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Philip Morris investe altri 600 milioni in Italia nel Centro per l’Eccellenza Industriale

È stato inaugurato il nuovo Centro di Philip Morris, in provincia di Bologna, che impiegherà 250 profili altamente qualificati, la più grande al mondo di Philip Morris International per industrializzazione, innovazione di processo, ingegnerizzazione e sostenibilità. Gli interventi di Hannappel, Giorgetti, Freni, Zuppi, Lepore, Centinaio, Bonaccini

Philip Morris nel 2015 lancia IQOS, un sistema di riscaldamento del tabacco che esclude dal processo la combustione. Un device elettronico a fortissima trazione italiana: è a Bologna lo stabilimento di Manufacturing & Technology, un investimento di oltre un miliardo di euro che impiega 1200 operatori, un fiore all’occhiello per il gruppo a livello mondiale, che esporta in 40 Paesi in tutto il mondo, per un valore di export oltre il miliardo e mezzo.

L’obiettivo dell’azienda è una veloce transizione verso prodotti a rischio ridotto, senza combustione, come IQOS o VEEV, il nuovo sistema lanciato da pochi giorni. Una svolta che in termini di numeri significa un investimento di 8,8 miliardi di dollari in 15 anni, nel 2020 il 99% degli investimenti in Ricerca e Sviluppo fatti da Philip Morris sono stati allocati per prodotti senza combustione che ad oggi pesano per il 30% dei ricavi netti dell’azienda, che punta ad arrivare al 50% entro il 2025.

L’inaugurazione del nuovo Centro per l’Eccellenza Industriale di Philip Morris, in provincia di Bologna, è l’ultimo passo in avanti in questa strategia. Una struttura interamente focalizzata sulla ricerca e lo sviluppo dei nuovi prodotti PMI, che impiegherà 250 profili altamente qualificati, tra nuove assunzioni e personale che si sposterà da altri stabilimenti verso questa nuova realtà, la più grande al mondo di Philip Morris International per industrializzazione, innovazione di processo, ingegnerizzazione e sostenibilità.

Si tratta di altri 600 milioni di euro che saranno investiti in tre anni, con la creazione di un indotto pari a 8.000 posti di lavoro sulla filiera italiana diretta e indiretta. “Questi ulteriori investimenti in Italia premiano il lavoro delle oltre 30.000 persone e delle 7.000 imprese italiane che negli ultimi anni hanno contribuito a costruire una filiera integrata unica al mondo, che continua a rappresentare un incredibile valore aggiunto per l’attrazione di capitali esteri che guardano a uno sviluppo sostenibile e duraturo nel tempo.” ha commentato Marco Hannappel, Presidente e Amministratore Delegato di Philip Morris Italia.

All’inaugurazione era in collegamento anche il ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti. Che ha esortato il nostro Paese a “creare delle solide relazioni con quei soggetti importanti che stanno valutando dove fare investimenti in Europa. Dobbiamo creare le condizioni affinché l’Italia si faccia preferire in qualche modo ad altri. Quello che ha fatto Philip Morris a Bologna è qualcosa di importantissimo – ha aggiunto – Una delle ragioni fondamentali è nell’ecosistema, nel network nel territorio. E l’elemento della formazione è diventato sempre più importante”.

Il sottosegretario al Mef, Federico Freni, ha parlato del “grande impatto di gettito che il settore ha nel nostro paese, frutto del modello virtuoso che stiamo tutelando e che intendiamo preservare anche a fronte di interferenze esterne”. Dopo gli interventi di Marcello Minenna (Agenzia Dogane e Monopoli), del cardinal Zuppi, Arcivescovo di Bologna, che ha parlato di “lavoro davvero buono quello che c’è in questa azienda”, e del neosindaco di Bologna Matteo Lepore, è stata la volta del sottosegretario alle Politiche Agricole Alimentari e Forestali Gian Marco Centinaio si è soffermato sulla “percezione distorta che spesso si ha sul settore agricolo”.

“Si pensa che sia una cosa da anziani, qualcosa di antico – ha proseguito il sottosegretario. Oggi l’agricoltura è fatta da giovani, laureati, e non sempre laureati in materie legati all’agraria. Philip Morris è l’unica multinazionale che ha fatto un contratto di filiera di tre anni con gli agricoltori italiani e questi investimenti permettono agli imprenditori agricoli di fare programmazione e questo aiuta a portare l’agricoltura sempre più verso le nuove tecnologie e le nuove competenze”.

Il presidente della regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, prima di tagliare il nastro con Marco Hannappel, ha tenuto un discorso sui “tanti investimenti che qui vengono prodotti e moltiplicati ogni anno, in questo caso investimenti su ricerca e innovazione che vuole dire la creazione anche di competenze”.



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