Ora che l’Europa spinge sugli investimenti bisogna scegliere i programmi migliori, adottando la modalità governo-governo per favorire le esportazioni nel settore. Sono i punti centrali dell’audizione dell’ad di Leonardo in commissione al Senato per fare il punto sulle esportazioni dei materiali di Difesa. Un tema centrale, visto che, come ha ricordato l’ad, “è all’estero l’83% del nostro giro d’affari”
Ora che l’approccio europeo alla Difesa è cambiato e che c’è un impegno ad allocare maggiori risorse nel settore, sarà necessario “fare attenzione alla scelta dei programmi su cui puntare”. Avanti tutta sul G2G per le esportazioni, visto che ad oggi il nuovo strumento nazionale “non ha ancora completato il proprio percorso normativo”. Sono i punti centrali ricordati da Alessandro Profumo, amministratore delegato di Leonardo nel corso dell’audizione al Senato, incentrata sulle prospettive dell’export italiano nel settore e sull’implementazione della recente normativa in materia di rapporti ‘Governo-Governo’. Per Leonardo, il tema dei meccanismi di esportazione di materiali di Difesa in Italia è sicuramente centrale dal momento che la società vende all’estero l’83% del suo giro d’affari.
Le prospettive di Leonardo
“Come Leonardo abbiamo fondamentalmente tre direttrici: la prima è rafforzare ancora di più la nostra posizione di leadership nel settore degli elicotteri; seconda tematica riguarda il continuare a partecipare con forza ai grandi programmi internazionali sui fighter; l’ultima area sulla quale stiamo lavorando intensamente ed è l’area che ci lega anche in modo forte alla Germania è l’area della elettronica per la difesa”. Così ha delineato la strategia della società l’ad.
L’azienda per il prossimo futuro punta sull’Eurofighter che è “certamente il programma più importante sul quale siamo coinvolti a livello europeo”, e in prospettiva sul Tempest “che diventerà una grande base di sviluppo tecnologico per il Paese”. Non solo, rilevanti sono anche gli addestratori 345 e 346 sia nella versione di addestramento sia nella versione light attack (fighter leggero), in cui rientra l’ipotesi della Colombia.
I risultati del 2021
Il gruppo dell’aerospazio ha chiuso il 2021 all’insegna della crescita con profitti per 587 milioni, che aumentano del 142% sull’anno precedente, anche grazie alla tenuta dei ricavi e all’ottimo andamento delle attività per la difesa dei governi. Si è assistito inoltre alla remunerazione degli azionisti e al ritorno del dividendo dopo il digiuno del 2020 con una cedola a 0,14 euro ad azione. “Abbiamo raccolto ordini nel 2021 per 14,3 miliardi, abbiamo fatturato 14,11 miliardi, abbiamo generato cassa per 209 milioni”, ha osservato l’ad. Che ha aggiunto: “Nei cinque anni di mia gestione abbiamo creato 5.681 posti di lavoro netti, cioè siamo cresciuti come occupazione per 5.681 posti di lavoro, abbiamo raccolto ordini per 69 miliardi e ridotto il debito per 1,3 miliardi”, ha proseguito Profumo, a capo della società dal 2017.
Il punto sulla fornitura in Colombia
Nel corso dell’audizione, sollecitato sul tema della fornitura degli addestratori 345 e 346 a Bogotà, l’amministratore delegato ha ricordato ai parlamentari che la trattativa non ha fatto uso dello strumento G2G, “avevamo avviato la procedura con l’Unità per le autorizzazioni dei materiali di armamento (Uama) nel 2019, in tempi ampiamente antecedenti” l’introduzione nel nostro sistema di questo strumento ed “eravamo ancora nelle prime due fasi, che sono quelle nelle quali si cerca di capire, in che forma, in che modo una potenziale opportunità si trasforma in una realtà”. La trattativa con il Paese sudamericano consentirebbe a Leonardo di penetrare un mercato potenzialmente importante e strategico, in cui l’azienda italiana è per ora assente. “L’ipotesi non è tramontata” ha spiegato Profumo e qualora si realizzasse, si proporrebbe alla Colombia una versione light attack, battendo l’offerta coreana, “che è il più grosso concorrente che noi abbiamo per questa versione, in particolare in America latina”.
Gli accordi G2G in Italia
Il G2G è uno accordo in cui i contraenti non sono le aziende ma gli Stati che si approvvigionano di beni o servizi presso le imprese produttrici per venderli alla controparte contrattuale, con la garanzia dello Stato venditore, che ha capacità negoziale e di firma. Alla fine del 2019 grazie alla modifica del quadro legislativo, in particolare dell’articolo 537- ter del Codice dell’ordinamento militare, è stata introdotta anche nel nostro Paese la possibilità di sottoscrivere questo tipo di accordi. Da allora “abbiamo concluso solo due contratti di G2G come Paese, uno con l’Austria e uno con la Slovenia”, ha evidenziato Profumo.
A inizio dicembre dell’anno scorso è stata infatti firmata l’intesa preliminare con l’Austria per la fornitura di 18 elicotteri Agusta AW169M, mentre la Slovenia ha perfezionato pochi giorni fa l’accordo che prevede l’acquisto di un velivolo C27J Spartan, corredato da servizi di addestramento per gli equipaggi, assistenza e manutenzione. Tuttavia, la procedura per finalizzare questi accordi non è ancora conclusa e ultimata, infatti “per entrambi va richiesta l’autorizzazione all’esportazione da parte nostra, perché appunto il processo normativo connesso al G2G non è stato ancora completato”, ha precisato l’ad.
Audizione export anche per il capo dell’Uama
Questa settimana si è svolta, sempre presso la commissione Difesa del Senato, anche l’audizione di Alberto Cutillo, direttore dell’Unità per le autorizzazioni dei materiali di armamento (Uama). Il ministro plenipotenziario, oltre a confermare che in merito al G2G, “al momento ci sono due autorizzazioni in corso relative ad Austria e Slovenia”, ha fatto il punto sull’export italiano del settore. La Regione in cui abbiamo esportato maggiormente nel 2021 è stata l’Unione europea, dopo diversi anni in cui era centrale per noi il mercato del Medio Oriente e Nord Africa. In particolare, abbiamo migliorato le nostre performance in paesi come Francia, Germania e Paesi Bassi, mentre sono diminuite nel corso dell’anno le esportazioni verso Regno Unito e Spagna. Secondo le parole di Cutillo, le 15 aziende più importanti italiane coprono il 92% del valore dell’export dl settore, e Leonardo si conferma quella con il valore più alto.