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Fra green loans e PropTech, ecco il futuro dell’immobiliare

Di Silvia Rovere

Transizione ecologica e spinta alla digitalizzazione stanno modificando in profondità anche un mondo dalle fondamenta solide come quello immobiliare. Silvia Rovere, presidente di Confindustria Assoimmobiliare, spiega come

L’intreccio fra il green e il blue, fra il verde della transizione ecologica e il blu della spinta alla digitalizzazione, sta modificando in profondità anche un mondo dalle fondamenta solide come quello immobiliare. E il cambiamento sta già attraversando i tanti settori collegati, come un circolo virtuoso che coinvolge imprese, intermediari, fornitori, banche, ma anche professionisti, università e – ovviamente – acquirenti e venditori.

I Green Loans: regole e sviluppo

Per contrastare gli impatti del climate change sono richiesti non solo impegno e volontà, ma anche ingenti flussi di capitale. E tutti gli operatori che operano nel settore immobiliare devono necessariamente tenerne conto nello scegliere i propri indirizzi manageriali. La conseguenza è che nei prossimi anni, non solo le banche ma anche i fondi saranno chiamati ad investire su progetti ecosostenibili per favorire la transizione.

La necessità di finanziare tali investimenti ha portato alla nascita di un mercato innovativo: il green loan market, ovvero il mercato dei prestiti verdi. Nel nostro Paese, la legge di Bilancio 2020 ha messo a disposizione risorse per oltre 4 miliardi di euro a favore degli investimenti green delle imprese.

I green loans: strumento che permette alle banche di finanziare progetti con forti tematiche ambientali. Tuttavia, anche a causa di un settore ancora in evoluzione, persistono tra gli operatori finanziari valutazioni e previsioni riguardanti l’emissione di questi strumenti su basi ancora non omogenee. Sono prodotti che seguono logiche stabilite, per la gran parte, dalla singola realtà di investimento.

La sostenibilità dei singoli progetti, su cui vengono poi delineate le strategie di finanziamento, viene generalmente legata al raggiungimento di target di sostenibilità. Persiste però l’assenza – anche sul lato regolatorio – di una tassonomia unitaria e di “linee guida” universalmente accettate dal mercato. Ciò determina un grado di incertezza che attualmente rallenta la concentrazione di capitale su progetti realmente sostenibili e mina parte della credibilità degli strumenti di raccolta. Lo stesso fenomeno del green washing è esattamente la conseguenza della mancanza di dati e parametri condivisi dal mercato.

Al fine di trovare soluzioni a questo problema, per il futuro occorrerà promuovere l’utilizzo di strumenti finanziari in grado di catturare più correttamente il valore aggiunto rappresentato dalla sostenibilità. In particolare:

  • per quanto riguarda la regolamentazione europea, è necessario che venga estesa la consultazione con gli operatori al fine di arrivare ad uno standard condiviso sui fattori decisivi che determinino la sostenibilità dei progetti immobiliari;
  • per quel che riguarda gli operatori, è auspicabile che vengano adottati, in sede di piano strategico, obiettivi chiari riguardo la definizione dei criteri ESG e quali strumenti verranno implementati per raggiungerli.

Il green loan market è un mercato ancora da sviluppare, ma molto promettente, a livello mondiale: il 2019 ha registrato un record nelle emissioni totali di debito legate alla sostenibilità. Secondo Bloomberg tale valore ha raggiunto i 465 miliardi di dollari (+78% rispetto al 2018).

PropTech, il futuro è già qui

È un neologismo, e come tutte le parole nuove è la fotografia di una realtà dinamica, che cambia nel momento stesso in cui si tenta di definirla. È l’unione di Property & Technology, è la linea di sviluppo del settore immobiliare che sta rivoluzionando il sistema.

L’uso dell’intelligenza artificiale, dell’analisi dei dati, del web 2.0, dell’Internet of Things, delle nuove modalità di lavoro, mobilità, vita (co-working, home working, intermodalità, co-housing, ecc) sono tutti elementi che stanno riconfigurando le città, le performance degli edifici e, in generale, le scelte di tutta la filiera, dai grandi investitori agli utenti finali.

Si pensi all’utilizzo dei droni per mappare intere aree o per controllare lo stato d’avanzamento dei lavori. Oppure all’uso di sensori e della tecnologia blockchain per monitorare in continuazione progetti e realizzazioni. Nascono nuovi mestieri legati all’immobiliare: ingegneri che devono avere competenze edili, gestionali, informatiche; piloti di droni; analyst che sappiano aggregare e interpretare dati che arrivano da fonti diverse; sviluppatori di software di rendering o di realtà aumentata.

Lo sviluppo del PropTech è il presente e il futuro dell’immobiliare, con implicazioni formidabili dal punto di vista giuridico e finanziario, come dimostra anche la grande attenzione da parte dei fondi e degli istituti di credito. Diversamente da quanto si può pensare, l’apporto del digitale al settore real estate è quello che consentirà di proiettare nel futuro il comparto.

Immaginiamo un mondo in cui all’immobile che intendete acquistare, come cittadino o come investitore, è stato attribuito un valore non solo economico, ma basato su algoritmi sempre più sofisticati che tengono in considerazione anche fattori come quello della sostenibilità ambientale e del contesto socio-economico. Oppure: immaginiamoci un mondo in cui per visitare e valutare un immobile potrebbe bastare “un clic”; un mondo in cui le aste immobiliari non sono più iter farraginosi, ma processi smart alla portata di tutti. Una rivoluzione che porterà a sempre più garanzie, sicurezza e professionalizzazione della filiera.

Come tutte le svolte epocali, il PropTech ha però bisogno di una guida solida e di competenze profonde, verticali e trasversali ed è per questo che l’innovazione in questo settore va non solo favorita, ma supportata concretamente. Siamo solo all’inizio.

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