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I servizi russi pedinavano Nemtsov prima del suo omicidio

Era diventato una spina nel fianco del Cremlino ed è stato ucciso nel 2015 giorni prima di una protesta contro la guerra. Ora un’indagine del Bellingcat svela che è stato inseguito in 13 viaggi con lo stesso schema eseguito contro altri dissidenti

Prima di essere ucciso nel 2015, Boris Nemtsov, oppositore di Vladimir Putin, è stato pedinato da agenti dell’Fsb. A svelarlo è un’indagine di Bellingcat, in collaborazione con The Insider e la Bbc, che ha raccolto prove di inseguimento in 13 viaggi di Nemtsov nei mesi prima all’avvelenamento.

Nemtsov era l’uomo che molti pensavano sarebbe succeduto a Boris Eltsin, invece fu Vladimir Putin a essere nominato presidente ad interim nel dicembre 1999. Così è diventato una spina nel fianco del Cremlino. Nemtsov ha sostenuto sanzioni internazionali contro la leadership politica russa e si è opposto all’annessione della Crimea, chiedendo un’indagine indipendente sull’abbattimento del volo malese MH17 in Ucraina.

Negli anni immediatamente precedenti la sua morte, Nemtsov è stato uno dei più accaniti critici di Putin e tra i più importanti. Per circa un anno, Nemtsov è stato pedinato da membri del Secondo Servizio dell’Fsb. Questi agenti hanno smesso di seguirlo 10 giorni prima dell’esecuzione, il 27 febbraio 2015. L’omicidio è avvenuto a pochi passi dal Cremlino, dove avrebbe dovuto guidare una protesta contro la guerra nei giorni seguenti.

“Nei primi due viaggi di pedinamento, entrambi a Yaroslavl, Sukharev è stato accompagnato da Dmitry Sukhinin, un agente dell’Fsb che ha una formazione in chimica e crittografia – si legge su Bellingcat -. Nei successivi 10 viaggi – a partire da un’andata e ritorno del 5 luglio 2014 a Novosibirsk – Sukharev è stato accompagnato da Alexei Krivoshchekov, un altro noto agente dell’Fsb che è stato successivamente coinvolto nell’operazione per avvelenare Alexei Navalny”.

Secondo l’inchiesta, gli agenti che hanno pedinato l’oppositore russo seguivano uno schema simile a quello di altre vittime di avvelenamento: “Di solito arrivavano ore o un giorno prima di Nemtsov e se ne andavano poco prima o dopo di lui. In particolare, durante l’ultimo viaggio da Mosca a Yaroslavl, dove Nemtsov ha servito come membro del consiglio comunale locale, gli ufficiali dell’Fsb non lo hanno pedinato. Giorni dopo, fu ucciso a Mosca”.

Una pratica comune, quella dei servizi federali della sicurezza russa, giacché avevano anche seguito il politico Vladimir Kara-Murza e lo scrittore Dmitry Bykov nei giorni precedenti i loro sospetti avvelenamenti.

“I dati di viaggio hanno anche mostrato che i membri della stessa unità sembravano aver pedinato almeno altri tre attivisti, che in seguito sono morti in circostanze misteriose – si legge su Bellingcat -. Secondo le nostre ricerche, la squadra era composta da esperti di armi chimiche del Criminalistics Institute dell’Fsb e ufficiali della Direzione per la protezione dell’ordine costituzionale del Secondo servizio dell’Fsb”.

Quest’ultimo, precisa la pubblicazione, è descritto dal Dipartimento Tesoro degli Stati Uniti come colui che gestisce le minacce politiche interne per conto del Cremlino. Successivamente, è identificato il ruolo di primo piano svolto da Valery Sukharev, ufficiale dell’Fsb nelle operazioni contro Navalny, Kara-Murza e Dmitry Bykov.

Sukharev sembra anche avuto un ruolo di coordinamento anche nell’avvelenamento di Alexei Navalny, scambiando oltre un centinaio di telefonate con cinque agenti dell’Fsb coinvolti nel tentativo di omicidio, incluso uno dei leader dell’operazione Stanislav Makshakov.

Per l’omicidio è stato condannato Zaur Dadayev, ex ufficiale di sicurezza ceceno vicino al dittatore Ramzan Kadyrov. Dadayev ha affermato che lui e altri cinque ceceni hanno pedinato Nemtsov per mesi, ma non l’hanno ucciso. Alcuni difensori dei diritti umani hanno suggerito che Dadayev sia stato torturato durante la detenzione preventiva.

Ci sono molti dubbi anche sull’imparzialità dell’indagine ufficiale. “Gran parte del caso dell’accusa si basava sui confronti del dna eseguiti dal Criminalistics Institute, lo stesso dipartimento dell’Fsb che ha collaborato con i pedinatori di Nemtsov nelle operazioni di avvelenamento contro altre figure dell’opposizione”, precisa Bellingcat.

La Bbc ha chiesto al governo russo e all’Fsb di commentare l’inchiesta, ma il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha risposto: “Tutto questo non ha nulla a che fare con il governo russo. Sembra un’altra fabbricazione”. Dall’Fsb, invece, non è arrivata risposta alcuna.



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