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Come garantire un accesso equo e universale al Servizio sanitario

Di Rosaria Iardino

Hi-Healthcare Insights è uno strumento a disposizione di istituzioni e cittadini che, sulla base di criteri obiettivi di valutazione, intende operare in sinergia con decisori e stakeholder. L’intervento di Rosaria Iardino, presidente Fondazione The Bridge

La fine dello stato di emergenza Covid non coincide, purtroppo, con la fine di alcune situazioni emergenziali presenti nel nostro sistema sanitario. Al contrario, ci impone un’accelerazione non più rimandabile nel processo di individuazione delle criticità e di adozione di soluzioni che siano coerenti con le effettive necessità del sistema.

È con questo obiettivo che nasce Hi-Healthcare Insights, Osservatorio Indipendente sull’Accesso alle Cure (www.hiosservatorio.it) promosso da Fondazione The Bridge (www.fondazionethebridge.it), uno strumento che attraverso il monitoraggio dell’equa accessibilità ai servizi erogati dal Sistema Sanitario Nazionale ha la funzione di individuare, evidenziare e dare risposta alle lacune e alle criticità che sono di ostacolo a tale accesso, con l’obiettivo di creare un’informazione libera, pubblica e comprensibile a tutti.

L’autorevolezza e l’imparzialità dell’Osservatorio sono garantite da un Comitato Scientifico – il cui responsabile è Alessandro Venturi, professore di Diritto amministrativo e di Diritto regionale e degli enti locali presso il Dipartimento di Scienze politiche e sociali dell’Università degli Studi di Pavia – di cui fanno parte: Centro Studi di Fondazione The Bridge, Università degli Studi di Genova – DIBRIS, Università di Pavia, Università degli Studi di Roma Tor Vergata, ANMAR – Associazione Nazionale Malati Reumatici, Fondazione ANT Italia Onlus, ADPMI ODV – Associazione diabetici della provincia di Milano, CLAD ODV-Coordinamento Lombardia Associazioni Diabetici, Plus – Persone LGBT+ sieropositive, Uniamo FIMR Onlus – Federazione Italiana Malattie Rare.

Il primo filone di ricerca che l’Osservatorio ha esplorato riguarda i tempi di attesa per poter usufruire di quelle prestazioni la cui erogazione è garantita dai livelli essenziali di assistenza (Lea) e che sono oggetto del Piano nazionale di governo delle liste di attesa 2019-2021. Si tratta, infatti, di un aspetto cruciale: la disponibilità di dati sulle liste di attesa aggiornati, accessibili e liberamente utilizzabili garantirebbe una costruzione razionale delle politiche sanitarie attraverso l’adozione di linee di indirizzo e la rimodulazione di strategie che si adattino al quadro complessivo fornito dal monitoraggio.

Un’analisi comparata regionale e nazionale garantirebbe di comprendere meglio tendenze e prospettive da cui derivare riflessioni e implicazioni per il policy-making. Inoltre, aspetto non secondario, trattandosi di informazioni attinenti alle attività della Pubblica amministrazione, i dati inerenti ai tempi di attesa sono oggetto del principio di trasparenza introdotto all’art. 1 della legge 241/901 e garantito poi con il D.lgs. 33/20132 e il D.lgs. 97/20163 che ha concretizzato ulteriormente il concetto di freedom of information, cioè il diritto e la libertà dei cittadini di essere informati.

Esercitando il diritto di accesso alle informazioni della Pubblica amministrazione, l’Osservatorio ha provveduto a raccogliere una serie di dati che sono poi stati oggetto di due diversi livelli di analisi: il primo volto a restituire la qualità dei dati stessi, il secondo ad approfondire invece le informazioni inerenti nello specifico le tempistiche d’attesa.

Purtroppo, il quadro che emerge da questa prima ricerca dell’Osservatorio è piuttosto desolante: innanzitutto i dati forniti dalle singole Regioni sono assolutamente disomogenei tra loro, conseguenza della libertà che la normativa nazionale lascia a ciascuna di esse nello stabilire le modalità attraverso cui essi sono raccolti, utilizzati e resi accessibili ai cittadini. Ne consegue l’impossibilità di poter comparare questi dati e utilizzarli per la programmazione delle politiche sanitarie e il miglioramento complessivo del sistema. Dal punto di vista dei cittadini ciò che viene meno è il diritto a essere correttamente informati e, di conseguenza, a poter valutare le effettive possibilità di accedere in maniera equa ai servizi del Ssn, in ciascuna delle 20 regioni italiane.

Dalla ricerca, dunque, emerge l’urgenza di un dialogo tra ministero e Regioni volto a individuare modalità condivise per rilevare e rendere accessibili e utilizzabili i dati. In questo contesto, l’obiettivo dell’Osservatorio non è semplicemente rilevare le lacune del sistema, fermandosi alla, pur legittima, fase della “denuncia” dei malfunzionamenti. Piuttosto rappresenta uno strumento a disposizione di istituzioni e cittadini che, sulla base di criteri obiettivi di valutazione, intende operare in sinergia con decisori e stakeholder per trovare soluzioni condivise alle criticità individuate.

È con questo spirito che ci rivolgiamo dunque alle istituzioni nazionali, in primis, con l’auspicio di poter fornire un contributo concreto per il miglioramento del Sistema sanitario nazionale e garantire realmente un accesso equo e universale al Servizio sanitario nazionale, così come sancito dall’articolo 32 della nostra Costituzione.

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