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C’è speranza su Omicron. Mentre in Israele partono con la quarta dose

Buone notizie da Sudafrica, Scozia e Regno Unito. La nuova variante del Covid provoca nella maggior parte dei casi malattie lievi. Ma l’alta trasmissibilità può creare pressione sugli ospedali. A Tel Aviv si comincia a dare la quarta dose a over 60, fragili e personale sanitario

Nuovi studi su Omicron danno speranza alle previsioni sulla crisi sanitaria globale. Mentre i casi di Covid-19 continuano ad aumentare in tutto il mondo, con la variante Omicron dominante negli Stati Uniti e in Europa, gruppi separati di scienziati coincidono sulla minore gravità della variante del virus.

Team in Sudafrica, Scozia e Regno Unito hanno scoperto che le infezioni da Omicron provocano, nella maggioranza dei casi, malattie più lievi rispetto alle precedenti varianti del Covid-19, per cui si apre l’ipotesi di un’ondata meno dura per le strutture sanitarie.

I ricercatori dell’Imperial College, si legge sul Financial Times, hanno rilevato che Omicron aveva l’11% in meno di probabilità di produrre malattie gravi in ​​un individuo tenendo conto dell’età, sesso, condizioni di salute, vaccinazione e precedente infezione. Questo si è tradotto in una riduzione del 25% del rischio di ospedalizzazione rispetto a Delta.

Lo studio dell’Istituto nazionale per le malattie infettive del Sudafrica ha rilevato che, tra le persone risultate positive nei mesi di ottobre e novembre, i casi sospetti di Omicron avevano l’80% in meno di probabilità rispetto ai casi Delta di essere ricoverati in ospedale.

Secondo il quotidiano The New York Times, le ricerche suggeriscono che “la variante potrebbe avere caratteristiche biologiche che la rendono un po’ meno pericolosa di Delta”.  Tuttavia, non è il momento di abbassare l’attenzione. Il ridotto rischio di ospedalizzazione di Omicron in tutti e tre i Paesi sembra essere dovuto in gran parte all’immunità in quelle popolazioni, sia grazie ai vaccini, che a precedenti infezioni.

“Dal Sudafrica sono arrivate ulteriori notizie incoraggianti – prosegue il New York Times -, che suggeriscono che questi picchi potrebbero non durare quanto i precedenti […] l’ondata di infezioni potrebbe aver già raggiunto il picco”.

Il Financial Times scrive che “una percentuale inferiore di persone infette dalla variante del coronavirus Omicron necessiti di cure ospedaliere rispetto ai casi del ceppo Delta”. Ma l’alto grado di infettività di Omicron potrebbe mettere a dura prova, ancora una volta, i servizi e il personale sanitario.

Intanto, i casi continuano a salire. Il Regno Unito ha superato i 100.000 nuovi casi ieri e i governi europei stanno annunciando nuove limitazioni.

I ricercatori dell’Università Oxford hanno confermato lo sviluppo di un nuovo booster, che prende di mira la variante Omicron, mentre i regolatori americani hanno deciso di approvare con lo status di emergenza entrambe le pillole antivirali prodotte finora, da Merck e Pfizer.

Israele, invece, ha scelto di andare sul sicuro ed è diventato il primo Paese al mondo nel somministrare la quarta dose di vaccino agli over 60, le persone fragili e il personale sanitario.

La ricerca su una quarta dose di vaccino è in corso al Sheba Medical Center, ma non è stata ancora resa pubblica. Il governo israeliano però ha accolto la raccomandazione del gruppo di esperti in materia sanitaria.

Il primo ministro Naftali Bennett ha accolto con favore la raccomandazione e ha ordinato ai funzionari di preparare una campagna per distribuire i vaccini: “I cittadini di Israele sono stati i primi al mondo a ricevere la terza dose del vaccino COVID-19 e stiamo continuando a fare i pionieri anche con la quarta dose”. La scelta non è stata semplice, giacché ci sono scarsi dati sull’applicazione di questa nuova inoculazione.



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