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Perché il Giappone minaccia Londra sull’uscita dall’Ue

londra

Migliaia di posti di lavoro potrebbero essere a rischio se la Gran Bretagna dovesse uscire davvero dall’Unione europea. In un memorandum al governo inglese, il Giappone ha sottolineato come circa 1300 sue aziende abbiano investito in Gran Bretagna perché il Paese rappresenta una porta per il mercato europeo. “Se la Gran Bretagna lasciasse il mercato unico, non sarebbe una buona notizia”, ha annunciato al Sunday Times l’ambasciata giapponese. Una minaccia velata che non incute però timore agli euroscettici, conservatori, londinesi.

La posizione di Cameron

Il premier David Cameron ha proposto un referendum sulla partecipazione inglese all’Unione nel caso in cui i conservatori abbiano la meglio alle prossime elezioni, e, nel frattempo, si è impegnato a rinegoziare i termini delle relazioni inglesi con Bruxelles. In un’intervista alla Bbc, Cameron ha spiegato che l’obiettivo inglese è “trovare una sistemazione migliore per la Gran Bretagna in Europa. I membri dell’eurozona condividono la stessa moneta e vedranno un’integrazione sempre maggiore, perciò quelli che ne sono fuori devono cercare di adattarsi al meglio”.

I timori del Giappone

E il governo, spiega la Bbc, intende pubblicare in settimana un’analisi sulle conseguenze della partecipazione inglese all’Unione per gli interessi nazionali. I governi stranieri sono stati invitati a contribuire a quest’analisi e, nella sua sezione, il Giappone è stato chiaro: “Il nostro impegno è quello di rafforzare sempre più le nostre relazioni con l’Europa. E, in questo contesto, ci aspettiamo che Londra continui a mantenere una voce forte e un ruolo di primo piano nell’Unione”. “La Gran Bretagna, campione del libero commercio, è un partner affidabile per il Giappone – prosegue il contributo -. Più di 1300 società giapponesi hanno investito nel Paese, parte del mercato comune, creando oltre 130mila posti di lavoro, più che in ogni altro Paese membro”. Numeri che, secondo Tokyo, dimostrano che “sono stati i vantaggi dell’essere membro dell’Unione ad attrarre gli investimenti giapponesi in Gran Bretagna”.

L’indifferenza dei conservatori inglesi

Preoccupazioni, che, tuttavia, sono state ignorate e rispedite al mittente dal parlamentare conservatore Julian Brazier. “E’ strano che siano i giapponesi a darci delle dritte sul nostro destino, proprio quando l’eurozona si dibatte nella crisi più grave dell’ultimo secolo. Non so quanto possano essere qualificati nel suggerire il futuro della Gran Bretagna. E, nel decidere i nostri interessi nazionali potremmo deludere le loro aspettative”., ha concluso.


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