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La nuova ondata Covid e la grande sfida del prossimo vaccino

I test fatti in casa impediscono un registro certo della situazione, mentre si esauriscono i fondi per la gestione sanitaria e incombe la scadenza (a giugno) per trovare un nuovo vaccino aggiornato. Così gli americani si preparano per un aumento esponenziale dei contagi, con incertezze sul comportamento della nuova sottovariante Omicron e piccoli ma efficaci gesti da seguire…

La Cina non è l’unica a doversi preoccupare, ancora, per il Covid-19. I contagi continuano ad aumentare in molti Paesi e negli Stati Uniti gli esperti prevedono una nuova, difficile ondata di casi.

Per il quotidiano The New York Times, c’è un responsabile: la sottovariante di Omicron, BA.2. Non si sa con certezza la sua pericolosità ma è senza dubbio finora la più contagiosa di tutte le mutazioni. Sul territorio americano “Omicron 2” è la variante più presente.

Di fronte ad un aumento di casi, gioca a favore che molti americani hanno superato il virus quest’inverno, e gran parte della popolazione è vaccinata. Tuttavia, circa il 70% delle persone con più di 65 anni hanno solo il primo booster, rimanendo molto vulnerabile. Eric Topol, professore di medicina molecolare alla Scripps Research in California ha spiegato al NYT che gran parte dei cittadini negli Stati Uniti si è vaccinata in autunno, per cui la protezione è in calo.

“Non credo che siamo davanti ad uno scenario drammatico con nuovi lockdown in questa parte del mondo per la variante BA.2”, spiega Bronwyn MacInnis, direttore del centro di vigilanza di patogeni Broad Institute di Cambridge, Massachusetts. “Ma non possiamo essere sicuri di sconfiggere le sorprese di questo virus in futuro”.

Infatti, gli esperti hanno individuato alcuni fattori recenti che preparano il terreno per una diffusione maggiore del Covid. Prima di tutto, la generalizzazione dei test veloci fatti in casa, che impedisce alle autorità di avere un registro certo del numero di casi.

James Musser, specialista di malattie infettive all’Ospedale Houston Methodist, considera un problema il conteggio confuso dei casi di BA.2 negli Usa: “Abbiamo davvero bisogno di dati in tempo reale, a qualsiasi costo, per capire quali decisioni prendere in maniera informata”.

Secondo il Los Angeles Times, i Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) hanno avvertito che ridurranno il numero di laboratori per cercare nuove varianti molto presto, mentre la Casa Bianca sta esaurendo i fondi per vaccini, trattamenti e test. E infine, resta un mistero il controllo delle acque residuali e il ruolo nella diffusione del virus.

LA SFIDA DEL PROSSIMO VACCINO

Sulla gestione della pandemia, c’è anche una nuova sfida da affrontare: il prossimo vaccino. Le autorità sanitarie americane ricordano che, per le somministrazioni del prossimo autunno, quando si prevede che il virus riprenderà vigore a livello globale, il nuovo farmaco aggiornato deve essere pronto non oltre il mese di giugno.

Produttori e ricercatori stanno cercando di capire come dovrebbe essere la nuova formula, ma sono ancora ben lontani da un risultato efficace. “Uno studio in corso, ad esempio, analizza come funziona il vaccino di Moderna se rivisto per prendere di mira tre varianti, da sole o in combinazione. Ma ha appena iniziato a reclutare volontari, con risultati attesi quest’estate”, si legge sul NYT. Altri studi in corso sono troppo piccoli per fornire dati sull’efficacia che possano garantire l’approvazione delle autorità.

E, un dato realistico, è che nessuno sa quale variante del virus dominerà entro la fine dell’anno: “C’è qualche possibilità che prima di allora emerga un’altra variante come Omicron e ridisegni il quadro del coronavirus in un modo del tutto inaspettato”, conclude il giornale americano.

Non resta dunque che prendere le misure a portata di mano nella vita quotidiana. Come consiglia l’inserto di salute Well del NYT, possiamo seguire queste piccole ma efficace precauzioni, in previsione della nuova ondata: monitorare il numero dei casi nella propria comunità e seguire le misure di prevenzione sanitaria; continuare ad usare mascherine di buona qualità; fare stoccaggio di test rapidi in casa; fare il booster – se ci sono i requisiti -; tenere in casa un saturimetro, poiché il controllo dell’ossigeno diminuisce il 50% della mortalità; e avere una terapia di antivirali in casa, in caso di necessità.



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