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Lavrov in Tv, risoluzione Ue violata? L’affondo di Elio Vito

Molte polemiche per l’intervista del ministro degli Esteri russo a “Zona Bianca”. Il deputato di Forza Italia e membro del Copasir sostiene che l’emittente ha violato un atto del Parlamento europeo sulla disinformazione di Mosca

Fiumi di polemiche per l’intervista di Sergej Lavrov a “Zona Bianca” a Rete 4. C’è chi critica l’opportunità di dare spazio al ministro degli Esteri della Russia per la sua prima intervista a una televisione europea dall’inizio di quella che il Cremlino chiama “operazione militare speciale” in Ucraina. E chi punta il dito contro Giuseppe Brindisi, il conduttore, accusato di aver lasciato spazio a un comizio e alla propaganda del governo russo.

L’intervistato ha offerto molto materiale in questo senso. Ha criticato la stampa e le politiche italiane: “Alcune dichiarazioni di politici e media italiani sono andate oltre le buone norme diplomatiche e giornalistiche”. E ancora: “L’Italia è in prima fila tra coloro che adottano e promuovono le sanzioni antirusse. Per noi è stata una sorpresa. Eravamo abituati all’idea che l’Italia, grazie alla sua storia, sapesse distinguere il bianco dal nero”. Ha negato implicitamente che Mosca preveda di dichiarare la fine della guerra in Ucraina in occasione dei festeggiamenti del 9 maggio per la vittoria sui nazisti nella Seconda guerra mondiale: “I nostri militari non pianificano le azioni in base a una data. I ritmi dipendono dalle necessità di minimizzare i rischi per la popolazione civile e per i militari russi”. Ha minacciato i Paesi europei importatori del gas russo, come l’Italia, affinché lo paghino in rubli perché “hanno rubato” a Mosca le sue riserve valutarie in dollari e euro depositate presso le banche europee imponendo un congelamento nell’ambito delle sanzioni: “Voi pagherete comunque nella valuta prevista dai contratti ma le forniture verranno considerate pagate quando queste somme saranno state convertite in rubli, che non possono essere rubati. Per gli acquirenti non cambierà nulla, pagheranno stesse somme previste dai contratti”. Ha attaccato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky sostenendo che il fatto che sia ebreo “non ha alcun significato”: “Secondo me anche [Adolf] Hitler aveva origini ebraiche”, ha detto rispondendo così alla domanda se non ritenga paradossale accusare il presidente ucraino di essere a capo di un Paese che, secondo le affermazioni di Mosca, deve essere “denazificato”. Ha ribadito le accuse a Kiev di servirsi di forze “neonaziste” come il battaglione Azov. “Gente che ha tatuata sulla pelle la svastica, che legge e approva il Mein Kampf”, ha detto attirandosi la reazione durissima di Dani Dayan, presidente di Yad Vashem, il Museo della Memoria di Gerusalemme che ha definito quelle parole “false, deliranti e pericolose”.

Secondo Elio Vito, deputato di Forza e membro del Copasir, Rete 4 non ha rispettato, ospitando Lavrov, una risoluzione del Parlamento europeo. Si tratta della Risoluzione del Parlamento europeo del 7 aprile 2022 sulle conclusioni della riunione del Consiglio europeo del 24 e 25 marzo 2022, compresi i più recenti sviluppi della guerra in Ucraina e le sanzioni dell’Ue contro la Russia nonché la loro attuazione. Vito indica due articoli. Il numero 8, con cui il Parlamento europeo “condanna fermamente la retorica russa che evoca un possibile ricorso all’uso di armi di distruzione di massa da parte della Federazione russa e sottolinea che tale spiegamento sarebbe inaccettabile e darà luogo a gravissime conseguenze”. E il numero 30, in cui il Parlamento europeo “ribadisce che la disinformazione russa fa parte dello sforzo bellico della Russia in Ucraina e che le sanzioni dell’Ue nei confronti di emittenti di Stato russe possono essere facilmente eluse tramite reti private virtuali, televisione satellitare e funzioni Smart TV; invita la Commissione e gli Stati membri ad applicare pienamente il divieto imposto ai canali di propaganda di proprietà dello Stato russo”.

Dopo aver strigliato le aziende partecipate dallo Stato nella recente Relazione sulle conseguenze del conflitto tra Russia e Ucraina nell’ambito della sicurezza energetica, il Copasir potrebbe presto accendere un faro sugli ospiti della Rai assieme alla Commissione di vigilanza Rai. L’obiettivo, sintetizza Repubblica, è capire, tramite le informazioni in possesso della nostra Intelligence, se gli ospiti della televisione di Stato che ripropongono in loop la propaganda del Cremlino si muovano effettivamente come rappresentanti della stampa estera o piuttosto come funzionari del governo di Vladimir Putin.

Un’emittente pubblica come Mediaset rimane fuori dal perimetro della vigilanza parlamentare. Ma a nessuno è sfuggito che a levarsi è stata una voce da Forza Italia.


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