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Turismo, intelligence e sicurezza. Una lezione da Barcellona all’Italia

Di Antonino Vaccaro

Flussi sempre crescenti di turisti creano opportunità non solo per gli imprenditori onesti, ma anche per la criminalità più o meno organizzata. L’analisi di Antonino Vaccaro, professore ordinario e direttore del Center for Business in Society presso lo IESE Business School di Barcellona, membro del comitato scientifico e presidente della commissione per l’internazionalizzazione della Società italiana di Intelligence

Statistiche alla mano, il Sud d’Italia sta vivendo un periodo di grandissima crescita del settore turistico. Basta fare una passeggiata nei centri storici di tante città, una volta malandati e decadenti, per vedere la rinascita economica spinta da migliaia di piccoli imprenditori che hanno creato dal nulla attività ricettive, ristoranti, agenzie di servizi, eccetera.

È una svolta economica, sociale e culturale. Dieci anni fa i giovani del Sud volevano solo andar via. Oggi in migliaia hanno deciso di rimanere, e tanti altri hanno scelto di rientrare perseguendo progetti imprenditoriali e professionali una volta impensabili.

A questo si aggiunge un vantaggio competitivo dell’Italia: la cultura. Una survey condotta dal Center for Business in Society dello IESE su oltre 300 turisti stranieri che hanno visitato il Sud Italia ha mostrato come il fattore differenziante del nostro bel Paese è l’offerta di attività culturali varie e di altissima qualità. Non solo Roma, Firenze e Venezia, ma anche Napoli, Bari, Palermo, Catania, Reggio Calabria, eccetera. Si tratta di un elemento intrinseco del nostro tessuto sociale che attrae i turisti di tutto il mondo e che rende la nostra nazione assai differente dalla maggioranza delle mete turistiche internazionali.

Vorrei però tornare su un tema chiave per la crescita economica sostenuta dal turismo: la sicurezza. Flussi sempre crescenti di turisti creano opportunità non solo per gli imprenditori onesti, ma anche per la criminalità più o meno organizzata.

L’esempio di Barcellona, città in cui vivo parte dell’anno e che amo profondamente, dovrebbe far riflettere. La crescita economica della capitale catalana è stata sostenuta negli ultimi 20 anni dal turismo.

Barcellona è una città bellissima, ma pericolosamente insicura. Le statistiche sulla criminalità mostrano una situazione (per fortuna) impensabile per qualsiasi città italiana. Basta guardare attentamente alcune statistiche per dare il senso della drammaticità della situazione.

Nel 2021 a Barcellona sono state consumate ben 166 violenze sessuali, oltre 10.000 furti con violenza o intimidazione, oltre 1000 arresti per traffico di droga. I furti nelle abitazioni hanno raggiunto livelli di frequenza talmente insostenibili che i cittadini hanno creato gruppi di volontari online per il controllo delle aree residenziali. Alcune cittadine dell’hinterland di Barcellona sono state costrette a contrattare società di sicurezza privata per affiancare il lavoro dei Mossos d’Esquadra.

Questi dati sono ancor più drammatici considerando la significativa caduta dei flussi turistici nel 2021 (nel primo trimestre Barcellona aveva superato il 90% di presenze in meno). Parafrasando un esperto che ha lavorato a un progetto sulla sicurezza dell’area metropolitana di Barcellona: “I turisti sono andati via, i criminali son rimasti”.

La crescita economica spinta dal turismo richiede chiaramente investimenti in sicurezza. Non è mica una novità. Basta leggere il documento del United Nation Development Program del 2015 sullo sviluppo sostenibile: la garanzia della giustizia e la solidità delle istituzioni sono requisiti fondamentali per la crescita sostenibile. Altrimenti la crescita diventa insostenibile per tutti, soprattutto per la popolazione residente.

Credo si tratti di una sfida che l’Italia non deve dimenticare. Le nuove tecnologie ed i nuovi modelli di intelligence basati sull’intelligenza artificiale forniscono oggi soluzioni innovative su cui bisognerebbe investire.

L’intelligence per la sicurezza delle città, ed in particolare delle grandi metropoli, è un tema che dovrebbe entrare con maggiore preponderanza nella programmazione nazionale.

L’uso delle telecamere di sorveglianza ha drasticamente cambiato e migliorato la gestione della sicurezza negli ultimi 20 anni. Nei prossimi due decenni la tecnologia dei droni e l’intelligenza artificiale segneranno una ulteriore svolta che, possiamo già anticipare, sarà epocale.

Ancora una volta l’Italia può contare su un vantaggio competitivo. L’industria della sicurezza è tra le migliori al mondo. Le competenze tecnologiche e strategiche in Italia non mancano, basta solo un po’ di consapevolezza ed una seria pianificazione. A buon intenditor, poche parole.


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