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Da zero Covid a tutto aperto. La svolta australiana

Dalla rigida strategia zero virus alla cancellazione delle limitazioni. Ma non tutti sono felici dopo avere rinunciato a tanto per così tanto tempo. I lockdown silenziosi per colpa di Omicron e la strategia del governo

Mentre il mondo comincia ad aprire c’è chi, anche se aperto, si mantiene vigile rispetto all’andamento del Covid. La prossima settimana, infatti, la Svezia si unirà alla Danimarca e alla Norvegia nella decisione di revocare la maggior parte delle restrizioni contro il virus.

Invece, il governo dell’Australia è passato dalla rigida strategia zero Covid alla cancellazione delle limitazioni. Ma nonostante questa libertà, la popolazione preferisce restare allerta.

In un articolo il quotidiano The New York Times invita ad “imparare a convivere con il virus in Australia”. Sebbene circa il 95% degli australiani adulti risulti vaccinato, i casi di Covid sono in aumento. Il 13 gennaio sono stati registrati 150.000 nuovi contagi, molto di più rispetto a qualche settimana fa, quando il Paese era ancora chiuso: 3000 casi positivi in un giorno. E la pericolosità ridotta di Omicron non è un sollievo. Venerdì scorso è stato il giorno con più morti all’inizio della pandemia in Australia: 98 decessi per Covid.

“’L’Australia è pronta a convivere con il virus’, secondo le autorità – si legge sul NYT – è pronta a uscire dalla vita delle persone e lasciare che prendano le proprie decisioni sanitarie. Vai al pub, goditi la vita, spendi dei soldi. Ma molti australiani, a quanto pare, non sono pronti”.

Con le elezioni a maggio che si avvicinano, il premier australiano, Scott Morrison, ha dichiarato che il Paese, nella gestione della pandemia, deve “passare da una cultura dei mandati a una cultura di responsabilità”. E la chiave perché questa transizione sia fattibile è nella campagna di vaccinazione. Tuttavia, gli australiani – specialmente i residenti di Melbourne e Sydney, che hanno vissuto un duro confinamento negli ultimi 18 mesi – preferiscono restare a casa per proteggersi dalla variante Omicron.

Il cambiamento, dalla chiusura totale all’apertura, è sembrato una decisione politica molto brusca. Ian Mackay, virologo dell’Università del Queensland, spiega che l’andamento del virus sta andando bene in confronto ad altri Paesi, ma non tutti sono felici dopo avere rinunciato a tanto per così tanto tempo.

In Australia, il sistema di tracciamento per contenere velocemente i piccoli focolai di Covid è andato in tilt, con i test antigenici rapidi che scarseggiano e prove pirata nel mercato nero. Ora che il governo ha annunciato la fine del tracciamento intensivo di contatti, gli australiani si sono organizzati sui social network per continuare con il monitoraggio.

Luke Anderson, moderatore di un gruppo Facebook con più di 190.000 membri, ha spiegato che “sempre più persone si sono abituate all’idea di convivere con il virus. E in questo i social aiutano. La vita non è poi così male. Mi ci è voluto un bel po’ per arrivare a dirlo. Penso che ci sia voluto un po’ di tempo per molte persone. Ma credo che sia la strada giusta”.



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