Ucraina, Biden invia 3 mila soldati in Europa, l’ira di Mosca
Milano, 3 feb. (askanews) – Soldati ma non missili. L’annuncio del presidente americano Joe Biden di inviare 3 mila soldati in Polonia, Germania e Romania per la crisi ucraina è stato aspramente criticato da Mosca. Ed è sicuramente un passo forte. Ma la tensione, arrivata ai massimi nei giorni scorsi, inizia minimamente ad allentarsi nell’imminenza dell’inizio dei Giochi Olimpici invernali, dove il presidente russo Vladimir Putin sarà presente accanto a Xi Jinping, mentre i delegati Usa non saranno presenti a causa del boicottaggio.
Si registra anche un cambio di linguaggio: la Casa Bianca ha dichiarato che non si riferirà più a un’invasione russa dell’Ucraina come “imminente”: spiegando che la parola suggeriva che Putin avesse già preso la decisione di attaccare l’Ucraina.
Ned Price, portavoce del Dipartimento di Stato: “Quello che stiamo facendo ormai da settimane è tutt’altro che cercare di seminare il panico. Abbiamo cercato di spiegare la nostra preoccupazione”.
Price ha poi sottolineato che “questo è qualcosa che dovrebbe attirare l’attenzione della gente”.
“Se affrontiamo un ambiente di sicurezza incline alla destabilizzazione, soggetto a minacce, adotteremo misure nel solco della difesa e della deterrenza. Questo è ciò che stiamo facendo. Se quell’ambiente di sicurezza cambia, vale a dire, se c’è una diminuzione quando si tratta di ciò che stiamo vedendo dalla Federazione Russa, ovviamente lo valuteremo e ne valuteremo le implicazioni sulla nostra posizione di forza”.
Resta in essere anche la minaccia di sanzioni ad personam.
“Il fatto è che non solo siamo in grado di emanare queste sanzioni rapide e severe, ma siamo pronti a farlo”.
Quanto alle Olimpiadi di Pechino, è chiaro che l’apertura sarà un palcoscenico per dimostrare la vicinanza di Putin a Xi. E dagli olympic games ai war games il passo è breve. Mosca potrebbe rispondere al rifiuto di Washington delle sue richieste in tema di sicurezza proprio rafforzando ulteriormente i legami militari con la Cina. Questione di geopolitica che si affianca a quella dei diritti, dopo lo sgomento per le parole di un funzionario cinese dell’organizzazione dei Giochi Olimpici, secondo il quale qualsiasi “discorso contrario allo spirito olimpico” e “alle leggi e ai regolamenti cinesi” sarebbe “soggetto a determinate sanzioni”.
“Gli atleti statunitensi hanno il diritto di esprimersi liberamente, in linea con lo spirito e la carta delle Olimpiadi, che include la promozione dei diritti umani. Chiediamo alla Repubblica Popolare Cinese di rispettare i diritti umani e le libertà fondamentali, compreso quello della libertà di espressione”.
(Testo e video Askanews)