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Rebus sicurezza. Biden non va a Kiev, per ora

Blinken e Austin sono stati in visita nella capitale ucraina arrivando in treno dalla Polonia. Il presidente nomina l’ambasciatrice Brink e temporeggia sul suo viaggio per ragioni di sicurezza

Sono ore decisive per il viaggio di Mario Draghi, presidente del Consiglio italiano, a Kiev dove nelle scorse ore sono stati Antony Blinken e Llyod Austin, segretario di Stato il primo e alla Difesa il secondo degli Stati Uniti. Una visita su cui è stato tenuto il massimo riserbo per ragioni di sicurezza: come ricostruito da Politico, i due membri dell’amministrazione Biden hanno viaggiato da e per Kiev in treno e hanno attraversato la Polonia poco prima che i missili russi colpissero diverse linee ferroviarie – compresa una nella città di Lviv, nell’Ucraina occidentale, vicino al confine polacco.

Tante le questioni di sicurezza da affrontare per un viaggio simile. Blinken e Austin, come detto, non sono atterrati a Kiev per evidenti ragioni. È stata preferita la Polonia, Paese membro dell’Unione europea e della Nato, anche per motivi di comunicazioni. Ma non solo. Arrivare a Kiev avrebbe messo gli Stati Uniti davanti a una scelta difficile: dire o no alla Russia della visita? In questi casi comunicare tali spostamenti potrebbe evitare reazioni “eccessive” da parte di Mosca alla vista di un aereo occidentale nello spazio ucraino. Ma c’è il rovescio della medaglia: il Cremlino avrebbe le informazioni necessarie per attaccare il mezzo di trasporto, se volesse. Ipotesi poco probabile, certo, ma l’amministrazione Biden da tempo si interroga sulle condizioni di salute e mentali del leader russo Vladimir Putin.

Ecco perché né Joe Biden Kamala Harris hanno in agenda una visita a Kiev, almeno per ora. Troppo alti i rischi per la sicurezza del presidente e della vicepresidente. E non aiuta il fatto che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky abbia dato notizia dell’arrivo di Blinken e Austin mentre il loro viaggio “segreto” non era ancora concluso.

“Aspetteremo che la situazione della sicurezza migliori perché il presidente degli Stati Uniti venga a sostenere il popolo ucraino”, ha detto lo stesso leader in conferenza stampa. Ma i funzionari dell’amministrazione insistono sul fatto che Biden non abbia intenzione di andare in Ucraina, soprattutto perché è una zona di guerra attiva in cui gli Stati Uniti hanno pochissimo controllo sulle circostanze.

Il Partito repubblicano spinge per la visita. Nel Partito democratico c’è chi fa notare, come riportato da Politico, che altri leader occidentali – come il primo ministro Boris Johnson – sono stati già a Kiev: “Richiedono molta meno sicurezza del presidente degli Stati Uniti”. Lo stesso giornale, che aveva suggerito l’invio a Kiev del Consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan, riporta: “L’amministrazione ha tenuto diverse riunioni su chi sarebbe stato meglio andare in Ucraina. Alla fine, il presidente ha deciso che mandare i suoi migliori aiutanti negli affari esteri e nella difesa era la cosa più sensata”. Dunque, per lui e la sua vice viaggio rinviato, almeno per ora.

Chi invece andrà presto a Kiev è Bridget Brink, scelta dal presidente come ambasciatrice in Ucraina, a ricoprire un ruolo vacante dal 2019 quando l’allora presidente Donald Trump aveva rimosso Marie Yovanovitch al centro delle teorie del complotto del fronte trumpiano. Oggi a guidare la sede diplomatica c’è ambasciatore ad interim Kristina Kvien.

Attualmente ambasciatrice in Slovacchia, Brink è entrata nel 1996 nel Servizio diplomatico e ha grande esperienza di Europa ed Eurasia – un “legame transatlantico” che “attraversa tutta la mia vita personale e professionale”, ha detto una volta ricordando di essere stata studentessa a Londra quando il muro di Berlino è caduto nel 1989. Nel 2018 era stata esclusa dalla corsa per la guida l’ambasciata in Georgia perché ritenuta da alcuni pezzi dell’amministrazione Trump troppo vicina all’ex presidente filo-occidentale Mikheil Saak’ashvili.

Il 25 febbraio scorso, cioè il giorno dopo l’invasione della Russia, è stata al confine della Slovacchia con l’Ucraina. Gli Stati Uniti, ha detto in quell’occasione, “continueranno a fornire sostegno e assistenza al popolo ucraino e lavoreranno a stretto contatto con il nostro alleato, la Slovacchia, per aiutare un vicino in risposta a questo attacco non provocato e ingiustificato della Russia”. E ancora: “Noi tutti siamo al fianco dell’Ucraina, ho seguito da vicino la fornitura di aiuti umanitari diretti da parte della Slovacchia all’Ucraina e la capacità di ritorno del gas dal 2014. Essere testimone dell’aiuto e del sostegno che tutte le truppe slovacche offrono all’Ucraina suscita sentimenti di umanità e ammirazione. Il mio cuore è con ogni vittima di questa guerra insensata”.

Se la sua nomina verrà confermata dal Senato, l’ambasciatrice Brink “diventerà un interlocutore di alto livello tra il governo dell’Ucraina e l’amministrazione Biden, che hanno comunicato su una base insolitamente diretta”, ha scritto il New York Times.

(Foto: Twitter @POTUS)


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