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Fuga da Hong Kong. Ondata Omicron, fine dello zero-Covid

Nonostante l’aumento dei casi, il governo locale di Hong Kong ha dichiarato che non imporrà un rigido confinamento come nella Cina continentale. Il fattore economico e le misure in atto

Una marea umana si è abbattuta alla frontiera della città Shenzhen della Cina Sud-orientale. Anziani, studenti, bambini e famiglie intere hanno cercato il modo per attraversare il confine nel tentativo di ripararsi da una nuova ondata di Covid a Hong Kong. Poco importava se, una volta sul territorio della Cina continentale, i nuovi arrivati erano costretti ad una quarantena obbligatoria di più di due settimane. Quel piccolo disagio valeva la pena per proteggersi del virus.

Secondo un articolo del South China Morning Post, alcune di queste persone erano rimaste bloccate a Hong Kong dopo le vacanze del Capodanno lunare e dovevano tornare al lavoro nella provincia del Guangdong, “mentre altri hanno espresso la speranza di trovare rifugio a Shenzhen, dove di recente non sono state segnalate infezioni”.

A Hong Kong, circa l’80% dei residenti con più di 12 anni è vaccinato con almeno una dose, mentre il 73% con almeno due dosi. Il numero di casi però preoccupa le autorità sanitarie. Da una settimana la media dei contagi giornalieri supera i 1000 casi, con le strutture ospedaliere e i centri di quarantena sull’orlo del collasso. I dati sono decisamente sottostimati, giacché ci sono molti campioni in attesa di essere processati. La stampa locale ha riferito che circa 12.000 pazienti positivi al Covid sono in attesa di essere ammessi in ospedale o nelle strutture predisposte per l’isolamento.

La criticità della situazione ha spinto il governo di Hong Kong a valutare una nuova misura per i positivi asintomatici, che potrebbero restare nei propri edifici sempre che non ci sia un rischio elevato di trasmissione.

Così Hong Kong si allontana, nella pratica, dalla strategia zero Covid della Cina. Nonostante l’aumento dei casi, Carrie Lam, capo esecutivo del governo locale di Hong Kong, ha dichiarato che non imporrà un rigido confinamento nell’ex colonia britannica. Gli esperti prevedono 28.000 casi a marzo ma le attività commerciali e finanziarie di Hong Kong impediscono una politica simile a quella cinese. “Non abbiamo in programma un lockdown totale, generale – ha dichiarato Lam -. Dobbiamo continuare questa battaglia contro l’epidemia. Arrenderci al virus non è un’opzione”.

Le autorità locali pensano di continuare ad applicare chiusure per distretto e faranno i test ai residenti finché le risorse lo permettono. Il Covid ha messo in ginocchio anche la classe dirigente dell’isola. Dopo lo scandalo del focolaio durante una festa dell’ex ministro dell’Interno, il numero due del governo di Hong Kong, John Lee, ha detto che lavorerà da casa dopo il contagio della sua domestica, così come diversi deputati del partito pro-Pechino.

Il presidente cinese Xi Jinping ha avvertito l’amministrazione di Lam che deve mobilitare tutte le forze e risorse per garantire la sicurezza e la salute dei cittadini, in coordinamento con le linee imposte da Pechino. Lam ha “ringraziato di cuore” Xi e si è detta determinata a usufruire del sostegno di Pechino per contenere la diffusione del virus.

Tra le nuove misure, il governo di Hong Kong ha previsto di dedicare circa 3.000 appartamenti dei complessi edilizi Queen’s Hill Estate e Lai King Estate alle quarantene, più 10.000 camere d’albergo. Saranno dedicate cliniche per il trattamento ambulatoriale dei pazienti con sintomatologia lieve, un’organizzazione dedicata con i taxi per il trasporto dei pazienti e lo stanziamento di circa 3,4 miliardi di dollari per i nuovi disoccupati.

Nelle ultime settimane, i prezzi di prodotti freschi come carne e verdure sono aumentati significativamente perché molti conduttori dei camion nella frontiera con la Cina continentale sono stati positivi al Covid.

Simon Wong Ka-wo, presidente della Federazione di Ristoranti e Commerci del settore, ha pronosticato la chiusura di piccole imprese (circa 500 a marzo), il che aumenterà inevitabilmente il tasso di disoccupazione.

Hong Kong non può permettersi un ulteriore rallentamento dell’economia a causa della pandemia. Fitch Ratings ha già accorciato della metà i pronostici di crescita economica (1,5%), collocando l’isola tra le economie più deboli del mondo.



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