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Il superbonus a rischio tra prezzi delle commodities e mancanza di manodopera

Quali sono le criticità riguardo al superbonus e alla sua complessa applicazione? Sono prevalentemente attinenti al rincaro delle materie prime, così come alla difficoltà nel trovare manodopera qualificata. L’Ance stima, per il 2022, un fabbisogno occupazionale di circa 265mila posti di lavoro nell’edilizia. Mancherebbero all’appello almeno il 60% degli operai specializzati necessari alla realizzazione dei lavori. L’analisi di Nunzio Panzarella, responsabile Relazioni istituzionali Angi – Associazione nazionale giovani innovatori

Si profilano all’orizzonte diverse difficoltà che rischiano di minare l’efficacia del Superbonus 110% (e di conseguenza il rilancio dell’edilizia). I fattori principali sono l’aumento vertiginoso dei prezzi dei materiali di cantiere (sempre più di difficile reperibilità) ma anche la manodopera.

Il boom dei prezzi delle materie prime, insieme alla difficoltà nel reperire la manodopera, sta allarmando Ance, l’associazione di categoria dei costruttori.

Il ciclo rialzista è sicuramente frutto dell’aumento della domanda nel mercato interno, ma è soprattutto il prodotto del generale trend dominante su scala globale. L’accelerata ripresa delle economie mondiali, la fine dei lockdown, gli investimenti miliardari, la corsa dell’inflazione si sono scaricati contemporaneamente sui materiali strategici per l’industria e le costruzioni.

Nino Carmine Cafasso, giuslavorista e affermato consulente del lavoro napoletano, ospite a Rai1 ad Uno Mattina, ha spiegato nel dettaglio il Superbonus e le difficoltà ad esso connesse. Per Cafasso, l’aumento delle commodities impiegate nel comparto edile, sta facendo sì che le imprese che abbiano già iniziato a lavorare con preventivi chiusi mesi fa, sono in bilico nei margini, considerando il rincaro di alcuni materiali non conteggiato nei prezzi chiusi con il cliente.

Altro problema, sottolineato sempre da Cafasso (che è anche presidente Ais, Associazione imprese di servizi) è quello della carenza di manodopera qualificata che rende i lavori potenzialmente più lenti e costringe committenti e imprese, realizzanti i lavori del Superbonus, a doverli spalmare su un lasso temporale più lungo esponendoli maggiormente alla fiammata dei prezzi.

L’Ance stima, per il 2022, un fabbisogno occupazionale di circa 265mila posti di lavoro nell’edilizia. Mancherebbero all’appello almeno il 60% degli operai specializzati necessari alla realizzazione dei lavori. Effetto di una lunga crisi più che decennale che ha portato alla distruzione di un patrimonio di piccole imprese e di maestranze difficilmente sostituibili e di un sapere pratico di cui oggi si sente fortemente la mancanza.

È chiaro come la politica, che è intervenuta già sulle semplificazioni, dovrà introdurre delle misure per calmierare i prezzi e investire nella formazione di figure professionali, partendo dal recupero della tradizione artigiana della carpenteria e della muratura, cercando di fonderla con competenze moderne che gli Its (che tra l’altro sono istituti scolastici molto cari al ministro Bianchi) potranno offrire. Il Made in Italy è anche questo.



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