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L’Europa premia Navalny. Chi (non) applaude

Il Premio Sakharov per la libertà di pensiero è andato al più acuto critico del presidente Putin. Ecco tutte le reazioni, i silenzi e le possibili conseguenze del prestigioso riconoscimento dell’Unione europea

Per il suo “immenso coraggio” nella difesa dei diritti umani, e la battaglia instancabile “contro la corruzione del regime di Vladimir Putin in Russia”, Alexei Navalny è stato premiato dall’Unione europea con il più importante riconoscimento, il Premio Sakharov per la libertà di pensiero.

“Questo gli è costato la libertà e quasi la vita – scrive il Parlamento europeo su Twitter, spiegando la scelta -. Il premio di oggi riconosce il suo immenso coraggio e ribadiamo la nostra richiesta per il suo rilascio immediato”.

Il Premio Sakharov per la libertà di pensiero è stato lanciato nel 1988 per “onorare individui e organizzazioni eccezionali che difendono i diritti umani e le libertà fondamentali”. Tra i vincitori, di 50.000 euro, ci sono il presidente sudafricano Nelson Mandela, l’opposizione del Venezuela e l’attivista pakistana Malala Yousafzai. Normalmente, il premio è consegnato in una cerimonia il 15 dicembre a Strasburgo.

Navalny, avvelenato ad agosto del 2020 da quello che alcuni Paesi occidentali identificano come un agente nervino, sconta una condanna di due anni e mezzo in carcere e rischia altri 10 anni di carcere.

Il governo russo ha negato il coinvolgimento nell’avvelenamento di Navalny, e accusa l’Unione europea di interferire negli affari interni. Inoltre, sostiene che l’oppositore non è in carcere per le sue attività politiche ma per aver infranto la legge.

Jens Stoltenberg, segretario generale della Nato, ha applaudito la scelta del Parlamento europeo: “Penso che sia un riconoscimento dell’importante ruolo che ha svolto per molti anni nel sostenere i valori democratici e nell’essere una voce forte in Russia”.

“Putin definisce Navalny un blogger criminale, ma è solo in questo – ha scritto il team di Navalny sul canale Telegram -. Alexei Navalny è un politico che combatte per la giustizia nonostante tutte le minacce e i tentativi di omicidio. E siamo certi che Putin non sia contento di sentirlo”.

Per il quotidiano Washington Post, Navalny è “il più acuto critico del presidente russo Vladimir Putin e il più importante prigioniero politico del Paese”. A inizio ottobre si ipotizzava Navalny come possibile Premio Nobel per la Pace. Il premio, invece, è andato al giornalista russo Dmitry Muratov e alla giornalista investigativa Maria Ressa delle Filippine.

Constanze Stelzenmüller, senior fellow del Brookings Institution, ha spiegato al Washington Post che i rapporti tra Europa e Russia erano già in un momento delicato, e il premio a Navalny è un altro elemento di tensione: “C’è una grande preoccupazione in tutta Europa per il maltrattamento della società civile russa da parte del Cremlino. Puoi leggere il premio come un segnale da parte del Parlamento europeo che prende molto sul serio la difficile situazione della società civile in Russia”.

Jason Bush, analista senior di Eurasia, crede che il premio europeo potrebbe avere scarso impatto reale su Mosca, dal momento che il Cremlino era “ormai abbastanza abituato alle critiche occidentali sul trattamento riservato a Navalny […] Non credo che ci saranno grandi implicazioni geopolitiche […] I russi probabilmente si limiteranno a scrollarsi di dosso questo”. Infatti, al momento il Cremlino non ha commentato ufficialmente il premio.



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