanno ridato centralità al Mediterraneo, ha spiegato Minniti: l’immigrazione (“un tema strutturale”), il terrorismo (“gran parte della minaccia è in Africa”) e la competizione per le materie prime rare. Una centralità diversa dal passato, considerando i “cambiamenti epocali” degli ultimi anni. L’esempio è “la presenza turca e russa in Libia, incredibile fino a due anni fa”, il “più importante cambiamento nella storia del Mediterraneo negli ultimi cento anni”, sintomo del ritorno di ambizioni zariste (per Mosca) e ottomane (per Ankara). Sono dinamiche “che non devono essere demonizzate”, ha chiarito il presidente della Fondazione Med-Or, perché altrimenti si cadrebbe nel rischio di identificare qualcuno come “male assoluto”, un’attribuzione che “non compete a chi si occupa di relazioni internazionali”.
Tutto ciò rilancia il ruolo dell’Europa: “deve occuparsi del Mediterraneo e capire che è un pezzo fondamentale del suo futuro nel rapporto con l’Africa”. Per farlo ha bisogno dell’Italia, che dunque dovrà muoversi seguendo “un doppio movimento”. Il primo riguarda la ricerca di consenso in Europa. Il secondo parla invece “del sistema di relazione con gli altri Paesi del Mediterraneo”. È qui che si colloca una “straordinaria opportunità”, ha detto Minniti, citando a titolo esemplificativo il webinar organizzato dall’Agenzia spaziale italiana (Asi) con le omologhe di 17 Paesi dell’area. “Nel campo delle nuove tecnologie – ha spiegato l’ex ministro dell’Interno – c’è voglia di rapportarsi in modo importante con l’Italia”.
L’obiettivo in termini relazionali è la costruzione di una “comune identità mediterranea su clima, cibo, salute e spazio”. Per questo il primo progetto della Fondazione Med-Or si è concentrato sulla partnership con l’Università Luiss e la Mohammed VI Polytechnic University di Rabat, con una serie di borse di studio per studenti marocchini che verranno in Italia. L’obiettivo è relazionale, così da porre le basi per i contatti tra le future classi dirigenti: “vuol dire – ha detto il presidente della Fondazione – mettere le migliori condizioni per future relazioni tra questi Paesi”. Certo, ha rimarcato Minniti, per sfruttare l’occasione bisogna fondarsi “sull’idea di sistema-Paese, e questo è stato purtroppo il nostro punto di fragilità in passato”.
Ma perché Minniti ha portato questa visione a Grottaglie, nella giornata di apertura della prima edizione del Mediterranean aerospace matching (Mam), un evento che punta a diventare salone di riferimento su scala internazionale? Perché ciò che lega le possibili aree di costruzione con gli altri Paesi mediterranei è “l’innovazione tecnologica”. Qui, ha chiosato Minniti, “c’è il ruolo dell’Italia al centro del Mediterraneo, un Paese saldamente collocato in Europa e nell’Occidente, ma interlocutore naturale e capace degli altri Paesi del Mediterraneo”, sfruttando anche le “opportunità di sviluppo commerciale”. Di più: “Il Mezzogiorno può essere un grande hub che tenga insieme innovazione, ricerca scientifica e capacità produttiva”. E la Puglia? “È una piattaforma naturale da questo punto di vista”.
A Minniti ha risposto Michele Emiliano, succedutogli sul podio dell’evento a Grottaglie. “Abbiamo capito dove l’Onnipotente ci ha posto”, ha detto il governatore della Puglia. “Dopo il raddoppio del canale di Suez e gli altri eventi di cui hai parlato tu – rimarcato rivolgendosi a Minniti – siamo a un incrocio rilevantissimo”, un “luogo di accoglienza per eccellenza” ma anche “l’estrema linea del sistema difensivo italiano”.
Da Emiliano è dunque arrivato l’apprezzamento per il lavoro “importantissimo” che il premier Mario Draghi sta facendo “nel G20 per far sì che le grandi potenze prendano atto di ciò che sta accadendo nel Mediterraneo e delle difficoltà che abbiamo di fronte”.
Poi il riferimento alla cronaca recente, l’Aukus e il ritiro dell’Afghanistan, per molti l’evidenza dell’esigenza per l’Ue di assumersi maggiori responsabilità, una necessità ribadita da Minniti come da Emiliano. “Siamo a un momento di svolta – ha detto il governatore – che potrebbe dare maggiore solidità a ciò che l’Europa deve essere nella Nato come entità complessiva, e non solo come singoli”.
Su questo anche la Puglia vuole dire la sua. “Siamo al posto giusto nel momento giusto, con le strutture giuste e gli amici giusti”, ha detto Emiliano. “Non ragioniamo con ridicolo campanilismo – ha assicurato – ma con la certezza di lavorare per il bene dell’Italia”.
È in questo quadro che si inserisce l’ambizione del Mediterranean aerospace matching, “una fiera partita con umiltà, perché non poteva essere diversamente”, ha spiegato il presidente di Regione Puglia. Eppure, tra i lavori per lo spazioporto e le strutture per droni, le prospettive di sviluppo sono concrete. “Tra qualche anno – ha concluso Emiliano – faranno a botte per essere qui”.