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La parabola di Abramovich. Da finto timido a miliardario senza scrupoli

Energia, petrolio, calcio e arte. Gli interessi dell’imprenditore russo sono molto vari e hanno contribuito a creare una delle fortune più grandi al mondo. Ma la sua non è solo genialità. L’ombra della corruzione e i legami (illegali) con i presidenti russi

Era il lontano 2003 quando Roman Abramovich concedeva una delle poche interviste al Financial Times. Al redattore Matthew Garrahan disse che preferiva comunicare attraverso le sue azioni piuttosto che le parole: “Sono sicuro che le persone si concentreranno su di me per tre o quattro giorni, ma passerà. Dimenticheranno chi sono e questo mi piace”.

L’imprenditore russo voleva essere giudicato sul campo (di calcio) per la gestione del Chelsea, con cui ha vinto cinque titoli di Premier League, cinque FA Cup, tre Coppe di Lega, due Europa League e due Champions League. Con la sua leadership la squadra inglese ha formato eccellenti giocatori, manager e dirigenti del mondo del calcio internazionale.

Oggi, mentre la Russia di Vladimir Putin invade l’Ucraina, Abramovich è nell’occhio del ciclone. Ma chi era quel ragazzo russo che stava per comprare il Chelsea? Garrahan ricorda su Twitter che Abramovich era incredibilmente timido, era stato assistito da un interprete e si è agitato per le domande sui suoi legami con Vladimir Putin. “Ha negato di aver acquisito partecipazioni in industrie nazionali a buon mercato, precisando che aveva dovuto rischiare molto e accusando chi lo criticava di ‘piangere sul latte versato’”.

Nato a Saratov, Russia, nel 1966, Abramovich è diventato popolare in Occidente dopo l’acquisto del Chelsea. Secondo Forbes ha un patrimonio di 13 miliardi di dollari, costruito dopo la caduta dell’Unione sovietica.

Di origine ebraiche, l’imprenditore è sensibile ai temi dell’Olocausto. È rimasto orfano da piccolo e prima di dedicarsi a numerosi investimenti ha studiato ingegneria. Nel 1995 ha comprato azioni della petrolifera Sibneft ad un prezzo stracciato, per poi venderle alla statale Gazprom.

Da quanto si legge sul Guardian, “nel 1996, all’età di 30 anni, Abramovich è diventato così ricco e influente politicamente da diventare l’uomo più vicino al presidente Boris Eltsin, tanto da trasferirsi in un appartamento nel Cremlino su invito della famiglia presidenziale”. Nel 1999, era un magnate, eletto governatore della provincia di Chukotka. Abramovich è il maggiore azionista della siderurgica Evraz con sede a Londra e proprietario del secondo yacht più grande al mondo, l’Eclypse (162 metri).

L’imprenditore russo si è fatto un nome anche nel mondo dell’arte. Abramovich ha cominciato nel 2008 con un investimento di 70 milioni di dollari in meno di 24 ore di aste a New York. Ha acquistato la mattina un’opera di Lucien Freud da più di 20 milioni di dollari, il prezzo più alto pagato per l’opera di un artista vivo e la sera un trittico di Francis Bacon per altri 50 milioni; altro record per un’opera di arte contemporanea.

Secondo la rivista ARTnews, Abramovich è uno dei più grandi collezionisti al mondo. Nel 2010 ha investito 300 milioni di euro per la costruzione di un nuovo museo su un’isola per ospitare le sue opere di arte moderna e arte contemporanea, scrive il quotidiano The Telegraph.

Con la guerra in Ucraina molte ombre si posano su Abramovich e il suo patrimonio. La Bbc ha pubblicato un’inchiesta in cui porta alla luce nuove prove su vicende di corruzione che macchiano la sua scalata. Un “oligarca russo che ha legami antichi e stretti con Vladimir Putin”, si legge su di lui in un documento dell’Unione europea relativo all’ultimo pacchetto di sanzioni europee.

“Ha avuto un accesso privilegiato al presidente e ha mantenuto ottimi rapporti con lui – prosegue il testo -. Questa connessione con il leader russo lo ha aiutato a mantenere la sua considerevole ricchezza. È uno dei principali azionisti del gruppo siderurgico Evraz, uno dei maggiori contribuenti russi”. L’inchiesta riporta l’acquisto della Sibneft nel 1995 per 250 milioni di dollari, che poi è stata venduta al governo russo nel 2005 per 13 miliardi di dollari.

Denunciato dal suo ex socio, Boris Berezovsky, nel 2012, Abramovich ha vinto la causa, ma ai giudici ha descritto come l’asta originale della Sibneft fosse truccata in suo favore, grazie ad un pagamento di 10 milioni a un funzionario del Cremlino.

“Gli inquirenti del Dipartimento per i reati economici sono giunti alla conclusione che se Abramovich fosse stato processato avrebbe dovuto fronteggiare accuse di frode”, si legge sui documenti a cui ha avuto accesso la Bbc. Nell’inchiesta è stata sollevata la protezione da parte dell’ex presidente Eltsin e i benefici di appartenere alla cerchia di Putin.



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