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Equity crowdfunding: nuove prospettive per la tutela e valorizzazione del territorio

Finalmente qualcosa di cui andar fieri. Primi al mondo (la Consob dice primi in Europa, ma per quanto abbia cercato siamo primi al Mondo).

L’Italia, con molta lungimiranza e inusitata velocità rispetto a Paesi che spesso ci fanno la ramanzina come la Germania e gli Stati Uniti, si dota di un regolamento sull’equity crowdfunding, cioè per la raccolta di capitali di rischio per start up innovative attraverso l’uso del web.

Infatti la Consob il 12 Luglio ha approvato e pubblicato il “Regolamento sulla raccolta di capitali di rischio da parte di start-up innovative tramite portali on-line“.

Con molta enfasi qualcuno invoca alla rivoluzione, termine esagerato ed inadeguato per una norma. Ma sicuramente mette ordine e introduce alcuni principi sani in una questione seria come quella di trovare capitali per avviare imprese innovative.

Infatti il regolamento ha l’indiscusso pregio di risolvere un paradosso dei nostri temi:

Se vuoi aprire un’azienda e hai una buona idea ma ti occorrono capitali per renderla reale, puoi solo rivolgerti ai grandi capitali, banche, fondi di venture capital e fondazioni facoltose, o fare appello alla buona fede di parenti strettissimi,  gli unici che donerebbero o presterebbero (che è diverso dall’investire) dei soldi per  una nuova impresa gestita da persone alle prime armi.

Se hai un piccolo capitale, puoi dare i tuoi soldi solo a banche e SGR senza poter investire direttamente in imprese che ti piacciono oppure puoi  investire su quel tuo gruppo di amici con una buona idea, ma a tuo rischio e pericolo e senza nessuna tutela.

Ecco l’equity crowdfunding permetterà nel futuro la raccolta di denaro presso grandi ma anche piccoli investitori, magari gli amici, le persone del quartiere e della comunità in cui vivi  a cui pensi che la tua idea possa portare del vantaggio, in un clima di garanzia per tutti.

Per questo si tratta di uno strumento molto adatto per start-up con progetti di valorizzazione del territorio, per servizi e imprese che tutelino l’ambiente in cui si vive, anzi che ne accrescano il valore. La norma infatti aumenta le prospettive di raccolta dei capitali anche per progetti con scarso appeal per gli investitori istituzionali ma che invece godono di grande  fiducia sul territorio e nelle comunità in cui troverebbero applicazione.

Nel quadro disegnato da Consob, si vuole salvaguardare questa potenzialità introducendo però la garanzia dell’investitore professionale. I classici intermediari degli investimenti torneranno a fare gli intermediari per davvero,  rappresenteranno solo dei  garanti della bontà del progetto, poiché è previsto che per poter veicolare attraverso internet le offerte di investimento i proponenti dovranno ottenere la sottoscrizione preventiva di almeno il 5% del capitale oggetto della raccolta da parte di tali investitori istituzionali. Questo garantirà i piccoli investitori in un’attività comunque ad elevato rischio.

Se poi il tuo investimento andasse male per cattiva gestione, almeno conosceresti il volto di colui che ha tradito la tua fiducia e avresti la possibilità di comunicargli la tua “educatissima”  rabbia!  Sarà poco etico ma sarebbe molto più appagante delle modestissime conseguenze pagate dai cattivi manager dei derivati.



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