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Blinken a Parigi. Una chance per rilanciare i rapporti Ue-Usa

È un bagaglio pesante quello che accompagnerà il Segretario di Stato Usa Antony Blinken nel suo viaggio in Europa, direzione Parigi. Da Aukus all’Afghanistan, i rapporti con gli alleati Ue sono a un punto di svolta. E il Consiglio tech riunito a Pittsburgh in questi giorni è un primo, importante segnale di rilancio. Il commento di Brian Katulis, Senior fellow del Center for American Progress (Cap)

Il Segretario di Stato americano Antony Blinken tornerà in Europa la prossima settimana. Visiterà la Francia, a riprova dello sforzo in corso per allentare le tensioni con l’Eliseo ancora infuriato con l’amministrazione Biden per Aukus, il patto sui sottomarini con Australia e Regno Unito che ha affondato un altro accordo tra francesi e australiani.

Blinken, che sarà accompagnato dall’inviato per il Clima John Kerry e dalla Rappresentante per il Commercio Katherine Tai, presiederà la riunione ministeriale dell’Oecd. Ma il focus della visita sarà il rilancio dei rapporti bilaterali con la Francia, che ha richiamato il suo ambasciatore all’indomani dell’intesa sottomarina, un mese fa.

Se questa settimana tutti gli occhi saranno puntati sull’intesa franco-americana, gli scorsi due mesi hanno sollevato preoccupazioni sull’approccio della politica estera di Biden e la volontà del suo team di un approccio coordinato con i partner europei. Dopo aver speso i primi mesi a presentarsi come il ritorno all’affidabilità strategica e alla normalità, dopo una forte dimostrazione durante il primo viaggio da presidente di Biden in Europa, il team della sicurezza nazionale di Biden ha attraversato un’estate e un inizio autunno traumatici. In aggiunta al putiferio Aukus, il ritiro pasticciato dall’Afghanistan e l’assenza di un coordinamento da parte americana hanno insinuato dubbi e timori fra i più stretti alleati transatlantici.

La breve luna di miele tra una parte all’altra dell’Atlantico è arrivata al capolinea a inizio estate, ed ora Europa e Stati Uniti stanno entrando in una nuova fase della loro relazione sotto l’amministrazione democratica. Un segnale importante del tentativo di riapprofondire i legami transatlantici è arrivato questa settimana a Pittsburgh, in Pennsylvania. Qui funzionari americani ed europei si sono incontrati e hanno annunciato nuove iniziative per rafforzare la cooperazione sulla tecnologia e il commercio, con un occhio aperto sulla competizione con la Cina e il suo modello economico alternativo, e autocratico.

Questi sforzi partono dalle discussioni avviate durante il precedente viaggio di Biden in Europa. L’obiettivo è portare all’interno dell’alleanza transatlantica nuovi elementi di cooperazione sul piano economico, regolatorio e tecnologico, in un momento in cui diversi Paesi democratici nel mondo stanno cercando di trovare una risposta alternativa alle strategie economiche assertive della Cina. Al di sotto della superficie dell’intesa fra Ue e Usa però sono in agguato tensioni più profonde e non risolte su alcuni problemi chiave, inclusa una disputa per le tariffe sull’acciaio e altre questioni di competizione commerciale.

Un aspetto interessante dell’incontro a Pittsburgh – tenuto lì per mostrare come una città che nell’era industriale era un centro manifatturiero si sia trasformata in un nuovo hub tecnologico – è quanta poca attenzione abbia attirato in America. C’è un possibile, incombente shutdown del governo evitato di un soffio questa settimana. Poi un dibattito in corso al Congresso per investimenti mastodontici nelle infrastrutture e nella sanità sociale del Paese. Infine una profonda disfunzione politica che ha portato a uno stallo e rischia di minacciate un default del debito americano. Tutti questi eventi, insieme alla notizia che la cantante Britney Spears ha finalmente visto la fine della tutela legale del padre per ordine di una corte, hanno attirato l’attenzione degli americani durante la settimana. Molto più di quanto non lo abbia fatto il summit per la tecnologia e il commercio fra Ue e Usa. L’America attraversa un periodo di grandi avvenimenti sul fronte interno. Alcuni più importanti, altri molto più banali.

Più in generale, gli scorsi due mesi hanno sollevato domande sulle priorità strategiche del Paese e la sua visione al cuore della sua politica estera, nonché sulla modalità di relazionarsi con i più stretti alleati in Europa. A corroborare queste incertezze ci sono anche dinamiche interne europee – i continui sforzi per la pandemia e le relative sfide economiche, o ancora le nuove preoccupazioni per la sicurezza energetica. A questo si aggiunge la fuoriuscita di Angela Merkel dopo 16 anni alla guida della Germania che ha scritto un grande punto interrogativo sul futuro europeo. Per finire, le implicazioni della sconfitta strategica sofferta dagli Stati Uniti e dai loro partner della Nato in Afghanistan – la prima grande operazione militare della Nato al di fuori della sua area di competenza – non sono ancora state chiarite né contemplate tra le due parti dell’Atlantico.

Quando il Segretario di Stato Blinken si dirigerà in Francia questa settimana, porterà con sé un nuovo bagaglio che era assente nei suoi precedenti viaggi in primavera ed estate. Una parte riguarda gli errori operativi e tattici che l’amministrazione Biden ha commesso con Aukus e l’Afghanistan, mostrando un mix curioso di pensiero strategico di gruppo e assenza di un coordinamento tattico sufficiente. Se l’America non riesce a fare bene entrambe le cose senza escludere i suoi partner, come può occuparsi di sfide ancora più grandi come la Cina o il cambiamento climatico? Una parte del bagaglio di Blinken invece riguarda la condizione cronica del sistema politico ed economico americano e i dubbi sulla sua capacità di rilanciare il ruolo competitivo dell’America nel mondo.

L’amministrazione Biden è entrata in carica con l’intenzione di schiacciare i bottoni CTRL-ALT-DELETE sulle relazioni fra Europa e Stati Uniti. Oggi alcuni dei suoi errori evitabili, così come le circostanze cambiate in Europa, presentano nuovi ostacoli sul cammino per allinearsi con i partner europei. Il viaggio di Blinken in Francia e l’incontro a Pittsburgh passato in sordina questa settimana sono due ottimi primi passi per rimettere sui giusti binari i rapporti transatlantici.


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