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Ucraina, esperienze e modelli di welfare per la gestione dell’emergenza migratoria

Di Stefano Di Palma

La tragedia del popolo ucraino assomiglia purtroppo a quella di tanti altri popoli in fuga da guerre meno note e soprattutto più distanti dall’Italia. Ma qualcosa si può fare. L’intervento di Stefano Di Palma, direttore ricerche Ecoter

I drammatici sviluppi della crisi ucraina stanno riproponendo con urgenza i termini della questione legata ai profughi in fuga dalla guerra. La tragedia del popolo ucraino assomiglia purtroppo a quella di tanti altri popoli in fuga da guerre meno note e soprattutto più distanti dall’Italia. La tragedia contemporanea dell’Ucraina porta in primo piano l’indispensabile ruolo della solidarietà e dell’accoglienza.

La ministra Lamorgese ha dichiarato che dall’Ucraina, dopo poco più di un mese di guerra, sono arrivati in Italia 75 mila profughi. Ben oltre la cifra raggiunta nel 2021, in 12 mesi però, dai profughi provenienti da tutte le altre zone di conflitto. La Ue ha messo a punto il programma emergenziale Care e sta costruendo una sorta di salvadanaio finanziario fatto da tutte le risorse finanziarie comunitarie, di tutti gli Stati membri, che non sono ancora state utilizzate e che potranno concorrere a realizzare una massa critica di opportunità per i profughi ucraini.

Da decenni, Ecoter è al centro delle politiche di coesione riservate, tra le altre cose, alle problematiche dell’immigrazione e dell’integrazione sociale, economica e culturale dei migranti. Attualmente Ecoter sta realizzando una valutazione, commissionata dall’Anci Lazio, del progetto di integrazione Prima il lavoro, all’interno del quale una articolata rete di soggetti pubblici e privati ha concretamente sperimentato la possibilità di trasformare il dramma dell’immigrazione in una opportunità di inclusione sociale e di sviluppo del territorio.

Prima il lavoro si caratterizza per gli obiettivi seguenti:

1. rilevare elementi qualificanti di buone prassi attraverso una ricerca/azione su innovazioni metodologiche nell’erogazione di servizi ai migranti di paesi terzi mirante all’inclusione socio- lavorativa;

2. consolidare l’attività di governance e integrazione territoriale fra servizi;

3. garantire l’effettivo accesso degli stranieri a servizi informativi efficaci ed efficienti, attivando processi di razionalizzazione delle competenze degli operatori del lavoro e qualificando l’offerta informativa;

4. garantire l’effettivo accesso degli stranieri ai servizi di inclusione socio lavorativa anche razionalizzando le competenze degli operatori in ambito socio-economico e lavorativo, attraverso la sperimentazione di percorsi formativi;

5. rinforzare le competenze dei migranti attraverso la sperimentazione di pacchetti formativi per l’apprendimento della lingua italiana come strumento di inclusione socio lavorativa;

6. armonizzare i sistemi informativi territoriali al fine di un’efficace scambio di informazioni;

7. migliorare la qualità dell’informazione istituzionale e la sua comprensione e diffusione territoriale. Nell’attuale situazione di emergenza di rifugiati dall’Ucraina, l’esperienza Prima il lavoro può funzionare come un punto di riferimento di buone pratiche di accoglienza ed integrazione.

Noi di Ecoter siamo pronti a fare la nostra parte per modellizzare e trasferire i risultati, lo schema di governance e le metodologie di costruzione delle reti dei soggetti preposti. Perché qui non si tratta di fare solo del bene a un popolo ferito e in fuga, ma anche complessivamente al sistema Paese, per rendere l’Italia più accogliente, forte e sicura.

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