Il premier britannico David Cameron e il suo Cancelliere dello Scacchiere George Osborne possono sventolare a testa alta i dati sul Pil inglese. Londra cresce e stacca l’eurozona che annaspa ancora in numeri tutti negativi. Esclusa, naturalmente, la Germania, la cui ripresa viene confermata oggi dai dati sull’andamento dell’indice Pmi diffusi da Markit. Londra, certo, sta sostenendo le imprese del Paese con una tassazione favorevole, con l’accesso al Funding for Lending Scheme bancario e con il dinamismo della Bank of England. Da non confondere, però, con l’anti-austerity.
I dati sul Pil
In Gran Bretagna il Pil accelera nel secondo trimestre e segna un rialzo dello 0,6% dopo il +0,3% del primo trimestre. Il dato è in linea con le attese del mercato. Su base annua si è registrata una crescita dell’1,4%. Dalla statistica emerge che per la prima volta negli ultimi tre anni tutti i principali settori produttivi sono in espansione.
Un’economia in guarigione
Il premier britannico David Cameron definisce “incoraggianti” i dati sul Pil del Regno Unito nel secondo trimestre, mentre per il Cancelliere dello Scacchiere, George Osborne, dimostrano che l’economia “sta guarendo”. “Questi dati – ha detto Osborne – sono migliori del previsto, la Gran Bretagna controlla i suoi nervi, è in linea con i piani e l’economia è in guarigione, anche se c’è ancora molta strada da fare e la situazione resta difficile per le famiglie”. “Oggi – ha commentato il premier Cameron – i dati sono incoraggianti. Siamo sulla strada giusta, stiamo costruendo un’economia per gente che lavora sodo”.
Il confronto pre-recessione
Secondo Joe Grice, capo economista dell’Ons (Office for National Statistics), la Gran Bretagna ha recuperato più della metà del calo tra il suo picco pre-recessione e la depressione provocata dalla crisi ed ora è al 3,3% al di sotto del picco, sottolinea il Financial Times. Ma se il settore dei servizi è ormai solo dello 0,2% rispetto a quel massimo il settore delle costruzioni è ancora sotto del 16,5% mentre quello produttivo è a -10,2%. Ma le vendite crescenti del settore retail, l’incremento dei prezzi nel settore immobiliare e il calo del numero di domande di disoccupazione mostrano come il ciclo economico sia tornato positivo.
Le reazioni della Bank of England
I dati sul Pil britannico rappresentano il primo annuncio sulla crescita in Europa relativo al secondo trimestre “sul quale gli operatori porranno grande attenzione in ottica di future decisioni di politica monetaria della Bank of England”, spiega Vincenzo Longo, market strategist di Ig.
L’indice Pmi di Markit per Eurozona e Germania
L’Eurozona starebbe sulla strada dell’uscita dalla recessione. Lo rivela Chris Williamson, il capo economista di Markit, la società di previsioni economiche che oggi ha rilasciato gli indici Pmi sull’andamento dell’economia nell’Eurozona. Il rapporto a luglio mostra un deciso miglioramento sia del settore manifatturiero che di quello dei servizi. “E’ la migliore lettura degli indici pmi da un anno e mezzo a questa parte – assicura Williamson – e lascia intravedere la possibilità che l’area euro possa uscire dalla recessione nel terzo trimestre”.
I progressi tedeschi
Il balzo migliore, naturalmente, In Germania, dove l’indice Pmi l’indice complessivo si attesta, a sorpresa, a 52,8 punti, il top da 5 mesi dai 50,4 punti di giugno. L’indice manifatturiero è salito a 50,3 a luglio da 48,6 precedente, portandosi ai massimi da 5 mesi, e torna così sopra quota 50, che fa da spartiacque tra espansione e contrazione del ciclo. E’ la prima stima del sondaggio di Markit Economics, e supera la previsione di un rialzo a 49,2 avanzata dagli economisti. In miglioramento anche l’indice Pmi per il settore dei servizi che ha segnato un aumento a 52,5 da 50,4 superando la stima di 50,7.