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I corsari ai tempi del Covid-19. Il contrasto al contrabbando

Chi c’era e cosa si è detto alla settima edizione della Conferenza Rome Med – Mediterranean Dialogues, promossa dal ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Italiana e Ispi, durante la tavola rotonda virtuale “Building up supply chain’s resiliency in a post pandemic Mediterranean: regional trade, digitalization and technological innovation”

La pandemia Covid-19 ha inferto un grave colpo a tutti i sistemi produttivi, a livello globale. Le conseguenze economiche delle misure di prevenzione, a partire dai periodi di lockdown, sono state onerose, spingendo diverse attività commerciali alla chiusura, stravolgendo i canali di approvvigionamento. Ora che il virus sta dando lenti ma chiari segni di remissione ci si chiede quali siano gli strumenti adatti per ritornare a regime, ma ciò che appare sempre più evidente è come tra un decennio il sistema di approvvigionamento sarà cambiato, i canali di trasporto saranno diversi, molto probabilmente anche i prodotti trasportati non saranno più gli stessi e le priorità del consumatore non saranno più quelle di oggi.

Come immaginare le soluzioni del futuro? Quali saranno le nuove sfide portate dalla digitalizzazione ed una sempre più pervasiva globalizzazione? Queste sono le principali domande a cui si è cercato di dare una risposta alla settima edizione della Conferenza Rome Med – Mediterranean Dialogues, promossa dal ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Italiana e Ispi, in occasione della tavola rotonda virtuale “Building up supply chain’s resiliency in a post pandemic Mediterranean: regional trade, digitalization and technological innovation”.

Il dibattito ha visto intervenire non solo alti rappresentanti delle istituzioni governative italiane e non, come il sottosegretario agli affari esteri Manlio Di Stefano e Yacine El Mahdi Oualid, ministro algerino per la Knowledge economy e le startups, ma anche degli enti di vigilanza, come l’Agenzia Dogane e Monopoli di cui era presente il direttore Marcello Minenna o l’Europol, rappresentato da Alfredo Nunzi, Acting Deputy Executive Director Governance, di grandi aziende innovative su temi come le filiere di approvvigionamento come Philip Morris International, con Hafed Belhadj, Chief Procurement Officer, e delle realtà leader nel campo della logistica, come Arkas Holding, rappresentata da Vural Ocali.

È il sottosegretario Di Stefano ad individuare due elementi portanti per la discussione: “Gli scenari post-pandemia che interessano la dimensione della sicurezza nel Mediterraneo allargato, cercando di elaborare nuove politiche per affrontarli. Dobbiamo garantire che i suoi effetti non lascino indietro le persone e che la criminalità organizzata non approfitti delle circostanze attuali”.

Ma non basta garantire di non lasciare indietro nessuno, bisogna anche continuare ad andare avanti, tutti, come sottolinea il ministro El Mahdi Oualid; “L’epidemia di Covid-19 ha aumentato l’importanza delle catene di approvvigionamento, nel bacino del Mediterraneo, come in altre regioni del mondo, spingendo i governi ad intraprendere azioni per accelerare la digitalizzazione e per adattarsi in modo più efficiente e resiliente agli effetti del cambiamento climatico, il governo algerino ha messo in atto diverse misure per rilanciare l’economia digitale e le startup tecnologiche e ha lanciato un ambizioso programma per l’economia della conoscenza”.

Sul tema dell’innovazione gli fa eco Marcello Minenna, a capo dell’Agenzia delle Dogane e Monopoli, a sottolineare come “uno degli aspetti forse più peculiari della crisi pandemica è che si sta assistendo ad una crisi dell’offerta. I fattori determinanti sono vari: 1. il distanziamento sociale, 2. l’assottigliamento delle scorte per via della progressiva adozione della logica del just-in-time, 3. la progressiva concentrazione geografica nella produzione di numerosi beni, 4. la circostanza che i problemi di fornitura hanno interessato industrie upstream, cioè quelle che si trovano a monte di molte filiere, 5. l’accumulazione precauzionale che ha accentuato la scarsità di molti beni determinando il c.d. «effetto-frusta». Serve un cambio paradigmatico nella costruzione delle supply chain passando dal criterio dell’efficienza a quello della resilienza. Questo passaggio può trovare nella tecnologia ed in particolare nella Digital Ledger Technology un importante alleato”.

A riprendere il tema degli spazi lasciati alla criminalità trattato dal sottosegretario Di Stefano è Hafed Belhadj, Chief Procurement Officer di Philip Morris international. “Il commercio illecito si adatta rapidamente: la pandemia Covid-19 ha dimostrato che le reti criminali, per loro stessa natura, sono flessibili, opportunistiche e non fanno discriminazioni su ciò che commerciano illegalmente ogni giorno. Il commercio illecito è anche un fenomeno globale ed è organizzato. Le reti criminali contrabbandano merci illegali attraverso i confini, stabiliscono operazioni illegali in zone scarsamente monitorate e creano disordini sui commerci legittimi, destabilizzando comunità e Paesi in tutto il mondo. Proprio per questo motivo la collaborazione è un fattore fondamentale per il successo contro il commercio illecito. La comunità internazionale semplicemente non può permettersi di lavorare in silos. È necessario continuare a compiere passi in avanti verso una reale collaborazione tra settore pubblico e privato.”. lo segue nel ragionamento Alfredo Nunzi, Acting Deputy Executive Director Governance di Europol “La cooperazione e il partenariato sono fondamentali per garantire la pace e la sicurezza nel Mediterraneo, in particolare per quanto riguarda le minacce criminali”.

Sul tema della cooperazione per il contrasto al commercio illecito sembrano tutti d’accordo, compreso Vural Ocali di ARKAS Holding, azienda leader nel settore della logistica. “Per combattere il traffico illecito è necessario ottenere una stretta cooperazione e soprattutto un coordinamento di conoscenze ed esperienze tra i vettori, le autorità doganali, le forze dell’ordine e i proprietari di marchi”, in sintesi che si parlino, tutti insieme, in un momento di confronto fondamentale in questo caso voluta dall’Italia e dalla Farnesina.


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