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Taiwan, cos’ha detto Biden a Xi (e cos’ha capito la propaganda cinese)

Primo incontro (virtuale) tra i due leader. I giornali del Partito comunista sottolineano che il presidente Usa ha sostenuto il principio “una sola Cina” ma omettono la seconda parte che suona come un avvertimento dopo le incursioni aeree delle forze cinesi

Sarebbe stato meglio un incontro di persona ma il Covid-19 costringe Xi Jinping in patria da due anni. Ma sia il presidente cinese sia l’omologo statunitense Joe Biden hanno utilizzato parole positive aprendo il loro primo faccia a faccia virtuale dopo ben dieci mesi dall’insediamento dell’amministrazione statunitense.

L’incontro, che segue una telefonata di settembre tra i due leader, è durato più del previsto: oltre tre ore di confronto su temi come il commercio, lo status di Taiwan e i diritti umani (in Tibet, a Hong Kong e nello Xinjiang) ma anche su sfide regionali come la Corea del Nord (per mettere fine al conflitto), l’Afghanistan e l’Iran (dossier petrolifero in cima alle priorità). Non ha portato a grandi annunci ma neppure è sembrato un mero esercizio di posizionamento per entrambe le parti. Un funzionario della Casa Bianca ha spiegato che il tono è stato rispettoso e aperto.

L’obiettivo statunitense e quello cinese, almeno a parole, non sembrano troppo diversi. Per Pechino “una solida relazione tra Cina e Stati Uniti è necessaria per far progredire il rispettivo sviluppo dei nostri due Paesi e per salvaguardare un ambiente internazionale pacifico e stabile”, come ha dichiarato Xi in apertura dell’incontro parlando al “vecchio amico” Biden (i due hanno avuto modo di conoscersi bene quando erano vice di Hu Jintao e Barack Obama). Per Washington è fondamentale “garantire che la competizione tra i nostri Paesi non sfoci in un conflitto”, ha detto Biden. Che però ha anche aggiunto: “tutti i Paesi devono seguire le stesse regole” e “discuteremo di quelle aree in cui abbiamo delle preoccupazioni, dai diritti umani all’economia, per garantire un Indo-Pacifico libero e aperto”.

La questione Taiwan, dopo le sempre più frequenti incursioni aeree cinesi nello spazio aereo dell’isola e le recenti parole di Biden che sembrano mettere in dubbio la storica ambiguità strategica statunitense, era la più attesa. La Casa Bianca ha pubblicato una nota dopo l’incontro a cui hanno preso parte i leader e le diplomazie, con l’auspicio di mantenere comunicazioni aperte. Si legge: “il presidente Biden ha sottolineato che gli Stati Uniti rimangono impegnati nella politica di ‘una sola Cina’, guidata dal Taiwan Relations Act, i tre comunicati congiunti e le sei assicurazioni”. Ma anche: “gli Stati Uniti si oppongono fermamente agli sforzi unilaterali per cambiare lo status quo o minare la pace e la stabilità attraverso lo stretto di Taiwan”.

Questa seconda parte – che è fondamentale – è stata ignorata da Xinhua. Stando al resoconto dell’agenzia di stampa ufficiale cinese, infatti, Biden “non sostiene l’indipendenza di Taiwan” e gli Stati Uniti vogliono “l’unica Cina”. Niente di più su quella che Xi ha ribadito essere “una linea rossa”. Inoltre, secondo quanto riferito da Xinhua, il presidente cinese ha rimarcato che, “riassumendo l’esperienza e le lezioni nello sviluppo delle relazioni sino-americane”, i due Paesi “dovrebbero aderire a tre principi per andare d’accordo nella nuova era”: il rispetto reciproco, la pacifica convivenza e la cooperazione vantaggiosa per entrambe le parti. “La Terra è abbastanza grande da ospitare Cina e Stati Uniti per il comune sviluppo. Dobbiamo insistere sul vantaggio reciproco, non giocare giochi a somma zero e non rimanere coinvolti in vittorie o sconfitte”.

Citato dal Financial Times, Drew Thompson, ex funzionario del Pentagono responsabile di Cina, Taiwan e Mongolia, oggi visiting senior research fellow presso la Lee Kwan Yew School of Public Policy di Singapore, ha spiegato che entrambe le parti avevano “aspettative molto modeste” per l’incontro. “L’obiettivo è quello di stabilizzare il rapporto e gestire la competizione, non necessariamente risolvere grandi problemi”, ha aggiunto.

Il Washington Post ha invitato a non guardare alla recente intesa sul clima per capire se Stati Uniti e Cina possono lavorare assieme su altre questioni. Gli impegni ambientali garantiscono a Pechino un ponte e ai politici di Washington una forte attenzione mediatica. Ma non basta.

Soltanto il tempo dirà se basta, invece, il rapporto ultradecennale tra Biden e Xi a evitare la trappola di Tucidide, o quantomeno a riportare le diplomazie su toni meno accesi.

(Foto: Xinhua)


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