Marco Travaglio si è portato in vantaggio nella dura partita, che lo vede opposto agli strenui garantisti, Giulianone Ferrara e Pigi Battista. Dopo la discussa assoluzione del generale Mori e del colonnello Obinnu, a Palermo, accusati per il mancato arresto del boss Provenzano-che aveva fatto esultare il direttore de “Il Foglio” e l’editorialista del “Corriere della Sera”-la pesante stangata a Del Turco ha riportato in vantaggio il vice- direttore de “Il Fatto Quotidiano”.
Il Tribunale di Pescara ha, infatti, condannato l’ex governatore della Regione Abruzzo, Ottaviano Del Turco, prima craxiano e poi tra i fondatori del Pd, a 9 anni e 6 mesi di reclusione, nell’ambito del processo “Sanitopoli”. L’ex sindacalista era stato arrestato il 14 luglio 2008, per un caso di presunte tangentone nella sanità privata abruzzese. Neppure una parola di solidarietà a Ottaviano fu rivolta dall’allora segretario dei democrat, Veltroni.
Il pm aveva chiesto una pena di 12 anni. Erano in tutto 27 gli imputati a giudizio (25 persone e due società), per reati dall’associazione per delinquere, alla corruzione, all’abuso, alla concussione, al falso.
Fra loro, anche l’ex patron della casa di cura privata “Villa Pini”, don Vincenzo Maria Angelini, “il grande accusatore” di Del Turco, che diede inizio alla vicenda con le sue rivelazioni.
L’imprenditoredichiarò ai magistrati di aver pagato tangentone per circa 15 milioni di euro, in cambio di agevolazioni, ad alcuni amministratori pubblici regionali di centrosinistra e di centrodestra, tra questi appunto l’ex governatore dell’Abruzzo, apprezzato pittore. L’avvocato di Del Turco ha detto : “Condanna durissima, anche se non è stato dimostrato la corresponsione a Ottaviano neppure di un euro!”.