Il nodo del rinnovo del contratto di programma e dell’aumento delle tariffe aeroportuali è stato sciolto nel dicembre scorso, ma per la società Aeroporti di Roma (Adr) gli ostacoli, anche per il rilancio dell’aeroporto di Fiumicino, non sono finiti. A legare le mani al gruppo è adesso la burocrazia. Un fatto inaccettabile secondo Fabrizio Palenzona, presidente della società aeroportuale pronta a nuovi investimenti nello scalo romano dopo la fusione con il gigante autostradale Atlantia.
Il decreto interministeriale
“Un nuovo ostacolo – sottolinea infatti il Sole 24 Ore – tiene bloccato l’avvio di 2 miliardi investimenti da realizzare entro il 2021. Un passaggio politico-amministrativo, ovvero l’emanazione di un decreto interministeriale, che costituisce l’atto finale di un lungo processo autorizzativo per la valutazione dell’impatto ambientale che è già stato completato da mesi. Manca, perché è alla firma da oltre un mese e lì resta”.
La lettera di Palenzona
La denuncia è stata messa nero su bianco proprio da Palenzona in una missiva inviata al presidente del consiglio Enrico Letta, ai ministri per l’Ambiente, Andrea Orlando, per i Beni culturali, Massimo Bray, per le Infrastrutture, Maurizio Lupi. “Sia io che la società che rappresento – commenta nella lettera Palenzona – vogliamo essere parte attiva, non solo nell’adeguamento della struttura aeroportuale della capitale, ma anche nel sostegno dell’economia. Così come noi, anche lo Stato nelle sue diramazioni dovrebbe puntare a questo, altrimenti sarebbe uno Stato Sordo e Cieco”.
L’ok dei soggetti coinvolti
“L’aspetto un po’ singolare della vicenda – prosegue il Sole 24 Ore – è che si sta parlando di adeguamento e ampliamento di Fiumicino sud, area dove già insiste lo scalo. Su questa fetta degli investimenti c’è il consenso di buona parte dei soggetti coinvolti, inclusa l’amministrazione comunale di Fiumicino che invece osteggia l’allargamento a nord per motivi ambientali”.
“L’ampliamento di Fiumicino sud – spiega Palenzona – prevede la realizzazione di 3 terminal e aree di imbarco per complessivi 180 mila metri quadrati, l’incremento del numero di piazzole da 122 a 166 e 39 nuovi pontili indispensabili per accogliere l’attesa crescita del traffico, in particolare intercontinentale”.
Gli adempimenti che scoraggiano gli investimenti
Amare le riflessioni di Palenzona, che si allineano alle polemiche degli investitori stranieri che accusano l’Italia di essere come l’Africa quanto ad appeal, come ha sottolineato il Times proprio durante il tour del premier Enrico Letta a Londra per convincere la community finanziaria delle grandi potenzialità degli investimenti in Italia. “In questo periodo di profonda crisi economica e finanziaria – sottolinea Palenzona – in Italia anche chi dispone di risorse, ha le capacità e la volontà di investire sulle infrastrutture si trova, nella maggior parte dei casi, a combattere con una serie di adempimenti che, nella migliore delle ipotesi, rallentano l’avvio e la realizzazione degli investimenti”.