Il Sinodo sulla sinodalità in corso è una tappa fondamentale del cammino della Chiesa nel Terzo Millennio. Un documento recente della Commissione Teologica Internazionale apre uno spaccato sulla visione di Papa Francesco. Il commento del teologo Simone Billeci
Da pochi giorni ha avuto inizio il sinodo sulla sinodalità. “Il cammino della sinodalità è il cammino che Dio si aspetta dalla Chiesa del terzo millennio”: questo l’impegno programmatico proposto già da Papa Francesco nella commemorazione del cinquantesimo anniversario dell’istituzione del Sinodo dei Vescovi. La sinodalità, infatti, afferma Francesco, “è dimensione costitutiva della Chiesa”, così che “quello che il Signore chiede, in un certo senso, è già tutto contenuto nella parola sinodo”.
Un importante documento recentemente prodotto dalla Commissione Teologica Internazionale (2 marzo 2018), dal titolo “La sinodalità nella vita e nella missione della Chiesa”, offre significativi spunti di riflessione a riguardo.
Il documento, in particolare, intende offrire alcune linee utili sull’approfondimento teologico del significato di suddetto impegno insieme a qualche orientamento pastorale circa le implicazioni che ne derivano per la missione della Chiesa. Nell’introduzione si richiamano i dati etimologici e concettuali necessari a chiarire in forma preliminare il contenuto e l’uso della parola “sinodalità”, per poi contestualizzare la pregnanza e la novità dell’insegnamento che è offerto in proposito dal Magistero nel solco del Concilio Vaticano II.
Il documento, in sostanza, s’impegna nei due primi capitoli a rispondere all’esigenza di approfondire il significato teologico della sinodalità nella prospettiva dell’ecclesiologia cattolica in sintonia con l’insegnamento del Vaticano II. Nel primo, si risale alle fonti normative della Sacra Scrittura e della Tradizione per mettere in luce il radicamento della figura sinodale della Chiesa nel dispiegarsi storico della Rivelazione e per evidenziare i fondamentali connotati e gli specifici criteri teologici che ne definiscono il concetto e ne regolano la pratica.
Nel secondo, si propongono i fondamenti teologali della sinodalità in conformità alla dottrina ecclesiologica del Vaticano II, articolandoli con la prospettiva del Popolo di Dio pellegrino e missionario e con il mistero della Chiesa comunione, con riferimento alle proprietà distintive dell’unità, santità, cattolicità e apostolicità della Chiesa. Da ultimo si approfondisce il rapporto tra la partecipazione di tutti i membri del Popolo di Dio alla missione della Chiesa e l’esercizio dell’autorità dei Pastori.
Il terzo e il quarto capitolo, su questa base, intendono offrire alcuni orientamenti pastorali: il terzo, in riferimento all’attuazione concreta della sinodalità ai vari livelli, nella Chiesa particolare, nella comunione tra le Chiese particolari in una regione, nella Chiesa universale; il quarto, in riferimento alla conversione spirituale e pastorale e al discernimento comunitario e apostolico richiesti per un’autentica esperienza di Chiesa sinodale, apprezzandone i positivi riflessi nel cammino ecumenico e nella diaconia sociale della Chiesa.
Ed è proprio sul quarto capitolo, dal titolo “La conversione per una rinnovata sinodalità”, che intendiamo qui brevemente soffermarci.
Il documento, in particolare, evidenzia come la conversione pastorale per l’attuazione della sinodalità esige che alcuni paradigmi spesso ancora presenti nella cultura ecclesiastica siano superati, perché esprimono una comprensione della Chiesa non rinnovata dalla ecclesiologia di comunione. Tra essi il documento contempla: la concentrazione della responsabilità della missione nel ministero dei Pastori; l’insufficiente apprezzamento della vita consacrata e dei doni carismatici; la scarsa valorizzazione dell’apporto specifico e qualificato, nel loro ambito di competenza, dei fedeli laici e tra essi delle donne.
In questo senso, la grande sfida per la conversione pastorale che ne consegue per la vita della Chiesa oggi è intensificare la mutua collaborazione di tutti nella testimonianza evangelizzatrice a partire dai doni e dai ruoli di ciascuno, senza clericalizzare i laici e senza secolarizzare i chierici, evitando in ogni caso la tentazione di un eccessivo clericalismo che mantiene i fedeli laici al margine delle decisioni.
“Camminare insieme – insegna Papa Francesco – è la via costitutiva della Chiesa”. Che il sinodo sulla sinodalità possa davvero raggiungere tale intento.