Oggi 17esimo anniversario dell’attentato di Nassiriya e commemorazione in occasione della “Giornata del ricordo dei caduti militari e civili nelle missioni internazionali per la pace”. Le istituzioni e la politica si uniscono nel ricordo dei caduti
Oggi, 12 novembre, ricorre la “Giornata del ricordo dei caduti militari e civili nelle missioni internazionali per la pace”, istituita nel 2009. In questa occasione si ricorda una delle pagine più buie per la partecipazione italiana alle missioni internazionali: la strage di Nassiriya, considerata il più grave attacco subìto dalle Forze armate italiane dalla fine del secondo conflitto mondiale.
LA COMMEMORAZIONE
Per commemorare questa giornata si è celebrata a Roma, nella basilica di Santa Maria in Aracoeli, la messa in ricordo delle vittime, dopo la tradizionale deposizione della corona di allora al sacello del Milite ignoto all’altare della Patria. Alla cerimonia hanno partecipato il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, la presidente del Senato, Elisabetta Casellati, il capo di Stato maggiore alla Difesa, Giuseppe Cavo Dragone, e i sottosegretari alla Difesa Giorgio Mulè e Stefania Pucciarelli.
LE PAROLE DELLE ISTITUZIONI
“Nelle operazioni di ristabilimento della pace e per la tutela dei diritti fondamentali dell’uomo, la Repubblica italiana continua a rappresentare un esempio, grazie alla vicinanza e alla capacità di dialogo con le popolazioni locali”, ha dichiarato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio inviato al ministro della Difesa, Lorenzo Guerini. Il capo dello Stato ha rivolto un “commosso pensiero a tutti i nostri concittadini vittime durante iniziative apprestate per soccorrere e assistere popolazioni in condizioni di fragilità, per contribuire al ripristino della stabilità e della sicurezza e per affermare i valori di rispetto della dignità umana nelle aree in cui l’Italia è chiamata ad operare nel contesto della Comunità internazionale”. L’odierna commemorazione, ha aggiunto Mattarella, “oltre a rappresentare un momento importante per ricordare quanti hanno perso la vita per affermare il valore della pace, deve essere fonte di riflessione e di spinta nel percorso di condivisione e solidarietà, teso ad affermare i valori universali dei diritti umani”.
Per la presidente del Senato, Elisabetta Casellati, “il ricordo dei caduti è indelebile nella coscienza degli italiani; tutti abbiamo un debito di riconoscenza verso i militari e i civili impegnati per la pace nel mondo, per la generosità e la professionalità con cui quotidianamente assolvono al loro compito in contesti di grande pericolo”.
Anche il presidente della Camera, Roberto Fico, ha reso omaggio alle vittime tenendo un breve discorso di fronte alla targa commemorativa posta nel 2009 a Montecitorio in ricordo dei caduti, affermando che “essi incarnano lo spirito più autentico delle missioni internazionali che è, e deve restare sempre, quello di uno strumento al servizio della causa della pace”. Rinnovando inoltre la gratitudine verso la dedizione delle vittime che hanno reso onore al Paese.
Il significato della “buona battaglia” dei caduti è la testimonianza della “coerenza con i valori su cui avevano giurato, la solidarietà con i loro colleghi, il coraggio, il rispetto per le popolazioni con cui hanno interagito”, ha detto il ministro Lorenzo Guerini nel corso delle celebrazioni. Poi il pensiero ai caduti citando le parole di San Paolo: “Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede”.
L’ATTENTATO DI NASSIRIYA
La tragedia dell’attentato di Nassiriya, in Iraq, si è consumata il 12 novembre 2003 e ricorre oggi il 17esimo anniversario. Alle 10:40 ora locale (8:40 ora italiana) due uomini a guida di un’autocisterna piena di esplosivi si dirigevano a tutta velocità sulla base Maestrale di Nassiriya, forzandone l’entrata. La base era presieduta da diversi soldati delle forze armate italiane impegnati nell’operazione “antica Babilonia”. Grazie all’intervento della guardia all’ingresso principale, il carabiniere Andrea Filippa, morirono i due attentatori e il camion cisterna non esplose all’interno della caserma, evitando un escalation dell’attentato ancora peggiore.
Il rumore risuonava assordante dopo che l’esplosione aveva fatto saltare in aria la struttura e, per effetto domino, anche un limitrofo deposito di munizioni. Nell’attentato suicida da parte dei militanti di al-Qaida persero la vita 28 persone, di cui nove iracheni e 19 italiani. Di questi, dodici erano Carabinieri, cinque militari dell’Esercito e due civili (un regista e un cooperatore internazionale). Per onorarne il sacrificio e tenerne vivo il ricordo, il ministero della Difesa ha anche dedicato una pagina a ogni caduto.
Le missioni internazionali rappresentano oggi per l’Italia un caposaldo della propria politica estera e di Difesa. Permettono, infatti, sia attività di cooperazione per il ristabilimento della pace, sia di intrattenere rapporti diplomatici proficui con i paesi terzi, anche nell’ambito Nato e Ue. Ad oggi, come previsto dalla delibera missioni, approvata dal Parlamento, si contano 40 impegni, di cui due nuovi nel 2021. Nel complesso scenario geopolitico attuale, gli assetti nazionali sono schierati nelle missioni per rispondere agli interessi nazionali, fra questi il contrasto al terrorismo e la stabilizzazione dell’area del Mediterraneo allargato.