Skip to main content

Il sovrano del Colle non si tocca, l’Unita’ bacchetta Left

Guai a pizzicar Giorgio Napolitano, il ‘sovrano’ del Colle! Si finisce, seduta stante, sul banco degli imputati per aver formulato critiche “[…] a mio giudizio grossolane ed influenzate dall’eco di culture ostili ad ogni responsabilita’ di governo”. Questa la tesi della pubblica accusa, l’ineffabile direttore dell’Unita’, Claudio Sardo, che non ha gradito la copertina e, a seguire, l’ampio ed approfondito servizio del settimanale Left, che il sabato e’ abbinato al quotidiano fondato da Antonio Gramsci, dedicato all’inquilino del Colle, appunto ‘il sovrano’. Alla reprimenda di Sardo che, forse per un eccesso di zelo, si e’ rivolto – via ‘PS’ come usa fare Eugenio Scalfari – ai suoi lettori per avvertirli, caso mai non avessero ben letto e/o compreso: “[…] ieri non ho condiviso l’impianto e i servizi di apertura del settimanale Left, allegato al nostro giornale”, ha fatto seguito, sempre sull’Unita’, quella dell’intellettuale Michele Prospero che vede “[…] pelose campagne di stampa che, santificando Grillo come modello campione del costituzionalismo, dipingono l’avvento di una democrazia ormai mutilata per via delle mire egemoniche coltivate dal Colle e delle liberticide riforma dell’art.138”. Qual’e’, dunque, la colpa di Left? Quella di aver saputo ben interpretare un ‘comune sentire’ di giuristi, intellettuali, uomini di cultura, politici, e della gente comune compresi iscritti (in calo!) e simpatizzanti (in fuga!) del Pd: il rischio di stravolgimento della Costituzione. “Siamo profondamente scettici – e’ stato il commento del direttore di Left, Maurizio Torrealta – quando l’attuale Presidente della nostra Repubblica italiana vuole intervenire, in modo forzato nei tempi e nei modi, in un processo di riforma costituzionale che presenta palesi violazioni dell’articolo 138 della Carta. Questa volta la situazione del Paese e’ troppo critica e la posta in gioco troppo grande perche’ ci si possa affidare a una improvvisazione che non sta rispettando neanche le regole base della Costituzione”. In tempi andati si soleva dire: non disturbare il manovratore! Vale pure oggi a quanto pare, sia che si chiami Giorgio Napolitano o Enrico Letta o Mario Monti, e l’ineffabile Sardo, in coppia con Prospero, se ne fa portavoce oculato. “[…] non condivido l’obiezione di fondo: che Napolitano stia spingendo il sistema verso un semi-presidenzialismo di fatto. Questa purtroppo e’ la tesi della destra e dei presidenzialisti, cioe’ di coloro che oggi sostengono una riforma sul modello francese”, nota Sardo ma dimentica che al ‘semi-presidenzialismo’ un autorevole dirigente del Pd, Valter Veltroni, ha immolato il suo ultimo libro ‘E se noi domani. La sinistra che vorrei’, rifacendosi maldestramente e goffamente all’azionista Piero Calamandrei che in sede di Costituente si batte’ per il sistema presidenzialista sul modello anglosassone rispetto a quello parlamentare che fu imposto dai grandi partiti di massa: Pci, Dc e Psi. “E non bisogna dimenticare che nuove elezioni con queste regole possono spingere il Paese ancor piu’ nel baratro”, avverte l’ineffabile direttore dell’Unita’. Come se quel ‘baratro’ ci fosse per caso, per dono divino, e non per una scellerata, abominevole politica liberista dell’austerita’ tanto attenta alle ragioni dei mercati finanziari quanto lontana dai bisogni non solo materiali della ‘povera gente’ e della middle classe, di cui il Pd e’ stato correo tanto con il governo dei ‘tecnocrati’ di Mario Monti quanto con l’attuale delle ‘larghe intese’ a rinverdire la prassi ‘togliattiana’ dei governissimi con Pietro Badoglio!



×

Iscriviti alla newsletter