Tre eventi in due giorni hanno riunito lo Spazio al Padiglione Italia di Expo2020, in scena a Dubai. Astronauti, rappresentanti industriali, istituzioni e mondo della ricerca si sono ritrovati per indagare le opportunità di sviluppo del settore e i possibili benefici per la vita sulla Terra. Ecco cosa è emerso, tra “Lunar Space Economy” e sostenibilità oltre l’atmosfera
Sono giorni “spaziali” all’Expo2020 di Dubai, dove è partita la settimana tematica dedicata al settore extra-atmosferico. L’Italia si candida a essere tra i protagonisti delle diverse iniziative, con tre eventi in due giorni per indagare le opportunità di sviluppo oltre i confini della Terra. A maggio l’Agenzia spaziale italiana (Asi) ha firmato per questo un apposito protocollo d’intesa con il Padiglione Italia. Prevede il reciproco impegno a “una collaborazione culturale e scientifica sui temi dello Spazio e dell’aerospazio, con particolare riguardo ai sistemi di osservazione della Terra e alle ricadute in termini di sostenibilità ambientale”. L’accordo comprende varie iniziative durante il semestre espositivo, a partire da questa settimana, la seconda dell’Expo, che (dopo “clima e biodiversità”) gli organizzatori hanno voluto dedicare proprio allo Spazio.
Oggi, il dibattito si è concentrato sulla “Lunar Space Economy”. A fare gli onori di casa il commissario generale per l’Italia a Expo 2020 Paolo Glisenti, insieme al presidente dell’Asi Giorgio Saccoccia e all’ad di Leonardo Alessandro Profumo. Due key-note speech sono stati affidati a Josef Aschbacher e a Bill Nelson, rispettivamente direttore generale dell’Esa e amministratore della Nasa, quasi a voler confermare il doppio binario delle ambizioni italiane verso la Luna: la partecipazione all’Esa e il rapporto bilaterale (privilegiato) con gli Stati Uniti. Sono intervenuti anche il noto designer Giulio Cappellini e gli astronauti Luca Parmitano e Hazza Al Mansouri, con tanti esponenti del mondo della ricerca (italiana e non solo).
“L’Italia è tra i protagonisti del settore e saremo tra i leader nella corsa allo Spazio a cui partecipiamo da tanti anni; l’Asi vuole investire risorse in cooperazione con la nostra industria per portare avanti le nuove missioni lunari”, ha detto Saccoccia. “Leonardo – gli ha fatto eco Profumo – è pronta a fare la sua parte: abbiamo una vasta esperienza legata a tecnologie all’avanguardia per supportare il viaggio dell’umanità verso la Luna e oltre; dall’infrastruttura orbitante alle tecnologie abilitanti come la robotica, l’elettro-ottica, l’intelligenza artificiale e la sicurezza informatica, fino a servizi come l’osservazione della Terra, le comunicazioni e la navigazione”. Tanti gli esempi citati, come il ruolo di Thales Alenia Space nella realizzazione del Lunar Gateway o quello di Telespazio per studiare l’infrastruttura che permetterà di fornire servizi di telecomunicazioni e navigazioni a chi opererà sulla Luna.
Anche perché, grazie alle intese con gli Usa, l’Italia sarà già a bordo della prima missione di Artemis, il programma americano per tornare (e restare sulla Luna). Il razzo Sls (con la capsula Orion, senza equipaggio) viaggerà intorno al satellite naturale all’inizio del prossimo anno. A bordo ci sarà anche ArgoMoon, piccolo satellite realizzato da Argotec, unico payload europeo sul vettore, chiamato a monitorarne il viaggio con immagini ad alta risoluzione. E poi ci sono tutte le possibili applicazioni che la corsa al nostro satellite naturale renderà necessarie per esplorazione e ricerca, un campo di grandi opportunità per tante realtà nazionali. Ciò vale per la Luna come per le orbite terrestri, lì dove si concentrano gli interessi della cosiddetta New Space Economy. Corrono paralleli agli innumerevoli servizi che lo Spazio è in grado di abilitare sulla Terra, capaci di richiamare l’attenzione di tanti investitori.
Tutto passa per la capacità di innovazione, un tema indagato oggi, sempre al Padiglione Italia, alla presentazione della terza edizione del #T-TeC, il contest di open innovation targato Leonardo e Telespazio. È aperto a studenti e ricercatori di università di tutto il mondo, con l’obiettivo di valorizzare idee innovative e promuovere lo sviluppo tecnologico. A lanciare il concorso di quest’anno sono stati, tra gli altri, l’ad di Telespazio e coordinatore delle attività spaziali di Leonardo Luigi Pasquali, il senior vice president Innovation and IP di Leonardo Pierpaolo Gambini, il ctio di Telespazio Marco Brancati e il principle engineer dell’agenzia spaziale emiratina Sultan Al Zeidi.
Ieri, invece, è andato in scena il convegno “Space 4 Sustainability” organizzato da Avio, con la partecipazione di Luca Parmitano e tanti rappresentanti delle eccellenze nazionali, industria e ricerca. Insieme al commissario Glisenti e al presidente Saccoccia, sono intervenuti la direttrice dell’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari dello spazio extra-atmosferico Simonetta di Pippo e all’ad di Avio Giulio Ranzo. Anche in questo caso tanti i rappresentanti industriali: Andrea Pontremoli (Dallara), David Avino (Argotec), Pasquali (Telespazio), Comparini (Thales Alenia Space Italia), Gilberto Gabrielli (Tolo Green). Presente anche tanta accademia, con Michèle Lavagna (PoliMi), Giacomo Cao (CRS4) e Livia Visa (Università di Pavia).
Al centro del dibattito la sostenibilità delle attività spaziali. “La tecnologia spaziale spinge verso la rinnovabilità e il riutilizzo – ha detto Parmitano – e, successivamente, a importare le tecnologie spaziali sulla Terra e utilizzarle lì dove hanno lo stesso tipo di applicazione”. Giulio Ranzo ha notato che “c’è una crescita della domanda di attività spaziali” e che dunque “i costi di lancio dovranno essere sempre più contenuti”. Avio propone per questo Vega C e Vega E, le evoluzioni del vettore made in Italy. C’è poi il progetto europeo (con tanto interesse italiano) per Space Rider: “Il nostro Paese – ha spiegato Ranzo – ha avuto la visione di fare per primo qualcosa che gli altri non avevano fatto, ossia mandare nello spazio un velivolo che rimarrà in orbita per mesi facendo diverse attività, per poi rientrare a sulla Terra ed essere riutilizzato”.
Ma lo Spazio è presente anche in mostra statica presso il Padiglione Italia. Leonardo ha portato la trivella robotica della missione europea ExoMars2020, realizzata con il supporto dell’Asi per andare alla ricerca di tracce di vita (presente o passata) nel sottosuolo di Marte, e un sofisticatissimo orologio atomico (all’idrogeno) realizzato per applicazioni spaziali di altissima precisione. Nell’Innovation Space c’è inoltre una riproduzione del lanciatore Vega C di Avio, tra le installazioni chiamate a evocare obelischi e statue del passato nell’orto-giardino del Padiglione Italia.
(Foto Twitter: @ItalyExpo2020)