L’Italia derubata e colpita al cuore guarda insieme a tanti altri europei alle elezioni francesi. Ma l’Italia assassinata dai giornali e dal cemento dovrebbe provare a guardare anche alla Spagna. Un articolo de El Pais, pubblicato il 10 aprile sembra assomigliare a un qualsiasi articolo italiano, o forse no. Senza alcuna remora, il quotidiano spagnolo ripercorre tutti i partiti protagonisti delle prossime elezioni (22 maggio) e il numero di imputazioni per corruzione pendenti sui rispettivi candidati. Con meno di tre click si ottiene pubblicamente la lista, dal sito Vavel: 127 nomi a cui viene associato il caso giudiziario per cui sono imputati.
Vale la pena di ricordare la Spagna e la sua idea di dare vita alla mappa della corruzione, quell’iniziativa che ha tra l’altro dato vita al movimento degli indignados, nel maggio del 2011.
Indignati si, e mai indifferenti, perché “la corruzione è nemica della democrazia” come diceva il Presidente Sandro Pertini. E’ incoraggiante quindi vedere che un Paese europeo, un Paese mediterraneo abbia il coraggio di partecipare attivamente alla lotta alla corruzione anche in un momento difficile, un momento di assedio finanziario, un momento in cui molti ci vorrebbero narcotizzati da parole quali spread e debito.
Roma-Madrid, meno di 2000 km. In Italia, si attende ancora che venga discussa la proposta di ddl anti-coruzione alle Camere. Intanto, il 6 e 7 maggio, molti italiani saranno chiamati alle urne, per scegliere i rappresentanti a loro più vicini. Sarebbe stato quindi illuminante per una democrazia minata dall’affarismo e dal protagonismo avere anche in casa nostra un elenco completo dei politici o politicanti, ma comunque candidati, imputati per reati contro la PA. Se è ancora possibile, come lo è purtroppo anche in Spagna, che soggetti su cui pendono cause per reati di corruzione siano candidati, allora appare quasi come un dovere istituzionale dare agli elettori la possibilità di conoscere veramente questi candidati.
Basta spingersi un po’ più in là oltreoceano, partendo dalla Spagna, per osservare come si fa, perché si può fare. E’ la storia della legge brasiliana “Ficha Limpa”, una storia bellissima, che parte dal coraggio e dalla partecipazione di milioni di brasiliani, quelli che un anno dopo ancora più numerosi, nel 2011, occuparono le strade delle città con le scope, quelle vere, per ripulire le piazze dalla corruzione.
Brasilia-Roma, tanti chilometri e un oceano in mezzo. Il sito del Ministero della Giustizia italiano, rende noti i dati sui reati per corruzione in Italia, come richiesto dal Greco ad ottobre 2011. Sono in totale sette tabelle, riguardanti archi temporali diversi, sintetizzano il numero di reati commessi e il numero delle persone coinvolte divise per sesso, il numero di condanne e i diversi livelli raggiunti dai procedimenti. Peccato però che questi dati siano disordinati e troppo poco informativi. Non informano sul fenomeno in generale né sui soggetti coinvolti. L’Italia ha tanta strada da fare, non importa se verso la Spagna o verso il Brasile o entrambi.
Gli italiani soprattutto hanno il dovere di mettersi in viaggio, uniti e decisi verso le proprie istituzioni partecipandole, spronandole, esigendo austerità morale, la sola auspicabile in questo preciso momento storico, quella che non scende a compromessi con i corrotti, quella che ricorda la propria cultura di una politica delle “Mani Pulite”.
Marta Fana
Laureata in Economia Europea presso l´Università di Roma Tor Vergata. Ha conseguito il Master of science a Toulouse School of Economics e il Master of Art in Economics presso il Collegio Carlo Alberto di Torino.