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Shanghai travolta dall’emergenza, ma la Cina insiste con lo zero-Covid

Record di contagi in Cina dall’inizio della pandemia, circa l’80% dei casi è registrato nella città più grande del Paese. I bambini positivi sono stati separati dai genitori, scatenando la rabbia sui social e non solo, mentre i lavoratori del settore finanza dormono in ufficio, mancano cibo e acqua. Tuttavia Pechino insiste su questo sistema rigidissimo per combattere il virus. Ecco perché

Bambini positivi al Covid separati dai genitori, l’esercito impegnato nella gestione della crisi, paura per la carenza di alimenti e giardini artificiali nel salotto di casa perché è vietato persino uscire con il cane. Sono surreali le immagini video e i racconti che arrivano da Shanghai, città della Cina orientale collassata per l’emergenza sanitaria. Ma Pechino insiste nel tentativo di eradicare il virus completamente.

Le autorità locali hanno avviato un nuovo test di massa per la diagnosi del virus, confermando l’estensione del lockdown a tempo indefinito, visto l’aumento dei casi. Fermi molti mezzi di trasporto pubblico, così come le attività produttive non essenziali.

A Shangai sono state allestite 62 strutture di quarantena in hotel, stadi e centri espositivi, oltre alla riconversione del National Convention and Exhibition Center, con capacità per 40.000 persone in isolamento.

Secondo il bollettino della Commissione Nazionale per la Sanità, la Cina ha superato il record di contagi dall’inizio della pandemia: 20.472 positivi. E circa l’80% dei casi registrati è a Shanghai, dove sono arrivati 38.000 addetti al personale sanitario. Molti dei casi positivi però sono asintomatici e non sono stati registrati nuovi decessi.

“Non c’è nessuno per strada, sentiamo solo il rumore delle ambulanze”, ha raccontato una residente di Shanghai a EuroNews. La paura principale, aggiunge allarmata, è restare senza cibo in casa. Per mitigare la situazione, il governo invia ad ogni residenza un kit di emergenza, con verdure e altri prodotti, ma nella maggior parte dei casi è molto poco. Nei giorni scorsi, la Commissione Municipale della Sanità di Shanghai ha ammesso di non essere sufficientemente preparata per affrontare l’attuale ondata di Covid.

La crisi aumenta lo scontento sociale. I residenti di Shanghai cominciano ad avere difficoltà per acquistare i generi alimentari di prima necessità e l’acqua potabile, a causa della riduzione delle forniture e della chiusura dei supermercati.

Sui social network sale la rabbia. Il confinamento dei bambini di meno di sette anni lontano dai genitori ha provocato circa 40 milioni di interazioni su Weibo, costringendo le autorità a prevedere flessibilità nella misura di isolamento. “Così è corretto, bisogna gestire la situazione in maniera più umana”, ha scritto un utente. Gli stranieri residenti a Shanghai sono molto spaventati e hanno chiesto aiuto ai consolati dei loro Paesi.

Sun Yu, giornalista del Financial Times, ha raccontato nel podcast FT News Briefing, che molti banchieri di Shanghai oggi sono costretti a restare tutta la giornata in ufficio: “Questa è la soluzione. Bancari, personale IT, commercianti e penso che più di quasi 100 dipendenti della Borsa di Shanghai ora vivono in ufficio. Dormono lì e il datore di lavoro fornisce il cibo. In questo senso, il settore finanziario funziona ancora. Ma questa è la finanza”.

Infine, sembra escluso – ad ora – un allentamento della politica zero Covid da parte del governo di Pechino. Sun Chunlan, vicepremier cinese, insiste sulla necessità di attenersi a queste direttive per il contenimento del virus. “Dal momento che il sistema sanitario di Shanghai è già stato travolto dal Covid, altre parti del Paese in cui il sistema sanitario è in condizioni molto meno sviluppate di Shanghai sarebbero sottoposte a pressioni ancora maggiori, motivo per cui la Cina, compresa Shanghai, deve attenersi alla politica zero-Covid”, spiega Sun Yu.



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