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La svolta anti rigorista del Fondo monetario internazionale

Recessione

La crisi non sembra arrestarsi nell’eurozona, e gli effetti della scarsa domanda interna cominciano a ripercuotersi anche sugli Stati membri che finora hanno navigato in buone acque, come la Germania. Ma il problema fondamentale resta quello del credit crunch, e, per la Bce, è dunque tempo di considerare seriamente l’ipotesi di rendere negativi i tassi di interesse e di un programma di finanziamento agevolato di prestiti alle imprese come quello della Bank of England.

Queste le armi nelle mani del governatore della Bce, Mario Draghi, secondo Andrea Montanino, direttore esecutivo presso il Fondo monetario internazionale per l’Italia e altri Paesi dell’Europa meridionale.

La stretta al credito

“Troviamo – dichiara in un’intervista su Repubblica Montanino che di recente ha sostituito Arrigo Sadun – che continui ad essere un po’ lento tutto il processo di ripresa e di riduzione della frammentazione finanziaria in Europa”. La stretta al credito, secondo il Fmi, è oggi “il problema numero uno. E’ fondamentale che i prestiti alle piccole e medie imprese vengano offerti a tassi ragionevoli soprattutto nei Paesi dove la recessione è più forte, fra i quali l’Italia. Per questo è importante andare avanti in fretta con il progetto di unione bancaria“.

Il finanziamento della Bce alle imprese

La premessa però è solo una: “Se le banche sono fragili e poco redditizie ma non le si ricapitalizza e non le si ristruttura per renderle profittevoli, nessun’altra misura servirà a molto. Ma anche la Bce può avere un ruolo. L’Fmi per esempio fa riferimento al ‘funding for lending‘, lo schema della Bank of England che cerca di favorire i prestiti alle imprese medio-piccole“.

I tassi negativi

E, infine, l’ultimo schiaffo all’austerità e a chi punta il dito contro l’espansione monetaria all’americana o alla giapponese e contro l’ipotesi di rendere negativi i tassi d’interesse nell’eurozona, come la Bundesbank. “In Europa c’è un vero e proprio problema di debolezza della domanda interna. Per questo una politica monetaria più accomodante potrebbe servire a sostenere la domanda e dunque la ripresa nel breve termine. Per il Fondo Monetario, qualcosa si può fare sul fronte dei tassi d’interesse ufficiali”.

Il focus sul sostegno alla domanda

Il cambio di atteggiamento del Fmi? Non l’ammissione di aver seguito una linea sbagliata, ma la presa di coscienza che le condizioni si siano modificate nel corso del tempo. “Sui conti pubblici molto si è fatto e molto resta da fare ovviamente. E non discutiamo di questo o quel governo per ora. Ma, rispetto al passato, forse adesso in alcuni paese c’è più spazio per prestare più attenzione al sostegno della domanda nel breve periodo. E’ possibile farlo se resta chiara la cornice di risanamento di medio-lungo periodo”, conclude.


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