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Così la Germania scruta Draghi

Nel giorno in cui Mario Draghi si presenta al Bundestag tedesco per esporre la propria strategia economico-finanziaria, la Süddeutsche Zeitung affronta quelli che ritiene essere i punti più controversi dell´azione del governatore centrale europeo. Il quotidiano di Monaco dà voce ai timori dei politici di Berlino e analizza “l´avventura senza precedenti” dell´ex governatore della Banca d´Italia. Draghi non mette in discussione solo l´indipendenza dell´istituto centrale, le sue decisioni lo mettono in conflitto con le norme democratiche, affermano le voci interpellate dalla Sz.La tensione con cui la Germania attende la visita di Draghi è sottolineata anche dalla Reuters. L´agenzia di stampa fa una rassegna dei pro e i contro dell´uomo che agita i sonni della Berlino politica ed economica.Su Focus Jürgen Stark sferra altri fendenti. L´ex funzionario Bce ritiene che al posto di una sconnessa politica del “basta”, Draghi dovrebbe mettere in campo passi finanziari più logici. In attesa dell´intervento del governatore al parlamento tedesco, la Bce ha affidato la propria difesa a Yves Mersch, sottolinea la Reuters. Ieri a Berlino il futuro membro del consiglio dei direttori Bce ha ribadito come l´acquisto dei titoli nei paesi euro sotto attacco si stia rivelando un “potente attacco contro i distruttivi scenari che a volte appaiono sui mercati finanziari”    
 
Passati i commenti a caldo sul terzo incontro televisivo tra il presidente Usa e lo sfidante repubblicano, le reazioni interne e internazionali al dibattito, frasi pronunciate dai due rivali e lo stato della corsa alla Casa Bianca continuano a tenere banco sulla stampa. Il Washington Post si concentra su quella che sarà la nuova strategia dei candidati. In un articolo aperto dai sondaggi più recenti che vedono Romney in testa per un solo punto, il quotidiano richiama i lettori alla complessità del sistema elettorale americano e la necesità dei duellanti di raggiungere il consenso di 270 grandi elettori.Il Financial Times cerca di capire lo stato del dibattito Usa ripercorrendo i momenti cruciali dell´incontro in Florida. Non è però solo il giornale della City a riportare il fastidio cinese per trovarsi al centro dello scontro presidenziale, costretta al ruolo poco invidiabile di “pataccara” globale. Anche le Monde sottolinea come Pechino abbia chiesto ai responsabili politici americani di considerare lo sviluppo cinese in modi obiettivi e razionali affinché la fiducia tra i due paesi non debba soffrirne. Lo stesso fa le Figaro che vede l´Impero di mezzo ridotto al ruolo poco nobile del punchingball dell´incontro pugilistico tra democratici e repubblicani.Anche la Frankfurter Allegemeine Zeitung registra come negli Usa esista ora un consenso, apparentemente bipartisan ma in realtà imposto dal mormone alla campagna presidenziale, che vede in Pechino il capro espiatorio di tutte le difficoltà industriali che Washington non riesce a risolvere secondo criteri razionali.Secondo il Ft questa strategia sta lentamente ma costantemente facendo salire le probabilità che alla fine il prossimo presidente Usa possa essere proprio Mitt Romney. Più o meno simili le conclusioni che la Neue Zurcher Zeitung trae dall´ultimo faccia a faccia presidenziale. Secondo il giornale di Zurigo, il presidente in carica ha certamente dominato il dibattito sulla politica estera ma il rivale ha raggiunto quanto si era prefisso, ossia liberarsi dal ruolo di guerrafondaio che alcune sue posizioni precedenti gli accreditavano. Nella battaglia dei sondaggi anche Nzz non può fare a meno di porsi la questione su chi stia veramente conquistando cuore e menti degli elettori americani. Certo è invece che il democratico con la frecciata su cavalli e baionette abbia vinto la gara della battuta più graffiante.
 
In un momento in cui il tentativo di Romney di spostarsi al centro sembra riuscire, il New York Times registra il tentativo di Obama di incollare al rivale l´etichetta di “bushiano” doc. Il quotidiano della west coast ritiene comunque che la battaglia presidenziale verrà decisa dalla conquista degli Stati ancora in bilico e vede il candidato democratico impegnare furiosamente le prossime settimane su questo obiettivo. Anche il Wall Street Journal ritiene fondamentale ora lo scontro per gli ultimi bastioni federali storicamente decisivi per l´accesso alla Casa Bianca.La versione moderata del mormone non convince invece il Washington Post. Il quotidiano della capitale Usa mette a confronto quello che ritiene essere il doppio Romney per sottolineare quanto gli atteggiamenti di inizio campagna siano differenti da quelli messi in campo dal repubblicano nella parte finale della battaglia presidenziale. Senza parlare del candidato all´acqua di rose apparso nel terzo dibattito televisivo, il Post scrive che il giorno dopo l´eventuale vittoria Romney ritornerà al radicalismo d´antan con una “guerra lampo” per riconquistare le posizioni perdute e piegarsi al radicalismo attualmente dominante nel partito repubblicano.Il soft power del Qatar dopo le polemiche suscitate in Francia è ora impegnato alla conquista di Gaza fa notare le Figaro. Anche la Süddeutsche Zeitung si occupa dell´evento sottolineando come Cheikh Hamad al-Thani sia il primo capo di Stato a mettere piede nella roccaforte di Hamas dopo l´arrivo al potere dell´ala palestinese radicale. Preceduta dall´annuncio di investimenti milionari la visita dell´emiro è stata definita storica da Hanija, capo del governo di Hamas. Le forze Anp più moderate raccolte attorno a Mahmud Abbas hanno invece duramente criticato la mossa dell´emiro. Scopo della monarchia del Golfo è staccare il movinmento sunnita palestinese dall´abbraccio con Siria e soprattutto Iran, Stato sciita che lotta per strappare a Egitto e Arabia Saudita il prestigio e  l´egemonia mediorientale, sottolinea la Frankfurter Allgemeine Zeitung. Anche per la testata russa Kommersant lo scopo dell´apertura al movimento palestinese secessionista da parte del Qatar sta nella volontà di sostituire i capitali sunniti delle monarchie del Golfo a quelli iraniani per ricostruire la striscia distrutta dai bombardamenti.L´opposizione antisistema russa sembra essere riuscita a darsi un volto unitario. Lo sottolinea la Faz riportando la nascita di un coordinamento formato da rappresentanti di movimenti molto distanti l´uno dall´altro e uniti solo dall´antagonismo alla presidenza Putin. Lo stesso fa il Kommersant analizzando i rapporti di forza interni ai dissidenti e mettendo in primo piano la figura di Alexej Navalnyj, personalità che in futuro potrebbe contendere alla nomenclatura di Mosca la leadership nazionale.Singapore è in testa alla lista dei paesi dove è più semplice fare business. Lo scrive la Nzz sottolineando come gli Stati la cui legislazione è favorevole alla piccola e media impresa globale e impegnati in riforme di stimolo agli investimenti si trovino a est.
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